Bello Come Una Prigione Che Brucia [8 luglio 2019]
bello come una prigione che brucia
Nelle ultime settimane diversi prigionieri anarchici sono stati trasferiti e riposizionati all’interno della geografia penitenziaria italiana; gli ultimi spostamenti riguardano Robert, arrestato in seguito all’operazione repressiva “Prometeo” e trasferito da Terni (AS e 41bis) a Sassari (AS e 41bis).
Insieme ad una compagna, oltre a raccontare le modalità con cui la Gendarmerie francese ha condotto l’arresto di Natascia, partendo dagli ultimi riposizionamenti di prigionieri si riflette su una riorganizzazione dell’apparato detentivo che sembra promuovere la simbiosi tra “regimi speciali”: i tecnici del DAP sembrano optare per un progressivo avvicinamento tra circuiti Alta Sicurezza e 41bis, oltre all’allontanamento e alla divisione degli stessi prigionieri anarchici.
[In serata, a trasmissione conlcusa, si apprenderà anche del trasferimento di Giuseppe da Alessandria a Rossano Calabro.]
La seconda parte della trasmissione, dopo aver dato lettura di alcune notizie che arrivano dalle galere italiane, viene dedicata ad una ricerca dell’università dell’Essex (UK) che evidenzia le criticità del programma di riconoscimento facciale in tempo reale (LFR) sperimentato dalla Metropolitan Police di Londra. Nonostante i fallimenti registrati, tra cui l’81% di falsi positivi tra le corrispondenze prodotte dal software, è evidente la normalizzazione dei programmi di sorveglianza di massa: un modello di controllo sociale che stiamo importando, anche a livello di strumenti tecnologici, dal “panopticon cinese”.
Un’altra tendenza che attraversa tanto il rapporto tra cittadino e istituzioni, quanto quello tra utente e dispositivi digitali, è l’ossessione per l’autenticazione. Dal moderno fenomeno del conferimento di identità da parte dello Stato al contemporaneo bisogno di autenticare questa stessa identità con elementi biometrici: per essere davvero tu devi dimostrarlo con parti del tuo corpo trasformate in codici univoci, dall’iride alle impronte digitali, fino alla traccia dell’elettrocardiogramma (ECG) utilizzabile come password.