Il salone dell’auto di Torino: un’analisi critica

Scritto dasu 11 Settembre 2024

Questo finesettimana (dal 13 al 15 settembre) si terrà a Torino il Salone dell’auto: tre giorni di esposizioni di oltre 40 case automobilistiche, drive test, sfilate di auto storiche e addirittura incontri sulla sostenibilità ambientale, in cui il salone dell’auto occuperà grande parte del centro cittadino. Questa esposizione nasce proprio qui a Torino, nel 1900, ma dal 2000 in poi risente di un calo di interesse della popolazione, evidentemente non più interessata a spendere dei soldi per andare a godere del design e del progresso tecnico scientifico al chiuso della cittadella Lingotto. In mancanza di clienti disposti a pagare, il salone esce dal lingotto e si sposta in strada e si fa libero e gratuito, autodefinendosi di interesse pubblico e di pubblico diritto. Interessante sottolineare la gratuità del programma del salone, ma ancora di più lo sono le convenzioni a cui si ha accesso se ci si registra  sul sito: musei, trasporti regionali e addirittura gelaterie! Sembra proprio che sia in vendita una visione della città, che agli organizzatori del salone (e all’amministrazione?) prema la necessità di rafforzarsi nella narrazione pubblica, a fronte di una evidente discesa economica del settore dell’automotive e di una sempre crescente contro-narrazione ecologista e attenta alle tematiche non solo ambientali, ma anche di sicurezza di pedoni e mezzi di trasporto leggeri.

Ne parliamo quindi con Maria Cristina Caimotto, linguista, professoressa presso Unito e autrice di vari saggi sul tema della mobilità.


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