Macerie su Macerie – 30.05.22 – Sicilia, capitalismo green e PNRR
Il discorso l’approvvigionamento energetico è diventato uno dei punti principali dell’agenda politica dei governi, secondo la retorica dell’utilizzo delle nuove tecnologie per la“transizione ecologica”. Le infrastrutture previste dalle amministrazioni pubbliche in combutta con i giganti del settore quali Eni, come campi sterminati di pale eoliche e pannelli solari, coinvolgono in molte parti d’Italia ampie porzioni di territorio, spesso “periferico” rispetto a città e centralità storiche della produzione capitalistica. Sono questi luoghi spesso impoveriti da decenni di agricolture industriali, fatte di techiche agro-chimiche, sementi delle corporation, fondi europei come stampella rotta. Le nuove proposte di investimento arrivano dunque in spazi già depauperati, sia economicamente che socialmente, e puntano a sottrarre in maniera diretta o indiretta terre ormai senza valore di mercato.
Ma le tecniche col marchio “verde” sono solo le ultime arrivate e sono complementari alle più consolidate forme di estrattivismo siciliano, tra mega-elettrodotti, economia del petrolio e servitù militari.
Ai microfoni di Blackout una chiacchierata in diretta con un compagno dalle Madonie, nell’entroterra palermitano, sull’impatto nell’isola dei nuovi progetti strategici dello Stato: