","Amicizia \"illimitata\" per interesse: i tre giorni di Xi Jinping in Russia","post",1679496527,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/xi-jinping/",[66,67,15,68],"cina","putin","Xi Jinping",{"post_content":70,"post_title":75},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"amicizia","due presidenti avevano stretto un \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> \"senza limiti\" tra i rispettivi","Xi Jinping, rieletto per un eccezionale terzo mandato alla presidenza cinese, il 20 marzo è andato in Russia ad incontrare il suo pari russo, Vladimir Putin. Un anno fa i due presidenti avevano stretto un \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> \"senza limiti\" tra i rispettivi Stati; quest'occasione pare un tentativo di ribadirla anche in vista della stetta anti-statunitense attuata dai due Paesi.\r\n\r\nAnche le tempistiche sono rilevanti: pochi giorni fa la Corte Penale Internazione ha accusato Putin dei crimini di guerra commessi dal suo esercito in Ucraina, in particolare la deportazione di bambini ucraini in Russia. Sulla sua testa pende ora un mandato di cattura internazionale, ma questo non ha nessun valore legale né per la Russia né per la Cina (ma nemmeno per gli Stati Uniti) perché questi Stati non riconoscono la giurisdizione del Cpi.\r\n\r\nNel primo giorno di visita Xi Jinping ha augurato a Putin la rielezione con queste parole: «sotto la sua forte leadership, la Russia ha fatto grandi passi avanti nel suo prospero sviluppo. Sono sicuro che il popolo russo continuerà a darle il suo fermo sostegno». La volontà della Cina di continuare a interagire con la Russia è alla base di quest'incontro. Dal momento che la Russia è stata sanzionata dagli Stati occidentali, la Repubblica Popolare è diventata uno dei suoi maggiori partner commerciali; i piani cinesi sono di ampliare il volume di questo commercio e prendere il posto delle aziende europee che hanno abbandonato il territorio russo.\r\n\r\nL'amicizia tra i due Paesi è dunque sbilanciata a favore della Cina, in un \"amore per interesse\" che potrà solo avvantaggiarla negli anni a venire, a ovvio discapito degli Stati Uniti.\r\n\r\nAbbiamo parlato della visita del presidente cinese con Gabriele Battaglia, giornalista freelance che ha vissuto diversi anni a Pechino:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Battaglia.22032023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":78},[77],"Amicizia","\u003Cmark>Amicizia\u003C/mark> \"illimitata\" per interesse: i tre giorni di Xi Jinping in Russia",[80,83],{"field":81,"matched_tokens":82,"snippet":78,"value":78},"post_title",[77],{"field":84,"matched_tokens":85,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],578730123365187700,{"best_field_score":88,"best_field_weight":89,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":90,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":92,"highlight":110,"highlights":115,"text_match":86,"text_match_info":118},{"cat_link":93,"category":94,"comment_count":47,"id":95,"is_sticky":47,"permalink":96,"post_author":50,"post_content":97,"post_date":98,"post_excerpt":53,"post_id":95,"post_modified":99,"post_thumbnail":100,"post_thumbnail_html":101,"post_title":102,"post_type":58,"sort_by_date":103,"tag_links":104,"tags":108},[44],[46],"77520","http://radioblackout.org/2022/10/a-foras-sa-nato-corteo-contro-la-nato-e-per-la-liberazione-del-mediterraneo-dalla-guerra/","Una nuova importante manifestazione è stata chiamata dalla rete A Foras contro l'occupazione militare in Sardegna per Domenica 16 Ottobre alla base militare di Capo Frasca.\r\n\r\nUn corteo contro la Nato, contro l'uso della Sardegna e della Corsica in funzione della guerra, per un Mediterraneo di pace e per la sovranità popolare nelle nostre isole. Una lotta che in questo frangente prova a tessere una relazione importante di amicizia e complicità con il movimento corso di liberazione nazionale Core in Fronte, per allargare il discorso contro le basi ad una prospettiva Mediterranea contro l'uso di ogni terra a fini militari e imperialistici.\r\n\r\nUna scommessa importante, col fine di superare la specificità della questione contro le basi solo in Sardegna, e di allargare le maglie di una lotta quanto mai fondamentale nel periodo in cui stiamo vivendo, con lo spettro di un conflitto nucleare in sottofondo e la devastazione bellica in corso in Ucraina (e non solo).\r\nDi tutto ciò ne parliamo con una compagna sarda di Sardinnia Aresti:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/sardegna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","12 Ottobre 2022","2022-10-12 14:11:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/310471515_408190088153319_384363314649301641_n-e1665576553852-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"258\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/310471515_408190088153319_384363314649301641_n-e1665576553852-300x258.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/310471515_408190088153319_384363314649301641_n-e1665576553852-300x258.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/310471515_408190088153319_384363314649301641_n-e1665576553852-1024x882.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/310471515_408190088153319_384363314649301641_n-e1665576553852-768x662.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/310471515_408190088153319_384363314649301641_n-e1665576553852.jpg 1120w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","A Foras sa Nato, corteo contro la Nato e per la liberazione del Mediterraneo dalla guerra",1665583868,[105,106,107],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/nobasi/","http://radioblackout.org/tag/sardegna/",[109,18,26],"guerra",{"post_content":111},{"matched_tokens":112,"snippet":113,"value":114},[72],"tessere una relazione importante di \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> e complicità con il movimento","Una nuova importante manifestazione è stata chiamata dalla rete A Foras contro l'occupazione militare in Sardegna per Domenica 16 Ottobre alla base militare di Capo Frasca.\r\n\r\nUn corteo contro la Nato, contro l'uso della Sardegna e della Corsica in funzione della guerra, per un Mediterraneo di pace e per la sovranità popolare nelle nostre isole. 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Il ricorso era stato presentato il 14 febbraio da un gruppo di sei persone, tra cui l’avvocata Azza Maghur e l’ex ministro della giustizia libico Salah al Marghani.\r\n“Il memorandum sarà subito sospeso, fino al pieno svolgimento del processo”, ha scritto in una sentenza la corte d’appello di Tripoli. Il ricorso presentato dai sei libici contesta l’accordo tra l’Italia e la Libia sia nel merito sia nella forma. Da una parte, secondo i promotori, il governo di Al Sarraj non ha il mandato per firmare l’accordo sui migranti con l’Italia, perché non ha ancora ricevuto la fiducia dei parlamentari libici che si sono ritirati a Tobruk nel 2014. Il parlamento di Tobruk aveva definito l’accordo tra Libia e Italia “nullo” perché il governo di unità nazionale “non ha uno status legittimo”.\r\nSecondo i ricorrenti, inoltre, l’intesa comporta impegni onerosi da parte di Tripoli, che non sono contenuti nel trattato di amicizia tra Italia e Libia stipulato nel 2008, a cui il memorandum fa riferimento. I libici hanno sollevato dei dubbi, inoltre, sui finanziamenti previsti da parte dell’Italia, che non sono stati quantificati, in cambio di un impegno altrettanto vago sul controllo dei flussi migratori da parte di Tripoli.\r\n\r\nIntanto il 20 marzo Fayez al Sarraj ha partecipato a Roma al vertice dei ministri dell’interno di Italia, Libia, Austria, Francia, Germania, Malta, Slovenia, Svizzera e Tunisia sul traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale. I ministri europei hanno dato la loro disponibilità a inviare aiuti economici ed equipaggiamenti a Tripoli. Al Sarraj ha chiesto aiuti per 800 milioni di euro, oltre a quattro elicotteri e a venti imbarcazioni. Il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos ha precisato che 90 dei 200 milioni di euro che l’Unione europea ha stanziato per combattere il traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale sono destinati alla Libia. Tuttavia le organizzazioni internazionali e le Nazioni Unite hanno ripetutamente denunciato i rischi di questo accordo che affida alla guardia costiera libica il pattugliamento delle coste.\r\n\r\nLa guardia costiera libica è infatti stata ripetutamente accusata di aver attaccato le imbarcazioni che soccorrono i migranti, di sparare contro i rifugiati e di aver provocato il naufragio di alcune imbarcazioni. Sotto accusa anche i centri di detenzione per migranti nel paese, sia quelli gestiti dal governo sia quelli gestiti dalle milizie, nei quali i migranti hanno spesso denunciato di essere stati vittime di torture, abusi e violenze di ogni tipo. Nei primi tre mesi del 2017 sono arrivati in Italia via mare 25mila migranti, le persone morte o scomparse nelle stesso periodo di tempo lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono state 559.