","Cina. Esplodono le spese militari","post",1331378483,[57,58],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/spese-militari/",[60,61],"cina","spese militari",{"post_content":63},{"matched_tokens":64,"snippet":66,"value":67},[65],"110","spese militari cinesi arriveranno a \u003Cmark>110\u003C/mark> miliardi di dollari (670 miliardi","Si apre a Pechino la riunione plenaria del Congresso Nazionale del Popolo, e uno dei primi annunci riguarda il budget militare per l’anno in corso: più 11.2%, ovvero le spese militari cinesi arriveranno a \u003Cmark>110\u003C/mark> miliardi di dollari (670 miliardi di yuan, la valuta locale). Ma quello che non si sa, sul budget militare cinese, resta molto: gli analisti infatti concordano nel reputare che la vera cifra dedicata da Pechino alle spese militari sia molto più alta, e proprio lo scorso mese un’inchiesta dell’Ihs Jane’s (una pubblicazione di Intelligence militare) prevedeva che il budget militare arriverà a 238 miliardi di dollari entro il \u003Cmark>2015\u003C/mark>.\r\n\r\nLe cifre ufficiali, infatti, mostrano che la spesa di guerra cinese, nel 2011, è meno dell’1.5% del suo Pil per la difesa, mentre i calcoli di analisti indipendenti metterebbero tale spesa a oltre il 2%. Nei loro calcoli viene tenuto conto anche delle spese per l’esplorazione spaziale, portata avanti dai militari cinesi. La spesa militare cinese è la seconda più alta al mondo, dopo gli Stati Uniti, prevista in 707 miliardi di dollari nel 2012, comprese le missioni militari all’estero.\r\n\r\nQuesta notizia apre una serie di interrogativi sul ruolo di grande potenza – non solo economica – della Cina e sugli scenari del futuro prossimo.\r\nLa decadenza degli Stati Uniti – il cui spaventoso debito pubblico non li porta al default, perché la forza militare rende inesigibile qualsiasi credito, apre le porte a numerosi possibili scenari. Non ultimo quello di un mondo sotto tutela cinese.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/2012-03-07-Salvo-Vaccaro-Cina.mp3\"]\r\n\r\nScarica l'audio",[69],{"field":70,"matched_tokens":71,"snippet":66,"value":67},"post_content",[65],1155199671761633300,{"best_field_score":74,"best_field_weight":35,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":11,"score":75,"tokens_matched":76,"typo_prefix_score":43},"1112386306048","1155199671761633393",2,{"document":78,"highlight":99,"highlights":104,"text_match":107,"text_match_info":108},{"cat_link":79,"category":80,"comment_count":43,"id":81,"is_sticky":43,"permalink":82,"post_author":46,"post_content":83,"post_date":84,"post_excerpt":85,"post_id":81,"post_modified":86,"post_thumbnail":87,"post_thumbnail_html":88,"post_title":89,"post_type":54,"sort_by_date":90,"tag_links":91,"tags":95},[40],[42],"92536","http://radioblackout.org/2024/10/haiti-nella-morsa-tra-violenza-delle-bande-e-possibilita-di-intervento-americane/","A tre anni dall’assassinio del presidente Jovenel Moise, Haiti rimane senza un esecutivo forte: all’incertezza politica, alla crisi e alla progressiva spirale di violenza la comunità internazionale non sembra avere altra risposta che l’invio di forze di polizia con il compito di mantenere il controllo dei centri logistici e delle infrastrutture ed evitare che il paese sprofondi definitivamente nel caos. Pochi giorni fa l’ennesimo massacro (110 morti nella città di Port Condé) ha portato di nuovo l’attenzione dei media internazionali sull’attività delle bande criminali che dominano incontrastate l’arena politica haitiana, forti di una falsa narrazione politica che vede i signori della guerra come protettori della popolazione e la violenza armata organizzata come unica possibilità di pressione per ottenere risposte ai bisogni sociali da un governo debolissimo e corrotto.\r\n\r\nUna situazione di instabilità e tensione che preoccupa sempre di più gli Stati Uniti, che si trovano a confrontarsi con una enorme ondata di immigrazione Haitiana. Da un lato, gli USA aumentano le proprie pressioni sull’ONU per estendere e approfondire le missioni di sicurezza sull’isola, dall’altro il tema dell’immigrazione haitiana sta tenendo banco tra i topic della campagna elettorale americana. Così, mentre Trump attacca gli “aliens” Haitiani accusandoli addirittura di mangiare gli animali domestici dei cittadini americani e iniziano i rimpatri forzati dei migranti che erano riusciti a sfuggire alla violenza dell’isola caraibica, i conservatori degli Stati Uniti si trovano ancora una volta a demonizzare l’eredità politica di un popolo e di un Paese che, nel 1791, fu il primo a liberarsi del dominio coloniale bianco e ad abolire la schiavitù e che, da allora, è stato costantemente osteggiato dagli USA, tra un’occupazione militare durata 18 anni e il finanziamento della brutale dittatura dei Duvalier finita solo nel 1991.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roberto Codazzi, giornalista ed esperto di Haiti.\r\n\r\nARTICOLI:\r\n\r\n \thttps://theconversation.com/the-us-election-has-put-the-spotlight-on-haiti-its-history-reveals-extensive-exploitation-by-the-us-and-france-239193\r\n \thttps://www.splinter.com/american-empire-the-torment-of-haiti\r\n \thttps://jacobin.com/2023/10/haiti-crises-chaos-united-states-foreign-policy-intervention\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/CODAZZIHAITI.mp3\"][/audio]","11 Ottobre 2024","","2024-10-11 15:42:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/GettyImages-1583881075-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/GettyImages-1583881075-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/GettyImages-1583881075-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/GettyImages-1583881075-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/GettyImages-1583881075.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","HAITI NELLA MORSA TRA VIOLENZA DELLE BANDE E POSSIBILITÀ DI INTERVENTO AMERICANE",1728661193,[92,93,94],"http://radioblackout.org/tag/donald-trump/","http://radioblackout.org/tag/haiti/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[96,97,98],"donald trump","haiti","Stati Uniti",{"post_content":100},{"matched_tokens":101,"snippet":102,"value":103},[65],"Pochi giorni fa l’ennesimo massacro (\u003Cmark>110\u003C/mark> morti nella città di Port","A tre anni dall’assassinio del presidente Jovenel Moise, Haiti rimane senza un esecutivo forte: all’incertezza politica, alla crisi e alla progressiva spirale di violenza la comunità internazionale non sembra avere altra risposta che l’invio di forze di polizia con il compito di mantenere il controllo dei centri logistici e delle infrastrutture ed evitare che il paese sprofondi definitivamente nel caos. 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Ne abbiamo parlato con Alessandra Algostino, docente di Diritto Costituzionale all'Università degli Studi di Torino, di cui riprendiamo un inciso da un suo articolo uscito recentemente sul Manifesto\r\n\r\n\"In coerenza con l’istituzionalizzazione della diseguaglianza veicolata dall’autonomia differenziata, apre ad un trasferimento ampio di materie, in una cornice che, con il riferimento alla spesa storica, tende a fotografare e riprodurre le sperequazioni nella concretizzazione dei diritti. Tutto attraverso un processo, ça va sans dire, inscritto nella logica della verticalizzazione del potere e dell’esautoramento del Parlamento (il cui coinvolgimento, nella bozza, è relegato al parere reso dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali e alla ratifica del “disegno di legge di mera approvazione dell’intesa”)\".\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/algostino.mp3\"][/audio]","26 Gennaio 2024","2024-01-30 13:36:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"177\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff-300x177.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff-300x177.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff-1024x605.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff-768x454.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff-1536x908.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/autonomiadiff.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Disuguaglianza sistematica. 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Durante la scorsa settimana e il weekend, c'è stato un tavolo nazionale sulla vertenza di Mondo Convenienza, che coinvolge anche il sito logistico in appalto di Campi Bisenzio, ci sono state le cariche della polizia e una settimana di mobilitazione che, richiamandosi alla lotta dei lavoratori di GKN, si è data il nome di Mondoconvergenza e ha coinvolto i punti vendita Mondoconvenienza di moltissime città italiane. Ci siamo fattx raccontare da Arturo del SI Cobas il clima che si respira fuori dai cancelli, com'è andata la settimana di obilitazione nazionale e le rivendicazioni dei lavoratori di Mondo Convenienza.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/mondoconvenienza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSiti utili:\r\n\r\nMondoconvergenza\r\n\r\nFai una donazione","20 Settembre 2023","2023-09-20 01:30:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/mondoconvergenza-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/mondoconvergenza-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/mondoconvergenza-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/mondoconvergenza.jpeg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mondoconvergenza",1695173453,[155,156,157,158,159,160],"http://radioblackout.org/tag/gkn/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/mondoconvenienza/","http://radioblackout.org/tag/picchetto/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/sicobas/",[162,163,164,165,166,167],"gkn","logistica","mondoconvenienza","picchetto","sciopero","sicobas",{"post_content":169},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":172},[65],"davanti al magazzino da oltre \u003Cmark>110\u003C/mark> giorni. 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Aziende private, fondazioni, banche sono gli attori che in questa città gestiscono, per delega, il patrimonio immobiliare che dovrebbe essere pubblico. All'origine vi sono due fenomeni: il debito creato con le olimpiadi invernali nei confronti di istituti creditizi e poi il fatto di aver investito nei derivati, un gioco in borsa in cui il debito del comune si è amplificato andando così a \"legittimare\" l'alienazione di bene pubblici.\r\n\r\nNell'articolo di Fabio Balocco apparso sul Fatto Quotidiano, viene fatto un excursus dei vari progetti che nella città di Torino hanno visto l'intervento di enti privati nella loro gestione, vendita e utilizzo. Abbiamo approfondito con lui la svendita del patrimonio pubblico e la questione delle presunte compensazioni, le quali vengono spesso utilizzate come arma di ricatto e di giustificazione rispetto a dei progetti che devono essere approvati a beneficio del privato, a fronte di un bilancio comunale completamente in rosso a causa dell'alimentazione del debito.