Riti delle nuove discariche. 20 anni di No Neck Blues Band
20 anni circa ignorando qualsiasi conclusione logica fino ad attirare a sè una completa cecità artistica che ha prodotto più visioni di qualunque cinema 3d. Cimitero dell’avanguardia americana tra feak show e performance, con appese al collo tutte le più imporbabili etichette di una critica che dapprima li ha ignorati, poi li ha criticati per ammirarli ed infine consacrarli. pezzi di merda.
Per il resto una 50 di dischi, cdr, cassette, doppi vinili, digipack ma soprattutto feste illegali interrotte dalla polizia, rituali simulati in mezzo alla 5 avenue, live a mollo nell’acqua di un lago canadese, finti sacrifici animali, sbornie e amicizie poco raccomandabili (dice niente Sunburned Hand of The Man?). E infine una foto che tra le migliaia sembra dire tutto con sintesi: un gruppo di capelloni, dropout, e jonki vari nudi a mollo in un laghetto silvano; preludio alla integrale ri-pubblicazione di un catalogo la cui ri-costruzione è costata a De Stijl qualche anno di lavoro. La consacrazione per la più colorata tribù di neo-hiipi pagani che abbia mai attraversato gli states.Ma anche la più sfuggente, camaleontica e intossicata squadraccia di musicisti freak, iniziatori, sciamani, attori, pessimi o ottimi strumentisti che abbiano mai invitato vostra sorella ad un party a base di decotto di liane nei boschi dell’Ontario.
Sto dicendo No Neck Blues Band, con un certo sentimento di stima e reverenza.
Se volete capire cosa significa New Weird America e in che senso abbia senso parlare oggi di psichedelia (la musica di NNBB non è sempre “psichedelica” nei contenuti, certamente nell’attitudine) è fondamentale che vi immergiate in questo vangelo apocrifo del freak folk dove Sun Ra, Amon Dull e Jackie-O-Motherfucker vengono invitati a mettere sottosopra le musiche “altre” degli anni 90, nel mezzo di una boscaglia molto vicina alla discarica. Keith Connelly, Dave Shuford, Jason Meagher, John Fell Ryan, Matt Heyner e Dave Nuss, questi i nomi ma la comunità di New York è molto più aperta di qualsiasi formazione rock. Comunità che si moltiplicherà negli anni aggiungendo anche la violinista (?) Michiko.
Suonano una musica rituale, antica, contaminata, urbana. Talvolta affogata nello stordimento, talvolta elegiaca e pastorale, spesso molto drogata, mai accademica e sempre pensata ma mai studiata.
Ma non è solo una questione di sostanze. Voci parole e suoni da una storia che nessuno ha MAI avuto il coraggio di raccontarvi. Un bagno purificatore per alcuni, una tortura per altri. Per me semplicemente un gruppo di capelloni che è stato lo spirito guida attraverso tanti momenti di sconforto della vita. Semplicemente la band americana più influente su tutte le “altre musiche”. Semplicemente geniale. No Neck Blues Band.