Bello Come Una Prigione Che Brucia [17 giugno 2019]
bello come una prigione che brucia
Lunedì 17 giugno 2019 – Anna e Silvia entrano nel 20° giorno di sciopero della fame per ottenere la chiusura della sezione Alta Sicurezza 2 de L’Aquila e il loro trasferimento in un’altra struttura. In questa prima diretta andiamo a rilanciare alcuni aggiornamenti, sottolineando la determinazione dei compagni prigionieri in altre galere che si sono uniti alla loro lotta, così come qualche riflessione sulle pratiche solidali messe in atto fuori dalle mura dell’apparato detentivo.
Nelle sezioni di 41bis e di AS2 del carcere aquilano si pratica quotidianamente la “tortura bianca” tipica di questi circuiti di differenziazione; il carcere è un pezzo della città ed è fondamentale ricordare le responsabilità e la connivenza dei politici e dei burocrati che la governano: arriva in diretta la notizia che alcuni solidali hanno occupato simultaneamente il municipio de L’Aquila e una gru nella piazza del Duomo cittadino.
Se la tortura psicologica dei circuiti di differenziazione (41bis e AS) è normata dall’ordinamento penitenziario, altri protocolli informali di somministrazione di violenza fisica sono comuni a moltissime carceri italiane: le squadrette punitive e l’organizzazione di spazi architettonici deputati all’esecuzione di questi abusi sono state riscontrate da Poggioreale ad Asti, da Parma a Ivrea, così come in altre appendici della geografia penitenziaria italiana. Grazie al coraggio di alcuni detenuti, queste storie hanno superato la membrana della censura carceraria, scontrandosi però con la fisiologica complicità dell’apparato sanzionatorio quando sono approdate in tribunale. Insieme a una compagna andiamo a ripercorrere le ultime evoluzioni del processo per i pestaggi nel carcere di Ivrea.
L’apparato repressivo e sanzionatorio sta dotandosi di tecnologie forensi e strumenti di sorveglianza che progressivamente tracimano dalla sfera specifica del loro campo di intervento andando a determinare forme di controllo sociale applicate alla totalità della popolazione. Insieme a Riccardo Coluccini, giornalista freelance e membro del Gruppo Hermes, cerchiamo di rilfettere sulla genesi di questi processi, sul disinteresse e l’impreparazione che movimenti politici e avvocati dimostrano verso l’argomento, sull’asimmetria di potere che queste trasformazioni comportano e sul continuum tra attori pubblici e privati della sorveglianza di massa.