\r\n\r\nIl governo Al Sarraj conferma la propria debolezza. Il primo ministro dell'unico governo internazionalmente riconosciuto, nei fatti è a malapena il sindaco di Tripoli, la capitale di uno Stato fallito, dove l'unico potere è nelle mani delle milizie che si contendono il territorio. I governi sono almeno tre, oltre a quello di Tripoli, c'è quello di Gwuill e delle sue milizie islamiche, mentre il padrone a Est è il generale Haftar, già fedelissimo di Gheddafi, poi in esilio ed ora a capo della Cirenaica, con il potente appoggio dell'Egitto e, più recentemente, della Russia, che sta allargando la propria sfera di influenza nel Mediterraneo meridionale.\r\n\r\nL'Italia, pur essendo l'unico paese europeo ad aver aperto un'ambasciata a Tripoli gioca su più tavoli. Gli impianti ENI nella zona di Mellita, controllata da potenti e pericolose milizie, non hanno mai smesso di pompare petrolio da quando, nel 2014, è scoppiata la guerra civile nella ex colonia italiana.\r\nLa scorsa settimana il governo italiano, per la prima volta, ha inviato aiuti in Cirenaica. É sin troppo chiaro che non è una banale operazione umanitaria, ma un segnale chiaro al generale Haftar.\r\n\r\nIl governo italiano gioca su tutti i tavoli una partita che, dietro le quinte, ha un solo vero protagonista, l'Ente Nazionale Idrocarburi, il cane a quattro zampe, che si aggira senza problemi in mezzo alla guerra civile, persino in zone dove anche per gli operatori dell'informazione è molto difficile entrare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una di loro, Francesca Mannocchi, giornalista free lance, che ha più volte attraversato la Libia in guerra.\r\n\r\nAscolta la sua diretta:\r\n\r\n2017 03 28 libia france mannocchi","28 Marzo 2017","2017-03-29 11:49:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/eni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/eni-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/eni-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/eni.jpg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Libia. 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Lo stupro è stato filmato con un telefonino ed esibito come un trofeo nei giorni e nei mesi seguenti, tempo che ha permesso a moltissima gente di vedere il video ma evidentemente di non \"riconoscere\" la violenza.\r\nParliamo ora di questa vicenda perché per anni chi ha stuprato ha continuato a frequentare le compagne e i compagni di quella città ed ha continuato ad avere un'agibilità politica per noi inammissibile.\r\n\r\nRadio Blackout non è un collettivo politico, non è un gruppo di persone affini e non ha un'identità ben definita. Al suo interno convivono realtà, collettivi e singole persone anche molto diverse tra loro, individualità differenti per appartenza e pratica politica. Per questi motivi raramente nella sua storia, Blackout ha preso una posizione ufficiale e pubblica. Tuttavia le persone che attraversano questo spazio condividono valori che sono assoluti e assunti da ognuna e ognuno di noi: l'antifascismo, l'antisessismo, l'anticapitalismo e l'antirazzismo. Chi non condivide questi valori non è compatibile con noi. Questa premessa serva per indicare quale peso possa avere una presa di posizione collettiva e condivisa da ogni partecipante alla vita della nostra radio.\r\n\r\nPurtroppo per comprendere meglio la gravità dei fatti e lo schifo che si prova è meglio raccontare bene cosa è accaduto: nel 2015 le forze dell'ordine nel corso di un'indagine condotta a seguito di un'azione antifascista contro la sede locale di CasaPound, vengono in possesso del cellulare contenente il video che a quanto pare circolava tranquillamente tra i vari militanti. Identificano la ragazza e la convocano in caserma. Possiamo solo immaginare che cosa sia stato per Claudia quell'interrogatorio e che cosa possa aver provato nel vedere il video in cui viene stuprata in stato di incoscienza in compagnia dei carabinieri. Claudia riconosce dei volti, forse delle voci. Alla fine i bravi compagni vengono denunciati per stupro. La reazione degli amici e delle amiche di queste persone è stata quella di stringersi intorno al gruppo e gridare all'infamia. Claudia da quel momento in poi viene minacciata, insultata e allontanata dai luoghi di ritrovo del movimento. Nessuno tra quelli che hanno puntato il dito contro di lei le ha mai chiesto come stesse o come fossero andate le cose. Nessuno ha mai detto pubblicamente che quello che aveva subito questa ragazza era un abominio inaccettabile. Nessuno ha mai detto chiaramente che quello era uno stupro e in quanto tale avrebbe dovuto scatenare reazioni e condanne che non ci sono mai state.\r\n\r\nNon ci interessa cosa facesse questa ragazza e chi frequentasse prima e dopo lo stupro , ma lo schifo, la rabbia e la tristezza che proviamo è per tutto quello che è accaduto dopo, per tutte le parole spese per far diventare lei carnefice e vittime gli stupratori, per il muro di omertà che ha nascosto l'accaduto, perché alcuni hanno detto che i panni sporchi si lavano in famiglia e lei non avrebbe dovuto denunciare i compagni e perché è prevalsa l'idea che in fondo lei fosse un'estranea al movimento e invece il gruppo va sempre e comunque difeso.\r\n\r\nSe una donna che ha subito violenza viene descritta come infame perché denuncia gli stupratori, allora simmetricamente chi tace su uno stupro è anch'egli stupratore.\r\n\r\nNon ci interessa cosa abbia fatto o detto dopo questa ragazza, il problema è a monte e chi non vuole accettare questa realtà è in malafede. Ciò che è successo è la conseguenza di una violenza di gruppo, non ci sono altre parole.\r\n\r\nCome un arto in cancrena va amputato immediatamente, così bisogna avere il coraggio e la volontà di recidere ogni legame con chi stupra, si deve allontanare dai nostri spazi e dalle nostre lotte chi si dichiara antifascista e abusa sessualmente di una ragazza priva di coscienza. Lo stupro è un atto di fascismo, di prevaricazione e prepotenza del più forte nei confronti del più debole. Chi stupra NON è un compagno, per noi sicuramente non lo è, ma non lo è neanche chi sa e tace, chi sa e non prende una posizione, chi sa e non agisce, chi sa ma preferisce sminuire l'accaduto, chi sa e mantiene ancora legami di affetto e amicizia e soprattutto non ha il coraggio di decidere da che parte stare veramente e recidere con un taglio netto ciò che non ci appartiene.\r\n\r\n\r\nRadio Blackout Torino, dicembre 2016\r\n\r\nper saperne di più:\r\nhttps://abbattoimuri.wordpress.com/2016/11/30/circa-i-fatti-di-parma-nella-sede-della-raf-come-riparare-4-crepe-prima-che-qualcosa-si-rompa-per-sempre/\r\nhttps://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2016/12/parma-sessismo-nel-movimento","20 Dicembre 2016","2016-12-22 18:34:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/index-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"240\" height=\"160\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/index.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Comunicato sui fatti di Parma",1482262850,[],[],{"post_content":177},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[72],"ancora legami di affetto e \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> e soprattutto non ha il","Il coraggio di recidere\r\n\r\n\r\nStorie che non vorremmo MAI raccontare, solidarietà che non dovremmo MAI avere il bisogno di esprimere, eppure in questo dicembre 2016 come Radio Blackout sentiamo la necessità di esprimere la nostra solidarietà e vicinanza nei confronti di Claudia, vittima di uno stupro di gruppo avvenuto nel 2010 all'interno di uno spazio di movimento, ad opera di alcuni sedicenti \"compagni\" aderenti alla Rete Anti Fascista di Parma. Lo stupro è stato filmato con un telefonino ed esibito come un trofeo nei giorni e nei mesi seguenti, tempo che ha permesso a moltissima gente di vedere il video ma evidentemente di non \"riconoscere\" la violenza.\r\nParliamo ora di questa vicenda perché per anni chi ha stuprato ha continuato a frequentare le compagne e i compagni di quella città ed ha continuato ad avere un'agibilità politica per noi inammissibile.\r\n\r\nRadio Blackout non è un collettivo politico, non è un gruppo di persone affini e non ha un'identità ben definita. Al suo interno convivono realtà, collettivi e singole persone anche molto diverse tra loro, individualità differenti per appartenza e pratica politica. Per questi motivi raramente nella sua storia, Blackout ha preso una posizione ufficiale e pubblica. Tuttavia le persone che attraversano questo spazio condividono valori che sono assoluti e assunti da ognuna e ognuno di noi: l'antifascismo, l'antisessismo, l'anticapitalismo e l'antirazzismo. Chi non condivide questi valori non è compatibile con noi. Questa premessa serva per indicare quale peso possa avere una presa di posizione collettiva e condivisa da ogni partecipante alla vita della nostra radio.\r\n\r\nPurtroppo per comprendere meglio la gravità dei fatti e lo schifo che si prova è meglio raccontare bene cosa è accaduto: nel 2015 le forze dell'ordine nel corso di un'indagine condotta a seguito di un'azione antifascista contro la sede locale di CasaPound, vengono in possesso del cellulare contenente il video che a quanto pare circolava tranquillamente tra i vari militanti. Identificano la ragazza e la convocano in caserma. Possiamo solo immaginare che cosa sia stato per Claudia quell'interrogatorio e che cosa possa aver provato nel vedere il video in cui viene stuprata in stato di incoscienza in compagnia dei carabinieri. Claudia riconosce dei volti, forse delle voci. Alla fine i bravi compagni vengono denunciati per stupro. La reazione degli amici e delle amiche di queste persone è stata quella di stringersi intorno al gruppo e gridare all'infamia. Claudia da quel momento in poi viene minacciata, insultata e allontanata dai luoghi di ritrovo del movimento. Nessuno tra quelli che hanno puntato il dito contro di lei le ha mai chiesto come stesse o come fossero andate le cose. Nessuno ha mai detto pubblicamente che quello che aveva subito questa ragazza era un abominio inaccettabile. Nessuno ha mai detto chiaramente che quello era uno stupro e in quanto tale avrebbe dovuto scatenare reazioni e condanne che non ci sono mai state.\r\n\r\nNon ci interessa cosa facesse questa ragazza e chi frequentasse prima e dopo lo stupro , ma lo schifo, la rabbia e la tristezza che proviamo è per tutto quello che è accaduto dopo, per tutte le parole spese per far diventare lei carnefice e vittime gli stupratori, per il muro di omertà che ha nascosto l'accaduto, perché alcuni hanno detto che i panni sporchi si lavano in famiglia e lei non avrebbe dovuto denunciare i compagni e perché è prevalsa l'idea che in fondo lei fosse un'estranea al movimento e invece il gruppo va sempre e comunque difeso.\r\n\r\nSe una donna che ha subito violenza viene descritta come infame perché denuncia gli stupratori, allora simmetricamente chi tace su uno stupro è anch'egli stupratore.\r\n\r\nNon ci interessa cosa abbia fatto o detto dopo questa ragazza, il problema è a monte e chi non vuole accettare questa realtà è in malafede. Ciò che è successo è la conseguenza di una violenza di gruppo, non ci sono altre parole.\r\n\r\nCome un arto in cancrena va amputato immediatamente, così bisogna avere il coraggio e la volontà di recidere ogni legame con chi stupra, si deve allontanare dai nostri spazi e dalle nostre lotte chi si dichiara antifascista e abusa sessualmente di una ragazza priva di coscienza. Lo stupro è un atto di fascismo, di prevaricazione e prepotenza del più forte nei confronti del più debole. Chi stupra NON è un compagno, per noi sicuramente non lo è, ma non lo è neanche chi sa e tace, chi sa e non prende una posizione, chi sa e non agisce, chi sa ma preferisce sminuire l'accaduto, chi sa e mantiene ancora legami di affetto e \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> e soprattutto non ha il coraggio di decidere da che parte stare veramente e recidere con un taglio netto ciò che non ci appartiene.\r\n\r\n\r\nRadio Blackout Torino, dicembre 2016\r\n\r\nper saperne di più:\r\nhttps://abbattoimuri.wordpress.com/2016/11/30/circa-i-fatti-di-parma-nella-sede-della-raf-come-riparare-4-crepe-prima-che-qualcosa-si-rompa-per-sempre/\r\nhttps://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2016/12/parma-sessismo-nel-movimento",[182],{"field":84,"matched_tokens":183,"snippet":179,"value":180},[72],{"best_field_score":88,"best_field_weight":119,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":120,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":186,"highlight":203,"highlights":208,"text_match":86,"text_match_info":211},{"cat_link":187,"category":188,"comment_count":47,"id":189,"is_sticky":47,"permalink":190,"post_author":50,"post_content":191,"post_date":192,"post_excerpt":53,"post_id":189,"post_modified":193,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":194,"post_type":58,"sort_by_date":195,"tag_links":196,"tags":200},[44],[46],"18953","http://radioblackout.org/2013/10/la-storia-di-leonarda-e-le-espulsioni-della-republique/","La vicenda di Leonarda - la ragazzina Rom kosovara nata in Italia e residente a Parigi ma espulsa dalla Francia in ottemperanza alle leggi francesi sull'immigrazione che fanno ampio ricorso ai 'rimpatrii coatti' - evidenzia tutte le brutture di una sinistra francese stretta tra la rincorsa del securitarismo lepeniano e l'osservanza di un proceduralismo normativo che arriva ad interferire brutalmente nella vita quotidiana.\r\nPer la legislazione francese, Leonarda e la sua famiglia risiedevano illegalmente a Levier, città del sud-est francese vicina al confine con la Svizzera nel quale erano arrivati ormai diverso tempo fa, nel 2009. Tra due mesi avrebbero finalmente ricevuto le pratiche per la 'regolarizzazione' dopo anni di infiniti ostacoli burocratici e legislativi che costellano la vita dei migranti che arrivano nella Fortezza Europa.\r\nNonostante questo il governo ha emesso un mandato di espulsione per Leonarda, i suoi cinque fratelli e la madre e lo scorso 9 ottobre la polizia di Levier si è presentata in casa loro per prelevarli e rendere effettiva l'espulsione e il conseguente rimpatrio forzato in Kosovo. La follia della vicenda si è caricata di tratti ancora più inumani e vergognosi quando gli agenti hanno scoperto che la studentessa non era in casa perché stava partecipando ad una gita assieme alla sua classe: a quel punto la polizia ha immediatamente bloccato il pullman sul quale si trovava la scolaresca e, sotto lo sguardo attonito dei compagni di classe e dell'insegnante che hanno tentato di opporsi in ogni modo, hanno forzatamente scortato Leonarda all'aeroporto per imbarcarla verso Mitrovica.\r\nLa notizia ha fatto scalpore solo grazie all'auto-attivazione dei compagni e delle compagne di classe di Leonarda, che si sono autoconvocati indicendo manifestazioni pubbliche a Parigi e nel resto della Francia. Il corpo vivo degli studenti medi francesi scrolla un paese assopito e addormentato, battendosi contro la disumana osservanza repubblicana di leggi nemiche dei più umani e basici sentimenti di solidarietà e amicizia. La manifestazione più grande è stata quella di venerdì 18 ottobre nella capitale, conclusasi con scontri tra studenti e polizia nei pressi della Place de la Nation.\r\nSulla vicenda abbiamo fatto una chiacchierata con Simona, dottoranda in filosofia politica a Parigi (e anche co-redattrice di una trasmissione radiofonica su blackout momentanemaente sospesa \"Interefrenze\").\r\nsimona_francia_espuulsione","22 Ottobre 2013","2013-10-25 12:02:39","La storia di Leonarda e le espulsioni della République",1382448001,[197,198,199],"http://radioblackout.org/tag/espulsioni/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/hollande/",[201,202,28],"espulsioni","francia",{"post_content":204},{"matched_tokens":205,"snippet":206,"value":207},[72],"basici sentimenti di solidarietà e \u003Cmark>amicizia\u003C/mark>. 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Ne è scaturito un quadro degli attuali nodi che stringono la società messicana, nascosti sotto la narrazione che vede Claudia Sheinbaum come figura positiva e impegnata in riforme utili per il suo popolo, ma… le giornate dense della storia politica del Mexico che cadenzano settembre e ottobre si legano alla Palestina, anche perché sono 7 i messicani rapiti dai sionisti perché facenti parte degli equipaggi della Flottilla e la presidenta ha chiesto il rilascio immediato e ha denunciato una volta di più il genocidio dei gazawi, ma c’è contemporaneamente l’istituzione di un gruppo parlamentare di amicizia israelo-messicana e intanto ci sono stati presidi e cortei selvaggi a partire dal ministero degli Esteri.Altra spina nel fianco della postura da socialismo populista di Claudia Sheinbaum sono le politiche neoliberali imposte dal Fmi che proseguono anche con il governo morenista, e le ondate repressive nei confronti degli indigeni e le riforme agrarie che toccano anche il sistema degli ejidos comunitari di tradizione non solo zapatista; le grandi opere volte a unire le due coste; la volontà perseguita a ogni livello di sminuire le realtà più radicali del partito al potere, a cominciare dall’Ezln – che infatti denuncia aggressioni e minacce portate dal latifondo, ma come sempre usando istituzioni locali e federali… il tutto mentre necropolitica e narcotraffico impongono la convivenza con la violenza incontrollata a cui sono sottoposte innanzitutto le comunità più esposte per mancanza di mezzi\n\n\n\n\n\n\n\nL’originalità delle rivolte della Generazione Z \n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/gen-z-madagascar-e-marocco-tra-rivolta-generazionale-e-lotta-di-classe--68013009\n\n\n\n\nIniziarono i nigeriani di Lagos, poi l’altra megalopoli africana del colonialismo britannico: Nairobi; per non parlare ancora prima di Dakar. intanto la Milk Tea Revolution si aggirava per la Thailandia e il Myanmar dopo il golpe. Il virus delle bandiere prestate dal manga One Piece, dove – non a caso – un gruppo di giovani si ribella a una società distopica e oppressiva, si è diffuso in Sudest asiatico per approdare in Bangla Desh, Nepal e Indonesia, finendo per tornare nel continente africano. Nessun leader, nessuna faccia da esporre, piuttosto appunto la bandiera comune in tutto il mondo, che trova una comunanza anche nella comunicazione mediatica.Con Mauro Indelicato tentiamo di analizzare similitudini e differenze tra il contemporaneo insorgere di giovani in rivolta (à la Camus) sia in Marocco che in Madagascar. Si sottolinea il forte peso della generazione Z, che in Africa si distacca enormemente dai genitori, perché urbanizzati, iperscolarizzati e con grande dimestichezza con le tecnologie digitali e un forte distacco dalle tradizioni etniche e le sue divisioni; la differenza con i grandi rivoluzionari degli anni Sessanta è che il superamento delle divisioni tribali non è indotto ideologicamente ma fa parte della prassi quotidiana di condivisione dei medesimi disagi per esempio negli slum che ospitano indiscriminatamente tutti, con gli stessi problemi – in Madagascar per esempio la mancanza d’acqua e di energia elettrica han fatto da detonatore alla rivolta – e parlando la stessa lingua. Invece i repressori governativi hanno imparato dalle gendarmerie della madre patria e a quei metodi si attengono.Il muro che viene picconato ora è quello tra la Generazione Z vicino alla globalizzazione, rispetto alle abitudini culturali dei genitori, immaginando un’Africa finalmente indipendente davvero. Il divario tra speranza digitale e cruda realtà rende l’espressione del malcontento attraverso il sarcasmo e la satira digitali un mezzo naturale per sfogarsi e chiedere un cambiamento. I giovani hanno risposto a questa contraddizione con un sarcasmo tagliente online La molla delle rivolte è comunque legata ai bisogni e quindi si può definire come una lotta di classe che si va a sovrapporre a quella intergenerazionale di superamento di prassi tradizionali che vengono travolte dalle richieste che animano la protesta di cancellare le disparità e l’ingiustizia: una crisi che si estende oltre l’istruzione e la sanità, fino all’intera struttura della giustizia sociale.La Generazione Z ha deciso di testare per la prima volta la capacità della mobilitazione digitale di trasformarsi in protesta collettiva, segnando un nuovo percorso nel rapporto tra giovani e stato, un potere in mano a un’élite di vecchi corrotta, che vive nell’opulenza, in un contesto di corruzione e repressione generalizzata … ma ancora per poco.","4 Ottobre 2025","2025-10-05 01:45:31","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 02/10/2025 – MENTRE SEGUIAMO LE LOTTE ANTISIONISTE IN DIFESA DEI GAZAWI ANCHE IN MEXICO, DIAMO SPAZIO ALLE LOTTE DELLA GENERAZIONE Z IN MADAGASCAR E MAROCCO E ANALIZZIAMO L’USO DEI “WAR BOND” PER FINANZIARE IL GENOCIDIO","podcast",1759604929,[269,270,271,272,273,274,275,276,277,278,279,280,281,282,283,284,285,286,287,288,289,290,291,292,293,294],"https://radioblackout.org/tag/akhannouch/","https://radioblackout.org/tag/amlo/","https://radioblackout.org/tag/antananarivo/","https://radioblackout.org/tag/ayotzinapa/","https://radioblackout.org/tag/casablanca/","https://radioblackout.org/tag/chiapas/","https://radioblackout.org/tag/cuarta-transformation/","https://radioblackout.org/tag/discord/","https://radioblackout.org/tag/ejidos/","https://radioblackout.org/tag/ezln/","https://radioblackout.org/tag/genz/","https://radioblackout.org/tag/genz212/","https://radioblackout.org/tag/gsis/","https://radioblackout.org/tag/madagascar/","https://radioblackout.org/tag/marocco/","https://radioblackout.org/tag/mexico/","https://radioblackout.org/tag/morena/","https://radioblackout.org/tag/necropolitica-2/","https://radioblackout.org/tag/orgullomexicano/","https://radioblackout.org/tag/presidenta/","https://radioblackout.org/tag/rabat-2/","https://radioblackout.org/tag/rajoelina/","https://radioblackout.org/tag/ravelonarivo/","https://radioblackout.org/tag/sheinbaum/","https://radioblackout.org/tag/tlatelolco/","https://radioblackout.org/tag/zocalo/",[296,297,298,299,300,301,302,303,304,305,306,307,308,309,310,311,237,249,251,243,233,241,247,239,245,235],"akhannouch","amlo","antananarivo","ayotzinapa","casablanca","Chiapas","cuarta.transformation","discord","ejidos","ezln","genZ","GenZ212","GSIS","Madagascar","marocco","mexico",{"post_content":313},{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":316},[72],"di un gruppo parlamentare di \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> israelo-messicana e intanto ci sono","La puntata è stata dedicata doverosamente alle dirette delle manifestazioni a sostegno della Global Sudum Flottilla, inserendo alcuni interventi coerenti con la policy della trasmissione e così abbiamo dato spazio ai cortei e concerti solidali con Gaza che si sono tenuti in Mexico con Francesco, un redattore di Radio Blackout da qualche mese inserito nella realtà messicana che ha potuto così parlarci anche dei problemi delle popolazioni indigene e della lotta zapatista, oltre alla necropolitica dei narcos . Ma contemporaneamente altre lotte vedono animare le piazze africane , che evidenziano il disagio della generazione Z che sventola la bandiera di One Piece, il manga che ha ispirato le lotte ultimamente in Nepal e Indonesia: Mauro Indelicato ci ha aiutato a sviscerare quanto di lotta generazionale e quanto di lotta di classe infarcisce quelle situazioni ancora in questi giorni represse brutalmente in Madagascar (dove i giovani sono riusciti a far cadere il governo, ma non il presidente Rajoelina) e in Marocco.Infine in diretta corrispondenza con ciò che filtrava dai microfoni aperti sulle piazze in lotta a difesa dei gazawi, Alessandro Volpi ha potuto spiegarci le strategie finanziarie che consentono allo stato ebraico di finanziare le sue guerre e i suoi massacri. \n\n\n\n\n\n\n\nChi può capire le vittime di un genocidio meglio di un messicano?\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/il-mexico-in-piazza-squarcia-il-velo-mediatico-di-claudia-sheinbaum--68005023\n\n\n\n\nA partire dalle manifestazioni in corso in Mexico sul filo che unisce l’indignazione antisionista per il genocidio di Gaza con l’annuale ricorrenza il 2 ottobre 1968 del massacro di Tlatelolco, a sua volta collegata con la rabbia per la mancanza di una verità sancita dalle istituzioni sulla strage di Ayotzinapa, avvenuta il 26 settembre 2014.Questo ci ha dato lo spunto per sentire Francesco, redattore di Radio Blackout in Mexico ormai da alcuni mesi, che ha potuto così approfondire e allargare gli umori delle oceaniche piazze messicane in favore della lotta palestinese (il 6 settembre centinaia di migliaia di persone hanno animato lo Zocalo nel Distrito Federal al concerto di Residente che ha chiamato sul palco i superstiti di una famiglia gazawi, scatenando l’empatia solidale). Ne è scaturito un quadro degli attuali nodi che stringono la società messicana, nascosti sotto la narrazione che vede Claudia Sheinbaum come figura positiva e impegnata in riforme utili per il suo popolo, ma… le giornate dense della storia politica del Mexico che cadenzano settembre e ottobre si legano alla Palestina, anche perché sono 7 i messicani rapiti dai sionisti perché facenti parte degli equipaggi della Flottilla e la presidenta ha chiesto il rilascio immediato e ha denunciato una volta di più il genocidio dei gazawi, ma c’è contemporaneamente l’istituzione di un gruppo parlamentare di \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> israelo-messicana e intanto ci sono stati presidi e cortei selvaggi a partire dal ministero degli Esteri.Altra spina nel fianco della postura da socialismo populista di Claudia Sheinbaum sono le politiche neoliberali imposte dal Fmi che proseguono anche con il governo morenista, e le ondate repressive nei confronti degli indigeni e le riforme agrarie che toccano anche il sistema degli ejidos comunitari di tradizione non solo zapatista; le grandi opere volte a unire le due coste; la volontà perseguita a ogni livello di sminuire le realtà più radicali del partito al potere, a cominciare dall’Ezln – che infatti denuncia aggressioni e minacce portate dal latifondo, ma come sempre usando istituzioni locali e federali… il tutto mentre necropolitica e narcotraffico impongono la convivenza con la violenza incontrollata a cui sono sottoposte innanzitutto le comunità più esposte per mancanza di mezzi\n\n\n\n\n\n\n\nL’originalità delle rivolte della Generazione Z \n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/gen-z-madagascar-e-marocco-tra-rivolta-generazionale-e-lotta-di-classe--68013009\n\n\n\n\nIniziarono i nigeriani di Lagos, poi l’altra megalopoli africana del colonialismo britannico: Nairobi; per non parlare ancora prima di Dakar. intanto la Milk Tea Revolution si aggirava per la Thailandia e il Myanmar dopo il golpe. Il virus delle bandiere prestate dal manga One Piece, dove – non a caso – un gruppo di giovani si ribella a una società distopica e oppressiva, si è diffuso in Sudest asiatico per approdare in Bangla Desh, Nepal e Indonesia, finendo per tornare nel continente africano. Nessun leader, nessuna faccia da esporre, piuttosto appunto la bandiera comune in tutto il mondo, che trova una comunanza anche nella comunicazione mediatica.Con Mauro Indelicato tentiamo di analizzare similitudini e differenze tra il contemporaneo insorgere di giovani in rivolta (à la Camus) sia in Marocco che in Madagascar. Si sottolinea il forte peso della generazione Z, che in Africa si distacca enormemente dai genitori, perché urbanizzati, iperscolarizzati e con grande dimestichezza con le tecnologie digitali e un forte distacco dalle tradizioni etniche e le sue divisioni; la differenza con i grandi rivoluzionari degli anni Sessanta è che il superamento delle divisioni tribali non è indotto ideologicamente ma fa parte della prassi quotidiana di condivisione dei medesimi disagi per esempio negli slum che ospitano indiscriminatamente tutti, con gli stessi problemi – in Madagascar per esempio la mancanza d’acqua e di energia elettrica han fatto da detonatore alla rivolta – e parlando la stessa lingua. Invece i repressori governativi hanno imparato dalle gendarmerie della madre patria e a quei metodi si attengono.Il muro che viene picconato ora è quello tra la Generazione Z vicino alla globalizzazione, rispetto alle abitudini culturali dei genitori, immaginando un’Africa finalmente indipendente davvero. Il divario tra speranza digitale e cruda realtà rende l’espressione del malcontento attraverso il sarcasmo e la satira digitali un mezzo naturale per sfogarsi e chiedere un cambiamento. I giovani hanno risposto a questa contraddizione con un sarcasmo tagliente online La molla delle rivolte è comunque legata ai bisogni e quindi si può definire come una lotta di classe che si va a sovrapporre a quella intergenerazionale di superamento di prassi tradizionali che vengono travolte dalle richieste che animano la protesta di cancellare le disparità e l’ingiustizia: una crisi che si estende oltre l’istruzione e la sanità, fino all’intera struttura della giustizia sociale.La Generazione Z ha deciso di testare per la prima volta la capacità della mobilitazione digitale di trasformarsi in protesta collettiva, segnando un nuovo percorso nel rapporto tra giovani e stato, un potere in mano a un’élite di vecchi corrotta, che vive nell’opulenza, in un contesto di corruzione e repressione generalizzata … ma ancora per poco.",[318],{"field":84,"matched_tokens":319,"snippet":315,"value":316},[72],{"best_field_score":88,"best_field_weight":119,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":120,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":322,"highlight":337,"highlights":342,"text_match":86,"text_match_info":345},{"comment_count":47,"id":323,"is_sticky":47,"permalink":324,"podcastfilter":325,"post_author":326,"post_content":327,"post_date":328,"post_excerpt":53,"post_id":323,"post_modified":329,"post_thumbnail":330,"post_title":331,"post_type":266,"sort_by_date":332,"tag_links":333,"tags":336},"90522","http://radioblackout.org/podcast/resetclub-14-giugno-2024-special-guest-mix-olaru/",[225],"resetclub","Special Guest Mix di questa puntata OlaRU\r\n\r\nOlaRu è un produttore DJ rumeno. Fin dall'adolescenza è attratto dalla musica, iniziando a imparare a mixare e produrre musica elettronica. Nel 2012, insieme ad Ante Gabriel, fonda MT Club Division e inizia a far i primi set alle feste. Nel 2014 ha pubblicato il suo primo EP sotto l'etichetta discografica Quanticman Records. Il 2016 è l'anno in cui torna nella sua città natale, dove avvia diversi progetti con Horatio, il proprietario della Quanticman Records, Natural Rhythm Records. Dal 2018 inizia a collaborare con Forward Agency e crea una bellissima amicizia con il titolare Moise Costel. Ha l'onore di condividere la consolle con nomi famosi della scena musicale elettronica internazionale (Joey Daniel, Just2, Luca M, Vid, Stefano Noferini, Simina Grigoriu, Carlo Lio, Alex Kennon, Nusha, Steffen Baumann, ecc.). Nel 2021 si trasferisce a Milano iniziando a collaborare con la Defora Records. dal 2023 diventa dj resident dello Shabba Berlin Club. I suoi set hanno un impronta minimal house e risultano sul dance floor piacevoli d'impatto e mai banali.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/dj-set-per-radio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","17 Giugno 2024","2024-06-17 19:11:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/1718379939577-200x110.jpg","Resetclub 14 Giugno 2024 Special Guest Mix OLARU",1718651395,[334,335],"http://radioblackout.org/tag/podcast/","http://radioblackout.org/tag/resetclub/",[266,326],{"post_content":338},{"matched_tokens":339,"snippet":340,"value":341},[72],"Agency e crea una bellissima \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> con il titolare Moise Costel.","Special Guest Mix di questa puntata OlaRU\r\n\r\nOlaRu è un produttore DJ rumeno. Fin dall'adolescenza è attratto dalla musica, iniziando a imparare a mixare e produrre musica elettronica. Nel 2012, insieme ad Ante Gabriel, fonda MT Club Division e inizia a far i primi set alle feste. 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In questa puntata parleremo di musica, ricette, concerti e potrete sentire tutto il disco \"Mangiatutto\" dei Mangiatutto (si, disco e collettivo hanno lo stesso nome).\r\n\r\nIl comunicato del Mangiatutto:\r\n\r\nMangiatutto si prostra tenero e grato ai dolci piedi di Radio Blackout; onora con laude chi ascolta, vicino e lontano.\r\n\r\nOggi, nel 14esimo giorno del crudele aprile anno domini 2022, Mangiatutto delega con gioia pieni poteri ai suoi irreprensibili figli Pix e Guidu, testimoni del verbo auuu!\r\n\r\nLa nostra preghiera d'amore giunga integra e soffice anche all'ospitale Ristoradio ed alla magnanima Dottoressa Antonomasia, che vengono qui chiamati a decantare a gran voce le nostre tavole di legge:\r\n\r\n1. Mangiatutto opera d'arte totale o meglio l'arte inalzata alla sfera del banale. L' arte, ovvero sia il suo concetto, ci fa cacare.\r\n2. Mangiatutto ingrossa fauci e ventraglia a cucchiaiate di fantasia. Poi digerisce e ne fa potere.\r\n3. Mangiatutto ricorda: il quotidiano è il pane.\r\n\r\nTre punti, compagne, cittadine e fratelle da non dimenticare.\r\n\r\nPer concludere, un pensierino a ritmo:\r\n\r\nMangiatutto e radio blackout\r\nIf listen US dirai uau\r\nRistoreggiamo a volte ratelliamo\r\nRomanticheggiamo because truly amiamo\r\nWith doc antonomasia amicizia vera \r\nMangiatutto let's drinking juice of pera.\r\n\r\nPS: pix e guidu questo messaggio è solo per voi: se toppate qualcosa lo Sba non sopravviverà alla notte.\r\n\r\n \r\n\r\nTracklist:\r\n\r\nGelati\r\n\r\nUluloni\r\n\r\nAlpenliebe\r\n\r\nSilvano\r\n\r\n100 Fois\r\n\r\nSeduction\r\n\r\nBove\r\n\r\nCeffi\r\n\r\nSaraghi\r\n\r\nGigi\r\n\r\nSuliman\r\n\r\nMassi","5 Maggio 2022","2022-07-10 20:05:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/mangiatutto-rbo-200x110.jpeg","RISTORADIO feat. 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Cerchiamo di riempire la sala, soddisfacendo i musicisti e gli spettatori, spendendo poco (o niente). Questa come sfida potrebbe già bastare da sola. Ma vorremmo che questa \"sfida\" fosse anche da \"dentro\". Tra di noi c'è sempre un certo umorismo quando si parla di jazz. E' una deformazione culturale che quei bastardi di critici e avvoltoi vari delle labels sono riusciti ad imporci. Si parla del jazz come di Socrate, o delle Piramidi, della lineare B, di cose autorevolissime e persino un po' inquietanti ma estremamente vecchie e noiose, riservate ad un pubblico di bavosi in grisaglia. E' come se il significato di questa musica, la sua comprensibilità, fossero rimaste intrappolate in un mondo a parte, appannggio di una casta di \"sacerdoti\" chiamati a spiegarla in termini più specifici del nostro semplice godimentio estetico.\r\nCon la musica jazz abbiamo un conto aperto, poiché troppo spesso, come ascoltatori, abbiamo messo la ragione davanti al cuore, i modelli culturali e qualsiasi altro metro di paragone possibile per decifrarla, cercando incessantemente di spostare l'ignoto sulla tavola dei comandi decifrabili. Errore! E' ora di rialzare le orecchie. Il Jazz NON E' musica colta riservata ad una casta di ottimati, ma sensazione, che tracima dall'anima e si trascrive, persino istantaneamente (senza spartiti, idee, preconcetti), in forme diversissime, comprensibili ed accessibili a tutti. Non è un caso che i primi a capirla siano i bambini, dotati di istinto più che cultura. Il jazz è amicizia, rispetto, talvolta simbiosi, che possono durare una vita. Il jazz è comunicazione, in tutte le forme possibili, interazione, linguaggio non scritto. Il jazz è un codice sonico infine semplice che nasce dalle musiche che abbiamo dentro. Esiste a prescindere da che cosa sia. Spiegarlo con gli strumenti razionali sarebbe noioso, stupido, inutile. Come fai a spiegare un fiore con il linguaggio della scienza, quando basta guardarlo e annusarlo per carpire almeno una parte del mistero naturale.\r\nHo visto recentemente Han Bennink spiegare la musica ad un gruppo di (attentissimi) bambini. Bennink, quasi 80 anni, elegantissimo mette un piede con scarpa sul rullante ed inizia a produrre un ritmo isterico e tribale alternando come superficie battente il suo piede appunto, e il rullante. “Da quando ho 6 anni suono le bacchette sulle scarpe, sul tavolo, sul formaggio”, dice Bennink. “La musica è dappertutto e nasce ogni volta che la chiamo, semrpe diversa”. Sorprendentemente nessun bambino ha fatto commenti del cazzo tipo \"ma non si suona così la batteria!