Bello come una prigione che brucia: la puntata del 4 dicembre 2017
Continuiamo a parlare del processo “Cella Zero”, su squadrette punitive e spazi destinati alle torture nel carcere di Poggioreale a Napoli. A margine di nuove e vecchie testimonianze sul sadismo dei secondini, tra invalidi pestati e minacce di “falsi suicidi”, si delinea la normalità della violenza e del terrore come protocolli informali ampiamente diffusi nella geografia penitenziaria italiana.
Ricollegandoci alla violenza dell’istituzione carceraria, andiamo a parlare di due ragazzi morti di carcere: Francesco Smeragliuolo (morto a 22 anni nel carcere di Monza) e Alessandro Gallelli (trovato impiccato a 21 anni nella sezione di osservazione psichiatrica di San Vittore). Le voci delle loro madri, Giovanna e Mirella, cadono come macigni contro uno Stato assassino.
Partendo dal diffuso utilizzo all’interno dell’apparato sanzionatorio statunitense di algoritmi per indirizzare i giudici nella somministrazione di misure cautelari, passando per facebook e la possibilità di inserire annunci pubblicitari indirizzati in base alla “affinità etnica”, si osserva come dietro alla presunta neutralità positivista della tecnologia vi siano nuovi strumenti per riprodurre algoritmicamente fenomeni molto umani come il razzismo.