India: agricoltori in rivolta ed elezioni alle porte

Scritto dasu 16 Febbraio 2024

Nelle estate del 2020 il governo Modi aveva fatto passare delle riforme che avrebbero cambiato strutturalmente il sistema dell’agricoltura in India senza consultare i sindacati. Queste riforme erano atte a liberalizzare il sistema e far entrare nel sistema della distribuzione della verdura e della frutta grandi player internazionali, rispetto ai quali i contadini non hanno nessun potere contrattuale. 

Dal’India del nord sono partite le mobilitazioni arrivate fino ad accerchiare la capitale New Delhi e costringere il governo a tornare sui suoi passi. In risposta dal 2021 il governo si sarebbe dovuto impegnare a varare una legge per fissare il prezzo minimo di sostegno (MSP), le tariffe prestabilite che servono a proteggere l’attività degli agricoltori dalle fluttuazioni del mercato. A seguito di questa promessa disattesa i contadini sono tornati a manifestare. 

Da martedì in migliaia stanno raggiungendo la capitale, mentre militarizzazione e decine di arresti sono la risposta del governo di Modi. Ad alzare la posta in gioco per il primo ministro indiano sono le elezioni nazionali di Aprile.

Per approfondire, ecco la corrispondenza di Matteo Miavaldi.


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