

La capitale del più grande impero coloniale del XVIII secolo fu lo specchio del capitalismo che si andava affermando come unico sistema possibile. Dall’inurbamento al controllo “decoroso” del centro urbano fino al dibattito sulla tolleranza religiosa, passando per le rivolte e l’ubriachezza generalizzata dei primi riot metropolitani eliminate a colpi di fucile e cultura vittoriana. Seguiamo le tracce di questi cambiamenti attraverso due opuscoli: il primo a firma del famoso autore Daniel Defoe nelle vesti di opinionista politico autore di due pamphlet “il modo più sbrigativo per sopprimere i dissidenti” e “un metodo efficace per prevenire i crimini di strada” usciti entrambi per le edizioni Lavitafelice. Il primo, dal tono ironico, l’autore cui si mette nei panni di un inquisitore che si staglia contro la libertà religiosa, promossa come progressista, ma in realtà funzionale per avere più carne da cannone nelle campagne imperialiste della Corona Inglese. Il secondo presentato alla Camera dei Comuni per ovviare al problema della criminalità attraverso norme liberticide che assomigliano tristemente alle ordinanze antidegrado odierne.
Infine il racconto appassionato delle Gordon’s Riot in cui vennero messe a ferro e fuoco quasi tutte le prigioni di Londra di quel periodo, rivolte passionali e feroci di cui si sono volutamente cancellate le tracce, ma raccontate nel libello “bello come una prigione che brucia” di ed. Indesiderabili
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