\". Tutti hanno compreso il senso ultimo. Sono sicuro che molti, tra qualche anno, potranno ritrovare quel signore così alla mano. E' uno dei più grandi musicisti di questo secolo. Ma non ditelo a nessuno, potreste rovinare un segreto.\r\n5 dischi per prenderla diversamente, 5 percorsi intrecciati su strade solitarie, 5 idee di come tutto si sintetizzi in un'alchemia oscura che nessuno potrà mai spiegare con la ragione. Buon ascolto!!\r\nFrancois Tusques Intercommunal Free Dance Music Orchestra - Après La Marée Noire. Vers une Musique Bretonne Nouvelle\r\nLa marèe noire. Potrebe andare bene per descriverlo. Tusques e soci hanno costruito un'orchestrona free con scampoli del folklore bretone. Aggiungendo un pizzico di blues alle melodie antiche dell'oceano. Ricontestualizzando la bombarda come strumento da banda per quel suo suono vagamente \"a conchiglia\" hanno spostato l'asticella verso un passato semplice che deve assolutamente essere riscoperto prima che il mondo (dicevano, a ragione) venga spazzato via.\r\nPer una associazione gustativa a questa frase e a questo disco può valere come spiegazione questa immagine: Un gruppo di amici si riunisce a sera davanti a roquefort, burro salato, ostriche e birre rosse per parlare di come non sia poi così tanto lontano il passato.\r\nPeter Brotzmann Trio - Live at Hannover, Funkhaus des NDR 1974\r\nNon so se suonare un pianoforte da concerto con le chiavi di casa rientri nel concetto di musica contemporanea improvvisata. D'altronde non so nemmeno se quello fosse l'abbigliamento giusto per l'occasione e poi non si sa chi dia queste premi, chi stabilisca questi confini. Ad ogni modo una delle immagini più belle di quella stagione infinita è tutta nei 50 minuti di questo concerto. Ciò che Brotzmann intendeva con, Reaching the borders of music.\r\nIl concerto inizia con la storia delle chiavi, appunto. Fred Van hove a petto nudo che tortura un piano mentre bennink, suona un strumento autocostruito che ricorda qualcosa di primitivo, come un bastone pastorizio etrusco. Con respiro circolare, giusto anticipato da rapide fiammate, entra precisissimo anche Peter, così Han schiaffeggia le pelli e la locomotiva può partire.\r\nQuesto è un manifesto, più che alla musica, agli obiettivi ed agli istinti dell'uomo. E' una celebrazione, per quanto intima di un successo del secolo scorso, d'un'idea di libertà che da vicino ricorda le idee felici dell'anarchismo.\r\n\r\nJimmy Giuffre/Seteve Swallow/Paul Bley - Graz 1961\r\nQuanti piccoli segni di disturbo sulla pagina seriosa, come macchiette di vino su una camicia immacolata... perchè, non è vero che la storia del Jazz potrebbe essere scritta raccontando solo le pisciate fuori dal vaso?\r\nLa seconda fase della vita artistica di uno dei massimi geni del jazz contemporaneo è costellata da un meraviglioso abbandono melodico. Forse nel 1961 nessuno avrebbe potuto anticipare che queste meccaniche avrebbero scavalcato l'east river, finendo sulle labbra di Ayler e di lì in tutto il mondo con il nome di piuma di free jazz. E' una musica gentile, sempre aggrappata al clarinetto di Giuffrè, perfetto esecutore di melodie intricate che suggeriscono una leggera inquietudine. Un effetto simile alla leggera euforia dell'alcol, una brezza, una foglia caduta. Hic et Nunc destinato a durare per sempre. Vedesi i 3 di Ken Vandermark per capire quanto grande è stato questo silenzioso signore.\r\n\r\nMasayuki Takayanagi New Direction Unit - Live At Moers Festival [1980 2001 Blind Mice]\r\nJojo è stat un creativo ma prima ancora un coraggioso sperimentatore. Ci vuole poco perchè ti dicano \"masturbatore\", \"rumorista\", \"idiosincratico\". Questo a lui non lo potremmo mai dire, tanta è stata l'alternanza tra cool in acustico e sprazzi di rumore puro.\r\nAl prestigioso festival olandese questo quartetto di \"allievi delle tenebre\" porta l'esperienza della free music vista da Est, più l'inquietante e imitatissimo suono fatto di spasmi e contrazioni timbriche su fondo bruno. Se gli europei guardavano a gli afroamericani per superarli a destra, i giapponesi sfogliano antiche carte di riso, dove sono raccontate le incomprensibili regole dell'arte chiamata Onkyo. Un metodo di composizione istantanea tanto semplice quanto innovativo, chiedete ad Haino, per esempio, quanto questa musica sappia aprire varchi nelle tenebre, spostando grandi masse di note con una sensazione dinamica spaziale, ma su spazi chiusi e intasati che possono far pensare ad una minuscola pagoda. Takayanagi dal verso suo fa il samurai. Dice e non dice. Fino ad esplodere in una delle più belle polluzioni solistiche che mi ricordi, l'inquietante e licantropesca chiosa del concerto, affidata alla lunare \"subconscious lee\". Almeno una volta nella vita lo consiglio.\r\n\r\nMario Schiano con Ganelin Trio - A Concert in Moscow and Vilnius [1968]\r\nFile under appuntamenti al di là del muro.\r\nQuando il ministero per la propaganda rispose seccamente a Vladislav Ganelin che non era il caso che la Russia comunista fosse meglio degli americani anche nel jazz e nella musica d'avanguardia, ci azzeccò e di brutto.\r\nLa storia fu che Ganelin si trasferì a produrre dischi in Estonia, sperimentando una alchimia tutta sovietica che fondeva avanguardia e post-bop in una cornice radicalmente altra.\r\nSu questi nastri registrati tra Mosca e Vilnius ci sono diversi indizi storici. Ma per carpirli bisogna penetrare questo mistero e farsi trasportare, semplicemente, dai mood di Schiano e Ganelin. Artisti che facevano applaudire il pubblico prima del dovuto, musicisti immensi capaci di produrre melodie invincibili e rumori sfrenati, uomini capaci di giocare ad inventare mondi che non ci sono per sfuggire all'esistente. La censura, compreso il pericoloso movente sovversivo, farà il suo lavoro, finchè molti preziosi lavori non saranno recuperati da una ex spia russa di nome Leo Feigin e ristampati in cd.","13 Novembre 2014","2018-10-17 22:09:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/jacberrocal-200x110.jpg","Ma quale musica colta...",1415881806,[],[],{"post_content":384},{"matched_tokens":385,"snippet":386,"value":387},[72],"che cultura. Il jazz è \u003Cmark>amicizia\u003C/mark>, rispetto, talvolta simbiosi, che possono","Con le serate dedicate al jazz, raccogliamo una duplice sfida: anzitutto verso l'”esterno”. Cerchiamo di riempire la sala, soddisfacendo i musicisti e gli spettatori, spendendo poco (o niente). Questa come sfida potrebbe già bastare da sola. Ma vorremmo che questa \"sfida\" fosse anche da \"dentro\". Tra di noi c'è sempre un certo umorismo quando si parla di jazz. E' una deformazione culturale che quei bastardi di critici e avvoltoi vari delle labels sono riusciti ad imporci. Si parla del jazz come di Socrate, o delle Piramidi, della lineare B, di cose autorevolissime e persino un po' inquietanti ma estremamente vecchie e noiose, riservate ad un pubblico di bavosi in grisaglia. E' come se il significato di questa musica, la sua comprensibilità, fossero rimaste intrappolate in un mondo a parte, appannggio di una casta di \"sacerdoti\" chiamati a spiegarla in termini più specifici del nostro semplice godimentio estetico.\r\nCon la musica jazz abbiamo un conto aperto, poiché troppo spesso, come ascoltatori, abbiamo messo la ragione davanti al cuore, i modelli culturali e qualsiasi altro metro di paragone possibile per decifrarla, cercando incessantemente di spostare l'ignoto sulla tavola dei comandi decifrabili. Errore! E' ora di rialzare le orecchie. Il Jazz NON E' musica colta riservata ad una casta di ottimati, ma sensazione, che tracima dall'anima e si trascrive, persino istantaneamente (senza spartiti, idee, preconcetti), in forme diversissime, comprensibili ed accessibili a tutti. Non è un caso che i primi a capirla siano i bambini, dotati di istinto più che cultura. Il jazz è \u003Cmark>amicizia\u003C/mark>, rispetto, talvolta simbiosi, che possono durare una vita. Il jazz è comunicazione, in tutte le forme possibili, interazione, linguaggio non scritto. Il jazz è un codice sonico infine semplice che nasce dalle musiche che abbiamo dentro. Esiste a prescindere da che cosa sia. Spiegarlo con gli strumenti razionali sarebbe noioso, stupido, inutile. Come fai a spiegare un fiore con il linguaggio della scienza, quando basta guardarlo e annusarlo per carpire almeno una parte del mistero naturale.\r\nHo visto recentemente Han Bennink spiegare la musica ad un gruppo di (attentissimi) bambini. Bennink, quasi 80 anni, elegantissimo mette un piede con scarpa sul rullante ed inizia a produrre un ritmo isterico e tribale alternando come superficie battente il suo piede appunto, e il rullante. “Da quando ho 6 anni suono le bacchette sulle scarpe, sul tavolo, sul formaggio”, dice Bennink. “La musica è dappertutto e nasce ogni volta che la chiamo, semrpe diversa”. Sorprendentemente nessun bambino ha fatto commenti del cazzo tipo \"ma non si suona così la batteria!\". Tutti hanno compreso il senso ultimo. Sono sicuro che molti, tra qualche anno, potranno ritrovare quel signore così alla mano. E' uno dei più grandi musicisti di questo secolo. Ma non ditelo a nessuno, potreste rovinare un segreto.\r\n5 dischi per prenderla diversamente, 5 percorsi intrecciati su strade solitarie, 5 idee di come tutto si sintetizzi in un'alchemia oscura che nessuno potrà mai spiegare con la ragione. Buon ascolto!!