RIFORMA DELLA GIUSTIZIA , PREMIERATO E AUTONOMIA DIFFERENZIATA SEMPRE PIU’ POTERE ALL’ESECUTIVO.
Scritto dainfosu 3 Giugno 2024
Il processo di concentrazione del potere in mano all’esecutivo si va sempre più definendo e concretizzando con la proposta di riforma della giustizia che prevede , con la separazione delle carriere, il tentativo di esercitare il controllo sui pubblici ministeri da parte del potere politico, il premierato che depotenzia i contrappesi istituzionali come quello presidenziale per istituire un rapporto diretto con l’elettorato concedendo una totale autonomia allla figura del premier che concentra in sè un potere decisionale non piu’ condizionato neanche dal Parlamento e con l’autonomia differenziata . Il superamento dei corpi intermedi che costituiscono l’articolazione delle differenti visioni in una società complessa ,semplifica la relazione fra il “capo” e il popolo istituendo di fatto un modello autoritario di governo. Fa seguito a queste riforme il progetto di “autonomia differenziata” che scardina l’impianto sociale della carta costituzionale acuendo le disparità territoriali ,mettendo in atto un processo di desolidarizzazione funzionale alle riforme neoliberali e ai processi di privatizzazione . Guardiamo a queste trasformazioni degli equilibri istituzionali non per difendere l’ordine dei rapporti di classe esistenti formalizzato dall’ordinamento legislativo e costituzionale ,ma per comprendere il processo di scardinamento della legalità borghese in un contesto di scontro fra fazioni che si contendono l’egemonia per il controllo della macchina statale.
Ne parliamo con Alessandra Algostino docente di diritto costituzionale presso l’Università di Torino .