Turchia. La crisi del sultano, le amministrative, l’Isis(k)
Scritto dainfosu 2 Aprile 2024
Le elezioni amministrative del 31 marzo hanno suonato un forte segnale d’allarme per Erdogan, che ha dovuto incassare il grande successo dei partiti d’opposizione. A Istanbul e Ankara, con una forte crescita di voti, si sono confermati Ekrem Imamoglu e Mansur Yavas del CHP il principale partito d’opposizione, laico e di ispirazione kemalista, che si è affermato per la prima volta, anche in altre aree del paese, Nel sud-est, area a prevalenza curdofona, ha vinto quasi ovunque il partito Dem, sigla che raccoglie l’eredità del Partito Democratico dei Popoli, l’Hdp, messo al bando dalla Corte Costituzionale e i cui dirigenti erano stati in gran parte arrestati nei mesi successivi alle elezioni del 2019.
La novità di queste elezioni sono stati i numerosi patti elettorali stretti tra il CHP e il DEM, che ha favorito la vittoria di entrambi, ma segna anche il possibile avvio di una collaborazione che potrebbe porre freno al probabile attacco che, ancora una volta Erdogan potrebbe sferrare contro gli eredi del PKK.
Altro elemento di novità è la secca diminuzione dell’affluenza alle urne, che, in un paese dove normalmente si supera il 92%, questa volta al 76,2%.
Il Sultano, che, in Iraq, appoggiato dai miliziani curdi di Barzani, si accinge ad un attacco contro le postazioni di montagna della guerriglia del PKK, sta preparando per l’estate una nuova offensiva nella Siria del nord contro le aree governate del confederalismo democratico.
Erdogan vuole distruggere il centro operativo del PKK in Iraq e intende realizzare una fascia di trenta chilometri sul confine con la Siria, per ricollocarvi i profughi siriani che oggi si trovano in Turchia, mescolando insieme tagliagole dell’Isis e sfollati da Afrin.
In questi anni il governo turco non ha mai smesso di appoggiare l’ISIS. Nelle ultime settimane, dopo il sanguinoso attentato al Crocus City Hall di Mosca, è emerso che alcuni degli uomini arrestati per l’attacco al teatro, erano passati proprio dalla Turchia. L’attentato di Mosca è stato rivendicato dal ramo Khorasan dell’ISIS. Due degli arrestati hanno ammesso di aver utilizzato la Turchia come paese di transito. Le indagini legali e giornalistiche, da tempo, in Turchia parlano dell’attività dell’ISIS Khorasan in Turchia, ma nonostante ciò l’organizzazione si muove quasi liberamente nel Paese.
Ne abbiamo parlato con Murat Cinar, autore di alcuni articoli usciti su varie testate in questi giorni
Ascolta la diretta:
Qui una rassegna stampa: http://www.mesopotamia-ita.com/Turchia_Elezioni_Amministrative_2024/