\r\nFrancois Tusques Intercommunal Free Dance Music Orchestra - Après La Marée Noire. Vers une Musique Bretonne Nouvelle\r\nLa marèe noire. Potrebe andare bene per descriverlo. Tusques e soci hanno costruito un'orchestrona free con scampoli del folklore bretone. Aggiungendo un pizzico di blues alle melodie antiche dell'oceano. Ricontestualizzando la bombarda come strumento da banda per quel suo suono vagamente \"a conchiglia\" hanno spostato l'asticella verso un passato semplice che deve assolutamente essere riscoperto prima che il mondo (dicevano, a ragione) venga spazzato via.\r\nPer una associazione gustativa a questa frase e a questo disco può valere come spiegazione questa immagine: Un gruppo di amici si riunisce a sera davanti a roquefort, burro salato, ostriche e birre rosse per parlare di come non sia poi così tanto lontano il passato.\r\nPeter Brotzmann Trio - Live at Hannover, Funkhaus des NDR 1974\r\nNon so se suonare un pianoforte da concerto con le chiavi di casa rientri nel concetto di musica contemporanea improvvisata. D'altronde non so nemmeno se quello fosse l'abbigliamento giusto per l'occasione e poi non si sa chi dia queste premi, chi stabilisca questi confini. Ad ogni modo una delle immagini più belle di quella stagione infinita è tutta nei 50 minuti di questo concerto. Ciò che Brotzmann intendeva con, Reaching the borders of music.\r\nIl concerto inizia con la storia delle chiavi, appunto. Fred Van hove a petto nudo che tortura un piano mentre bennink, suona un strumento autocostruito che ricorda qualcosa di primitivo, come un bastone pastorizio etrusco. Con respiro circolare, giusto anticipato da rapide fiammate, entra precisissimo anche Peter, così Han schiaffeggia le pelli e la locomotiva può partire.\r\nQuesto è un manifesto, più che alla musica, agli obiettivi ed agli istinti dell'uomo. E' una celebrazione, per quanto intima di un successo del secolo scorso, d'un'idea di libertà che da vicino ricorda le idee felici dell'anarchismo.\r\n\r\nJimmy Giuffre/Seteve Swallow/Paul Bley - Graz 1961\r\nQuanti piccoli segni di disturbo sulla pagina seriosa, come macchiette di vino su una camicia immacolata... perchè, non è vero che la storia del Jazz potrebbe essere scritta raccontando solo le pisciate fuori dal vaso?\r\nLa seconda fase della vita artistica di uno dei massimi geni del jazz contemporaneo è costellata da un meraviglioso abbandono melodico. Forse nel 1961 nessuno avrebbe potuto anticipare che queste meccaniche avrebbero scavalcato l'east river, finendo sulle labbra di Ayler e di lì in tutto il mondo con il nome di piuma di free jazz. E' una musica gentile, sempre aggrappata al clarinetto di Giuffrè, perfetto esecutore di melodie intricate che suggeriscono una leggera inquietudine. Un effetto simile alla leggera euforia dell'alcol, una brezza, una foglia caduta. Hic et Nunc destinato a durare per sempre. Vedesi i 3 di Ken Vandermark per capire quanto grande è stato questo silenzioso signore.\r\n\r\nMasayuki Takayanagi New Direction Unit - Live At Moers Festival [1980 2001 Blind Mice]\r\nJojo è stat un creativo ma prima ancora un coraggioso sperimentatore. Ci vuole poco perchè ti dicano \"masturbatore\", \"rumorista\", \"idiosincratico\". Questo a lui non lo potremmo mai dire, tanta è stata l'alternanza tra cool in acustico e sprazzi di rumore puro.\r\nAl prestigioso festival olandese questo quartetto di \"allievi delle tenebre\" porta l'esperienza della free music vista da Est, più l'inquietante e imitatissimo suono fatto di spasmi e contrazioni timbriche su fondo bruno. Se gli europei guardavano a gli afroamericani per superarli a destra, i giapponesi sfogliano antiche carte di riso, dove sono raccontate le incomprensibili regole dell'arte chiamata Onkyo. Un metodo di composizione istantanea tanto semplice quanto innovativo, chiedete ad Haino, per esempio, quanto questa musica sappia aprire varchi nelle tenebre, spostando grandi masse di note con una sensazione dinamica spaziale, ma su spazi chiusi e intasati che possono far pensare ad una minuscola pagoda. Takayanagi dal verso suo fa il samurai. Dice e non dice. Fino ad esplodere in una delle più belle polluzioni solistiche che mi ricordi, l'inquietante e licantropesca chiosa del concerto, affidata alla lunare \"subconscious lee\". Almeno una volta nella vita lo consiglio.\r\n\r\nMario Schiano con Ganelin Trio - A Concert in Moscow and Vilnius [1968]\r\nFile under appuntamenti al di là del muro.\r\nQuando il ministero per la propaganda rispose seccamente a Vladislav Ganelin che non era il caso che la Russia comunista fosse meglio degli americani anche nel jazz e nella musica d'avanguardia, ci azzeccò e di brutto.\r\nLa storia fu che Ganelin si trasferì a produrre dischi in Estonia, sperimentando una alchimia tutta sovietica che fondeva avanguardia e post-bop in una cornice radicalmente altra.\r\nSu questi nastri registrati tra Mosca e Vilnius ci sono diversi indizi storici. Ma per carpirli bisogna penetrare questo mistero e farsi trasportare, semplicemente, dai mood di Schiano e Ganelin. Artisti che facevano applaudire il pubblico prima del dovuto, musicisti immensi capaci di produrre melodie invincibili e rumori sfrenati, uomini capaci di giocare ad inventare mondi che non ci sono per sfuggire all'esistente. 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Le banche presenti in questa lista si impegnano a monitorare ogni operazione da loro compiuta per impedire il riciclaggio di denaro. Bertone e i consiglieri dello IOR hanno particolarmente avversato la creazione, prevista dalla Legge 127, di una Autorità di Informazione Finanziaria (A.I.F.) avente il compito di controllare ogni movimento di denaro relativo al Vaticano.\r\nIl 30 dicembre 2010 Benedetto XVI, ha istituito con un atto ufficiale, l’AIF, e nell’autunno del 2011 la Segreteria di Stato e il management dello IOR hanno provveduto a modificare la Legge 127, limitando fortemente i poteri dell’AIF.\r\nL’intervento è stato giustificato dicendo che le modifiche apportate avrebbero reso lo IOR ancora più aderente agli standard internazionali di trasparenza, ma in realtà una visita ispettiva della Moneyval, gruppo del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio dei vari Paesi, ha valutato la Legge modificata da Bertone con otto note negative e due positive, mentre la versione voluta da Gotti-Tedeschi era stata valutata con sei note positive e quattro negative.\r\nLa sfiducia e l’allontanamento di Gotti-Tedeschi si spiegano solo con l’interesse del management IOR di conservare quei clienti un po’ “speciali” che farebbero a meno della banca vaticana nel momento in cui questa acquisisse delle modalità etiche e trasparenti.\r\nLa posizione di Benedetto XVI è al momento poco chiara: appoggiare la manovra Bertone, rinunciando per sempre a fare pulizia nella curia romana e nella banca vaticana, o far prevalere un minimo di senso etico, cacciare Bertone e far fuori tutti i consiglieri (potentissimi) dello IOR?\r\nUna cosa è sicura: qualsiasi cosa dovesse decidere Ratzinger, lo scontro non è certo tra buoni (il martire Gotti-Tedeschi) e cattivi (Bertone e consiglieri IOR), ma tra potentati della destra liberista cattolica che lottano tra di loro per conquistare maggior potere. Una lotta tra squali della politica e dell’alta finanza che potrebbero essere appoggiati o meno da Benedetto XVI alla luce di ragioni che saranno sempre e comunque ragioni di stato, mai ragioni evangeliche. Benedetto XVI non è certo l’agnello in mezzo ai lupi, come vorrebbero farlo apparire quei vaticanisti che non possono più nascondere lo sbando morale della curia romana e cercano almeno di salvare “il capo”. Ratzinger infatti è stato per anni l’artefice delle scelte politiche dell’ex Sant’Uffizio e in merito a giochi di potere non ha da imparare niente da nessuno.\r\n\r\nUltim’ora\r\nDopo un periodo di riflessione pare che sia delineata la linea che Benedetto XVI ha intenzione di tenere: sembra che Tarcisio Bertone, nonostante l’antica amicizia con il pontefice, verrà affiancato da una gruppo di cardinali e accompagnato dolcemente alla pensione! \r\n\r\nMolti vaticanisti provano a spiegare questa scelta come conseguenza del Vatileaks, ma dal mio punto di vista il problema della fuga di notizie dovuta al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, è solo un detournement volto a gettare fumo negli occhi della pubblica opinione. I veri problemi della curia romana sono dati dalle lobby che sgomitano per ottenere maggior potere e dai singoli potenti, anche laici, che spadroneggiano in Vaticano.\r\n\r\nLe scelte di Benedetto XVI potranno essere lette come riformatrici ed etiche solo se oltre alla testa di Bertone salteranno i grandi della finanza internazionale che si annidano nel management IOR e nei meandri della corte papale. Se questi resteranno al loro posto, Ratzinger avrà solo sacrificato un vecchio amico per far tacere i giornalisti, lasciando che in Vaticano tutto continui come sempre.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con il proprio vaticanista di riferimento, Paolo Iervese.