L’università è guerra. Sul boicottaggio a Unito

Scritto dasu 25 Marzo 2024

Nei prossimi cinque anni Leonardo assumerà 26 mila persone. Gran parte di queste saranno profili STEM ma in Italia facciamo fatica a trovarli e non possiamo prenderli da altri Paesi perché comunque ci occupiamo anche di sicurezza nazionale. E quindi alle Università dico che sullo STEM serve sforzo particolare perché il rischio è di rimanere a secco di neuroni“. Queste le parole di Cingolani, ex Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica ed attuale Amministratore delegato di Leonardo Spa, primo produttore di armi nell’Unione Europea.

Che l’ambito dell’istruzione sia un terreno centrale su cui si sta giocando la partita della mobilitazione bellica generale, è qualcosa che abbiamo sottolineato a più riprese da questi microfoni. Solo nell’ultimo periodo si sono susseguite una serie di notizie quali la protesta degli studenti dell’Istituto Diaz di Genova contro l’ennesima giornata di orientamento professionale in cui si propone una carriera nelle forze dell’ordine, proprio nella scuola dove è avvenuto il massacro durante il G8 di Genova; il Ministro Valditara che annuncia verifiche sui libri scolastici di storia e geografia perchè a suo dire darebbero una versione distorta dei fatti su Russia e Ucraina; i bambini della scuola dell’infanzia “Abracadabra” di Brescia che il 19 marzo sono stati accompagnati dai loro papà alla scoperta del 6° Stormo dell’Aeronautica militare di Ghedi. Unica nota di colore, il segno della pistola fatto all’indirizzo della premier Meloni da parte di uno studente in visita al Senato. Quando la guerra viene interpretata come guerra contro i padroni…

Nel frattempo si moltiplicano i blocchi e le contestazioni da parte di studenti e studentesse che individuano nell’Università e nel sistema della ricerca italiano un tassello fondamentale delle guerre in corso e in particolare del genocidio perpetrato dallo Stato d’Israele a Gaza. La scorsa settimana alcuni studenti hanno interrotto il Senato Accademico ed hanno ottenuto che l’Università di Torino non partecipi al bando MAECI dell’accordo di cooperazione Italia-Israele, attirandosi le accuse di antisemitismo da parte della potente Comunità ebraica cittadina. Si tratta del primo importante precedente in Italia sul tema, dopo le dimissioni del rettore Bronzini dell’Università di Bari dalla commissione scientifica di Med-Or/Leonardo.

Momenti di rottura rispetto alla ordinaria normalità delle relazioni tra Accademia e mondo militare. Recente è la nomina a rettore del Politecnico di Torino di Stefano Corgnati, ex presidente di Ithaca Srl, l’azienda che fa parte degli accordi tra Politecnico e Frontex.

Per continuare a costruire il boicottaggio accademico è stata chiamata un’assemblea aperta per domani, 26 marzo, alle 17.00, al Campus Einaudi.

Ne parliamo con Olivia di Progetto Palestina:

 


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