Dall’appello lanciato dalla Dynamo Dora Rugby in seguito agli attacchi degli ultimi giorni:
La storia recente di molti impianti sportivi della città di Torino è, purtroppo, una storia di spazi abbandonati. Sono tanti, troppi, i campi abbandonati della città: quasi venti, secondo una nostra mappatura fatta nel 2017. Le ragioni dietro a questo processo sono tante e complesse. Ad esempio, la crisi economica che ha ridimensionato l’economia nazionale e cittadina a partire dal 2008 ha avuto un effetto anche sul sistema sportivo locale. I tagli ai fondi pubblici operati sia a livello regionale che comunale hanno reso più difficile il mantenimento degli impianti. L’invecchiamento della popolazione diminuisce il numero degli sportivi “attivi” e, di conseguenza, il numero di società sportive cittadine.
C’è però una motivazione che non ha che fare con cause economiche o demografiche: è la scelta politica di privatizzare gli impianti sportivi mettendoli a bando con fidejussioni che la maggior parte delle associazioni sportive non si potranno mai permettere. Noi siamo una di queste associazioni, e inoltre abbiamo scelto di promuovere un’attività sportiva praticamente gratuita (20 euro all’anno) per tutti e tutte, senza discriminazioni di genere e nazionalità di provenienza.
Il campo Oxilia è uno degli ultimi impianti sportivi di Torino in cui è possibile ottenere l’assegnazione dello spazio a titolo gratuito e gestire l’impianto collettivamente, tramite un comitato di gestione: tagliamo il prato ogni anno, teniamo puliti gli spogliatoi, portiamo avanti le nostre attività in momenti determinati della settimana. Ora, questa esperienza di cogestione e le nostre attività sportive rischiano di scomparire, perché la Circoscrizione 6 ha deciso privatizzare il campo, mettendolo a bando per i privati a partire dal 2023/2024.
Inoltre, l’ufficio sport della stessa Circoscrizione ci ha vietato di organizzare ad Oxilia la nostra consueta festa di fine anno inventandosi una “festa abusiva” e “una grigliata a spese dei contribuenti” per un evento in cui avevamo pagato l’assicurazione per oltre duecento persone e che fa parte dei nostri diritti di assegnatari del campo Oxilia. Siamo stati attaccati politicamente attraverso articoli che hanno gettato fango su di noi. La Circoscrizione ha vietato una festa dello sport in un quartiere periferico con sette attività diverse completamente gratuite e associazioni e gruppi informali di sport di base come ospiti. Crediamo che una delle principali ragioni che si nasconde dietro a questa storia è che la nostra festa avrebbe dato visibilità alla privatizzazione di un campo comunale.
Noi vogliamo difendere i pochi spazi rimasti per lo sport di base: non lo facciamo solo per noi, ma per tutta la cittadinanza. Non difendiamo solo il campo Oxilia, ma anche alcuni principi.
Primo, è necessario avere spazi gratuiti o semigratuiti per praticare sport in maniera semi dilettantistica e con costi di ingresso molto bassi. Questi spazi dovrebbero essere un diritto per i cittadini che si riuniscono per praticare sport insieme.
Secondo, le privatizzazioni non possono essere l’unica soluzione alla gestione di questi spazi. Non solo affidare al mercato un bene che prima era pubblico e che poteva essere collettivo presenta alcuni aspetti non ideali, ma le condizioni economiche contemporanee portano a decine di bandi deserti e spazi abbandonati. A nostro parere, la gestione collettiva di questi tramite comitati di gestione composti da associazioni di base è una soluzione possibile e che ha un valore sociale importante. Occorre però la volontà politica se non di facilitarle, almeno di non attaccarle.
Terzo, non è possibile accettare questa decisione tramite un incontro della politica locale con il nostro comitato di gestione che si è limitato a comunicare una decisione già avvenuta. La Circoscrizione ha preso questa scelta senza consultarsi con noi in nessun modo, senza proporci una alternativa, senza presentare un prospetto dei costi di gestione. Come cittadini, non è giusto ed è pericoloso accettare un decisione presa in questo modo.
Ne abbiamo parlato con una compagna della Dynamo:
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