\r\n\r\nUno degli ambiti in cui investimenti privati hanno un canale preferenziale rispetto al pubblico è quello che riguarda la questione abitativa: un esempio eclatante lo ricopre il bonus del 110% . Se in origine sarebbe dovuto essere un dispositivo utile al miglioramento delle condizioni degli immobili, un'opera per la sostenibilità energetica ed ecologica delle abitazioni, in realtà si è immediatamente trasformato in un'occasione di business per il rifacimento delle facciate degli immobili. Al contempo, per quanto riguarda l'edilizia popolare pubblica non vi è alcun investimento, gli stessi fondi del pnrr non sono stati utilizzati per la ristrutturazione delle case popolari, ma per la cosiddetta riqualificazione di alcune zone, come avvenuto con il recente sgombero delle case atc di via Sospello. 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Alla vigilia del terremoto politico che ha investito il governo Draghi & C., il Consiglio dei ministri ha varato il decreto missioni internazionali per l’anno in corso. Principale novità, la partecipazione delle forze armate italiane al dispositivo predisposto dalle autorità qatariote per proteggere militarmente la Fifa World Cup. (…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei Mondiali si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. (4)\r\n\r\nIl petro-emirato del Qatar è oggi il maggiore cliente del complesso militare-industriale-finanziario italiano - Leonardo e Fincantieri in testa - e le lucrose commesse di armi sono state ottenute anche grazie al pressing a tutto campo di presidenti del consiglio, ministri, amministratori delegati, generali e ammiragli. Lo scorso febbraio il gruppo industriale Leonardo S.p.A. ha consegnato all’Aeronautica militare del Qatar sei caccia addestratori avanzati M-346 “Master” realizzati negli stabilimenti di Varese-Venegono. I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. 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Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Settembre 2022","2022-09-13 19:43:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f.jpg 735w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mondiali, militari e gas: la nuova missione militare italiana in Qatar",1663097743,[219,220,221,222,223,224],"http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerini/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari-italiane-allestero/","http://radioblackout.org/tag/mondiali-in-qatar/","http://radioblackout.org/tag/qatar/",[226,227,228,229,230,231],"descalzi","ENI","guerini","missioni militari italiane all'estero","mondiali in qatar","qatar",{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[65],"dagli attuali 77 MTPA a \u003Cmark>110\u003C/mark> MTPA. 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(…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei Mondiali si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. 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I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a \u003Cmark>110\u003C/mark> MTPA. 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(12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[238],{"field":70,"matched_tokens":239,"snippet":235,"value":236},[65],{"best_field_score":109,"best_field_weight":35,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":76,"score":110,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},6692,{"collection_name":54,"first_q":243,"per_page":244,"q":243},"1-10 agosto 2015",6,19,{"facet_counts":247,"found":11,"hits":275,"out_of":361,"page":11,"request_params":362,"search_cutoff":32,"search_time_ms":76},[248,252],{"counts":249,"field_name":250,"sampled":32,"stats":251},[],"podcastfilter",{"total_values":43},{"counts":253,"field_name":31,"sampled":32,"stats":274},[254,256,258,260,262,264,266,268,270,272],{"count":11,"highlighted":255,"value":255},"Bure",{"count":11,"highlighted":257,"value":257},"no nucleare",{"count":11,"highlighted":259,"value":259},"ricerca nucleare",{"count":11,"highlighted":261,"value":261},"società nucleare",{"count":11,"highlighted":263,"value":263},"interramento scorie",{"count":11,"highlighted":265,"value":265},"liberazione della terra",{"count":11,"highlighted":267,"value":267},"devastazione ambientale",{"count":11,"highlighted":269,"value":269},"laboratorio sperimentale",{"count":11,"highlighted":271,"value":271},"deposito scorie nucleari",{"count":11,"highlighted":273,"value":273},"campo antiautoritario ed anticapitalista",{"total_values":35},[276],{"document":277,"highlight":308,"highlights":346,"text_match":355,"text_match_info":356},{"comment_count":43,"id":278,"is_sticky":43,"permalink":279,"podcastfilter":280,"post_author":281,"post_content":282,"post_date":283,"post_excerpt":85,"post_id":278,"post_modified":284,"post_thumbnail":285,"post_title":286,"post_type":287,"sort_by_date":288,"tag_links":289,"tags":304},"29775","http://radioblackout.org/podcast/bure-francia-campo-internazionale-contro-il-nucleare-ed-il-suo-mondo/",[],"dj","Nella puntata di domenica 10 maggio 2015, è andato in onda un contributo realizzato con chi sta partecipando all'organizzazione di un campo antiautoritario ed anticapitalista che si terrà dal primo al 10 agosto 2015 nella Francia orientale, a Bure, sito che è stato scelto come deposito permanente delle scorie nucleari già create e di quelle a venire. 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