Anarres del 23 dicembre. Francesco e Kirill: due nemici che si somigliano. L’Ucraina come la Siria? L’odissea nel Mediterraneo dei naufraghi ripescati dalle ONG…
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ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.
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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Francesco e Kirill. I nemici che si somigliano
Jorge Bergoglio, in arte Francesco, e Vladimir Gundjaev, in arte Kirill offrono immagini di se molto divergenti, pacifista e universalista l’uno, guerrafondaio e nazionalista l’altro, ma se si scava oltre la superficie il papa della Chiesa Cattolica e il Patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, si scopre che le assonanze sono di gran lunga superiori alle note discordanti.
Monsignor Parolin in un’intervista alla Stampa rispondeva a Domenico Agasso che gli chiedeva se uno dei problemi alla base del conflitto tra Ucraina e Russia fosse, come sostenuto dal patriarca ortodosso russo Kirill, la “presunta decadenza delle democrazie liberali che andrebbe di pari passo con la secolarizzazione”, il numero due del Vaticano ha risposto che “[…] È innegabile che il mondo attuale stia tentando di promuovere un’antropologia che si discosta dalla visione cristiana e che si rispecchia nei «Nuovi diritti», fondati su un approccio esclusivamente individualista. La stessa Chiesa cattolica riconosce il grave rischio che ciò comporta per la difesa e la promozione della dignità umana e non può non essere preoccupata al riguardo.”
Più chiaro di così…
Ce ne ha parlato Daniele Ratti che ha fatto uno studio su questi temi
L’Ucraina come la Siria?
A dieci mesi dall’attacco russo all’Ucraina la situazione pare di stallo: l’Ucraina, grazie al fortissimo sostegno di buona parte dei paesi NATO, resiste all’invasione, ma il prezzo in questo secondo inverno di guerra rischia di diventare altissimo, perché i continui attacchi alle infrastrutture stanno lasciando al freddo e senza luce tantissima gente.
Il rischio concreto è quello di un conflitto di lunga durata simile a quello siriano. Devastante soprattutto per la popolazione.
Ne abbiamo parlato con Stefano Capello
Il governo dirotta le navi delle ONG nei porti del Nord
La ieri mattina all’alba al molo 75 del porto di Livorno è attraccata la Life Support di Emergency con a bordo 142 naufraghi. A pochi metri dalla banchina alcune decine di persone hanno animato un presidio spontaneo in solidarietà con i naufraghi. Alcuni striscioni sono stati esposti al presidio e al monumento dei Quattro Mori. Nella notte alcunx antirazzistx hanno appeso sul muro del molo novo, di fronte a dove è poi attraccata la Life Support un grande striscione con un messaggio chiaro “Refugees Welcome”. Questa mattina alle 10 arriva la Sea Eye con a bordo 108 naufraghi. Gli antirazzisti saranno al molo ad attenderla.
La scelta di portare i naufraghi fino a Livorno viene dal Ministero degli Interni e non risponde alle esigenze delle persone soccorse, anzi rischia di rappresentare un nuovo ostacolo al soccorso dei naufraghi che sono stati salvati al largo della Libia e che sono stati costretti a patire altri tre giorni di navigazione, passando davanti a decine di altri porti. Per questo uniamo la nostra voce alla protesta di Emergency e delle altre organizzazioni che si occupano del soccorso in mare, denunciando la manovra del governo che punta a rendere insostenibile alle organizzazioni il costo dei soccorsi attraverso l’indicazione di porti sicuri estremamente distanti dalle aree di soccorso. Tutto questo avviene mentre il governo sta mettendo in campo nuove regole assassine per impedire di fatto le attività delle Ong per il soccorso in mare dei naufraghi.
Ce ne ha parlato Dario di Livorno solidale e antirazzista
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 21 (il 3 gennaio NON ci siamo)
Contatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/
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