Bello Come Una Prigione Che Brucia [24 giugno 2019]

BELLO COME UNA PRIGIONE CHE BRUCIA

Le statistiche ministeriali ci restituiscono uno scenario apparentemente paradossale: i reati diminuiscono mentre la popolazione detenuta aumenta. Non solo, per affrontare il sovraffollamento dell’apparato detentivo, il Ministero della Giustizia ha ottenuto da quello della Difesa alcune caserme dismesse da trasformare in galere. Incarnando una drastica inversione rispetto alle strategie della “riforma Orlando”, la quale prevedeva una capillarità territoriale delle funzioni punitive, sorveglianti e disciplinanti, Bonafede ha cancellato le trasformazioni innescate dal suo predecessore tornando a un approccio totalmente “carcerocentrico”.

All’interno di questa cornice, nell’ultimo mese si sono susseguite diverse proteste collettive, alcune delle quali sfociate in momenti di ammutinamento e rivolta, come a Campobasso, Spoleto, Rieti, Poggioreale o Agrigento.

In particolare, il contesto napoletano ci consente di approfondire l’insieme di questi fenomeni, dal sovraffollamento alle “caserme-carceri”, dalla letalità dell’abbandono sanitario alle rivolte; lo facciamo insieme a una compagna della locale assemblea anticarceraria.

 

Questo lunedì Anna e Silvia sono entrate nel 27° giorno di sciopero della fame. Le azioni messe in atto dai solidali la scorsa settimana hanno bucato il muro della censura operato dai media di regime, consentendo alle altre prigioniere del carcere aquilano di venire a conoscenza della lotta scaturita nella sezione Alta Sicurezza 2; sezione di “quarantena” per le prigioniere anarchiche dove negli ultimi giorni è stata trasferita anche Natascia, compagna arrestata in Francia in seguito all’Operazione Prometeo. Insieme a una compagna, appena rientrata dal presidio solidale del giorno precedente, andiamo a riprendere gli ultimi aggiornamenti sulla lotta delle prigioniere della sezione AS2 de L’Aquila e sui compagni che le stanno sostenendo.




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