\r\nL’intervista è stata realizzata poco prima della decisione di Ratzinger di “sacrificare” il vecchio compagno di merende Bertone e chiarisce molto bene i meccanismi (e lo scontro di potere) all’interno della chiesa cattolica (anche) in vista della successione dell’anziano Benedetto XVI.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/2012-06-17-iervese-ior-bertone-breve.mp3|titles=2012 06 17 iervese ior bertone breve]\r\n\r\nScarica l’audio","25 Giugno 2012","Ettore Gotti-Tedeschi , presidente e membro dello IOR (Istituto per le Opere di Religione, la banca vaticana), è stato prima sospeso dai suoi incarichi, poi definitivamente espulso dallo IOR, per iniziativa del Segretario di Stato Tarcisio Berone e del management della banca. \r\nLo scontro tra Gotti-Tedeschi, liberista convinto (ha dichiarato di dedicare il 100% del proprio tempo a Dio e il 100% al denaro!) e Tarcisio Bertone é stato provocato dall’intenzione di Gotti-Tedeschi di mettere a punto una legge (Legge 127) in grado di riformare la finanza vaticana, permettendo allo IOR di entrare nella White List degli stati europei con i più alti standard di trasparenza. Le banche presenti in questa lista si impegnano a monitorare ogni operazione da loro compiuta per impedire il riciclaggio di denaro. Bertone e i consiglieri dello IOR hanno particolarmente avversato la creazione, prevista dalla Legge 127, di una Autorità di Informazione Finanziaria (A.I.F.) avente il compito di controllare ogni movimento di denaro relativo al Vaticano. \r\nIl 30 dicembre 2010 Benedetto XVI, ha istituito con un atto ufficiale, l’AIF, e nell’autunno del 2011 la Segreteria di Stato e il management dello IOR hanno provveduto a modificare la Legge 127, limitando fortemente i poteri dell’AIF. \r\nL’intervento è stato giustificato dicendo che le modifiche apportate avrebbero reso lo IOR ancora più aderente agli standard internazionali di trasparenza, ma in realtà una visita ispettiva della Moneyval, gruppo del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio dei vari Paesi, ha valutato la Legge modificata da Bertone con otto note negative e due positive, mentre la versione voluta da Gotti-Tedeschi era stata valutata con sei note positive e quattro negative.\r\nLa sfiducia e l’allontanamento di Gotti-Tedeschi si spiegano solo con l’interesse del management IOR di conservare quei clienti un po’ “speciali” che farebbero a meno della banca vaticana nel momento in cui questa acquisisse delle modalità etiche e trasparenti.\r\nLa posizione di Benedetto XVI è al momento poco chiara: appoggiare la manovra Bertone, rinunciando per sempre a fare pulizia nella curia romana e nella banca vaticana, o far prevalere un minimo di senso etico, cacciare Bertone e far fuori tutti i consiglieri (potentissimi) dello IOR?\r\nUna cosa è sicura: qualsiasi cosa dovesse decidere Ratzinger, lo scontro non è certo tra buoni (il martire Gotti-Tedeschi) e cattivi (Bertone e consiglieri IOR), ma tra potentati della destra liberista cattolica che lottano tra di loro per conquistare maggior potere. Una lotta tra squali della politica e dell’alta finanza che potrebbero essere appoggiati o meno da Benedetto XVI alla luce di ragioni che saranno sempre e comunque ragioni di stato, mai ragioni evangeliche. Benedetto XVI non è certo l’agnello in mezzo ai lupi, come vorrebbero farlo apparire quei vaticanisti che non possono più nascondere lo sbando morale della curia romana e cercano almeno di salvare “il capo”. Ratzinger infatti è stato per anni l’artefice delle scelte politiche dell’ex Sant’Uffizio e in merito a giochi di potere non ha da imparare niente da nessuno. \r\n\r\nUltim’ora\r\nDopo un periodo di riflessione pare che sia delineata la linea che Benedetto XVI ha intenzione di tenere: sembra che Tarcisio Bertone, nonostante l’antica amicizia con il pontefice, verrà affiancato da una gruppo di cardinali e accompagnato dolcemente alla pensione! \r\nMolti vaticanisti provano a spiegare questa scelta come conseguenza del Vatileaks, ma dal mio punto di vista il problema della fuga di notizie dovuta al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, è solo un detournement volto a gettare fumo negli occhi della pubblica opinione. I veri problemi della curia romana sono dati dalle lobby che sgomitano per ottenere maggior potere e dai singoli potenti, anche laici, che spadroneggiano in Vaticano. \r\nLe scelte di Benedetto XVI potranno essere lette come riformatrici ed etiche solo se oltre alla testa di Bertone salteranno i grandi della finanza internazionale che si annidano nel management IOR e nei meandri della corte papale. 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Bertone e i consiglieri dello IOR hanno particolarmente avversato la creazione, prevista dalla Legge 127, di una Autorità di Informazione Finanziaria (A.I.F.) avente il compito di controllare ogni movimento di denaro relativo al Vaticano.\r\nIl 30 dicembre 2010 Benedetto XVI, ha istituito con un atto ufficiale, l’AIF, e nell’autunno del 2011 la Segreteria di Stato e il management dello IOR hanno provveduto a modificare la Legge 127, limitando fortemente i poteri dell’AIF.\r\nL’intervento è stato giustificato dicendo che le modifiche apportate avrebbero reso lo IOR ancora più aderente agli standard internazionali di trasparenza, ma in realtà una visita ispettiva della Moneyval, gruppo del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio dei vari Paesi, ha valutato la Legge modificata da Bertone con otto note negative e due positive, mentre la versione voluta da Gotti-Tedeschi era stata valutata con sei note positive e quattro negative.\r\nLa sfiducia e l’allontanamento di Gotti-Tedeschi si spiegano solo con l’interesse del management IOR di conservare quei clienti un po’ “speciali” che farebbero a meno della banca vaticana nel momento in cui questa acquisisse delle modalità etiche e trasparenti.\r\nLa posizione di Benedetto XVI è al momento poco chiara: appoggiare la manovra Bertone, rinunciando per sempre a fare pulizia nella curia romana e nella banca vaticana, o far prevalere un minimo di senso etico, cacciare Bertone e far fuori tutti i consiglieri (potentissimi) dello IOR?\r\nUna cosa è sicura: qualsiasi cosa dovesse decidere Ratzinger, lo scontro non è certo tra buoni (il martire Gotti-Tedeschi) e cattivi (Bertone e consiglieri IOR), ma tra potentati della destra liberista cattolica che lottano tra di loro per conquistare maggior potere. Una lotta tra squali della politica e dell’alta finanza che potrebbero essere appoggiati o meno da Benedetto XVI alla luce di ragioni che saranno sempre e comunque ragioni di stato, mai ragioni evangeliche. Benedetto XVI non è certo l’agnello in mezzo ai lupi, come vorrebbero farlo apparire quei vaticanisti che non possono più nascondere lo sbando morale della curia romana e cercano almeno di salvare “il capo”. Ratzinger infatti è stato per anni l’artefice delle scelte politiche dell’ex Sant’Uffizio e in merito a giochi di potere non ha da imparare niente da nessuno.\r\n\r\nUltim’ora\r\nDopo un periodo di riflessione pare che sia delineata la linea che Benedetto XVI ha intenzione di tenere: sembra che Tarcisio Bertone, nonostante l’antica \u003Cmark>amicizia\u003C/mark> con il pontefice, verrà affiancato da una gruppo di cardinali e accompagnato dolcemente alla pensione! \r\n\r\nMolti vaticanisti provano a spiegare questa scelta come conseguenza del Vatileaks, ma dal mio punto di vista il problema della fuga di notizie dovuta al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, è solo un detournement volto a gettare fumo negli occhi della pubblica opinione. I veri problemi della curia romana sono dati dalle lobby che sgomitano per ottenere maggior potere e dai singoli potenti, anche laici, che spadroneggiano in Vaticano.\r\n\r\nLe scelte di Benedetto XVI potranno essere lette come riformatrici ed etiche solo se oltre alla testa di Bertone salteranno i grandi della finanza internazionale che si annidano nel management IOR e nei meandri della corte papale. Se questi resteranno al loro posto, Ratzinger avrà solo sacrificato un vecchio amico per far tacere i giornalisti, lasciando che in Vaticano tutto continui come sempre.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con il proprio vaticanista di riferimento, Paolo Iervese.\r\nL’intervista è stata realizzata poco prima della decisione di Ratzinger di “sacrificare” il vecchio compagno di merende Bertone e chiarisce molto bene i meccanismi (e lo scontro di potere) all’interno della chiesa cattolica (anche) in vista della successione dell’anziano Benedetto XVI.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/2012-06-17-iervese-ior-bertone-breve.mp3|titles=2012 06 17 iervese ior bertone breve]\r\n\r\nScarica l’audio",[428],{"field":84,"matched_tokens":429,"snippet":425,"value":426},[72],{"best_field_score":88,"best_field_weight":119,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":120,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},6650,{"collection_name":266,"first_q":72,"per_page":214,"q":72},["Reactive",434],{},["Set"],["ShallowReactive",437],{"$f5mM16KMlupfF9lG-vs2HVUIdytKn57MMiAke2g1LXWc":-1,"$fierrTuX-0y8Tisnj0D-r4dj6r48VFOnHKThFHjwdHZY":-1},true,"/search?query=amicizia"]