Inail. Soldi in cassa ma nessuna tutela

Scritto dasu 9 Luglio 2024

L’Istituto non assume ispettori e limita gli aiuti sulla sicurezza alle imprese. Ma registra un avanzo record fermo in Tesoreria e acquista anche Btp.
L’Inail paga i giorni di infortunio ai lavoratori e lavoratrici che hanno incidenti sul lavoro. Le imprese a loro volta pagano all’Inail una sorta di assicurazione per garantirsi da azioni civili in caso di incidenti. Le entrate sono intorno agli 11 miliardi, le uscite si aggirano sugli 8 miliardi. Il disavanzo è intorno ai tre miliardi, che a loro volta fruttano 500.000 euro all’anno.
L’Inail non fa quasi nulla per la sicurezza sul lavoro. Gli ispettori, in numero comunque inadeguato alle esigenze, si occupano solo di controllare la congruenza tra le dichiarazioni delle aziende e la loro effettiva collocazione in questa o quella categoria. Chi è in una categoria a rischio, come l’edilizia, paga meno di chi si colloca nel commercio. Ormai da tempo l’INIL non fa più i corsi sulla sicurezza, che vengono demandati a privati che ovviamente sono al servizio delle imprese che li pagano.
Le cose sono peggiorate con la riforma Renzi, che ha fatto sì che tutti gli ispettori del lavoro, al di là delle specifiche competenze, convergessero in un unico ispettorato nazionale del lavoro, che è pressoché inattivo.
L’INAIL è un ente parassitario che drena soldi da noi tutti, ma non li rende disponibili per la sicurezza.
La notizia sul “tesoretto” dell’Inail, diffusa ieri da Repubblica è una buona occasione per parlare di incidenti sul lavoro e riduzione delle tutele e dei controlli.

Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche

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