","Gli aventi diritto al permesso in appello erano il 70%","post",1498960086,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/appello-per-migranti/","http://radioblackout.org/tag/commissione/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/permessi-di-soggiorno/",[66,67,68,69],"Appello per migranti","commissione","migranti","permessi di soggiorno",{"post_content":71,"tags":75},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[67],"che veniva sistematicamente promanato dalla \u003Cmark>commissione\u003C/mark> chiamata a decidere del destino","Sono balle quelle di Salvini sparate a reti unificate che nessuno ha diritto al permesso di soggiorno sussidiario o al riconoscimento di rifugiato, perché sono il 70 per cento i migranti che al riesame dell'appello conseguivano il titolo... quando esisteva l'Appello. Cancellato non a caso da Minniti che si è messo in testa con Orlando di risolvere il problema migratorio senza perder voti.\r\n\r\nOltre alla fissazione di Minniti di spostare le frontiere a sud della Libia: una nuova forma di colonialismo migratorio, l'idea del sinistro Orlando è stata quella di eliminare l'appello al diniego in prima istanza che veniva sistematicamente promanato dalla \u003Cmark>commissione\u003C/mark> chiamata a decidere del destino di un migrante, considerandolo degno di un permesso da rifugiato o sussidiario, oppure un migrante economico (come furono da sempre le migrazioni: spinte da fame, miseria sempre); la selezione che Macron ha espresso verbalmente e che solo l'ipocrisia italiana evita di replicare: infatti quando poi il richiedente andava in appello al 70 per cento i racconti non potevano venire ignorati e dimostravano che c'erano tutti i motivi per fuggire...\r\n\r\nPeraltro anche l'emergenza è esagerata, visto che siamo 60 milioni e sul territorio italiano sono duecentomila i richiedenti asilo. Si sta solo giocando sulle vite altrui, cercando di lucrare il più possibile, mettendo sempre ulteriori paletti per rendere faticoso il lavoro di chi cerca di difendere i diritti dei migranti, anche nelle aule dove si riuniscono le commissioni, il più delle volte con la sentenza già scritta con un biglietto annesso per un charter per il rimpatrio forzato.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo parlato di questa situazione creata dalla cancellazione dell'appello con l'avvocato Eugenio Losco\r\n\r\n \r\n\r\ncancellazione appello alla \u003Cmark>commissione\u003C/mark> migranti",[76,78,81,83],{"matched_tokens":77,"snippet":66},[],{"matched_tokens":79,"snippet":80},[67],"\u003Cmark>commissione\u003C/mark>",{"matched_tokens":82,"snippet":68},[],{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],[86,92],{"field":36,"indices":87,"matched_tokens":89,"snippets":91},[88],1,[90],[67],[80],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":73,"value":74},"post_content",[67],578730123365712000,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":100,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",{"document":102,"highlight":122,"highlights":131,"text_match":137,"text_match_info":138},{"cat_link":103,"category":104,"comment_count":48,"id":105,"is_sticky":48,"permalink":106,"post_author":31,"post_content":107,"post_date":108,"post_excerpt":53,"post_id":105,"post_modified":109,"post_thumbnail":110,"post_thumbnail_html":111,"post_title":112,"post_type":58,"sort_by_date":113,"tag_links":114,"tags":118},[45],[47],"38976","http://radioblackout.org/2016/11/tunisia-si-aprono-i-lavori-della-commissione-per-la-giustizia-di-transizione/","A 6 anni di distanza dalla rivoluzione che alla fine all’inizio del 2011 portò alla cacciata del dittatore Ben Ali, la Tunisia affronta la storia degli ultimi 60 anni del paese, cioè da un anno prima che la Tunisia ottenesse l'indipendenza dalla Francia fino al dicembre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 17 novembre sono infatti iniziate le audizioni pubbliche della 'Commissione verità e dignità' - 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Lo sciopero era stato indetto il 25 giugno perché da quell’aeroporto, che non è uno scalo militare, sarebbero dovuti transitare missili diretti in Medio Oriente. In realtà poi il volo è stato annullato, lo sciopero revocato resta però il pronunciamento della Commissione. Per “i garanti” il trasporto di armi è quello di un bene pubblico essenziale, come il cibo e le medicine. Questo pronunciamento ,contestato dagli organizzatori dello sciopero ,dimostra come la logica dell'’economia di guerra e la limitazione dei diritti e delle libertà del lavoro sono strettamente collegati e conseguenza diretta .\r\nIl salto di qualità è evidente ,proibire a lavoratori di scioperare, per non operare su un carico di armi , significa anche militarizzare nei fatti questi lavoratori. Se le armi diventano beni essenziali s'introduce il principio della militarizzazione e arruolamento della società ,nel contesto di una cornice giuridica, caratterizzata dall'utilizzo di strumentazione legislativa semprer piu' repressiva .\r\nNe parliamo con Luca Pistoia dell'USB.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-USB.mp3\"][/audio]","7 Luglio 2025","Per la commissione di garanzia sugli scioperi le armi sono un servizio essenziale.","2025-07-07 15:22:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-USB-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"159\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-USB-300x159.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-USB-300x159.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-USB-768x406.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-USB.jpg 878w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LE ARMI NON SONO UN BENE PUBBLICO ESSENZIALE .",1751901774,[157,158,159,160],"http://radioblackout.org/tag/armi-bene-essenziale/","http://radioblackout.org/tag/commissione-garanzia/","http://radioblackout.org/tag/divieto-di-sciopero/","http://radioblackout.org/tag/montichiari/",[162,163,164,165],"armi bene essenziale","Commissione garanzia","divieto di sciopero","Montichiari",{"post_content":167,"tags":171},{"matched_tokens":168,"snippet":169,"value":170},[125],"La \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> di garanzia sugli scioperi considera","La \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> di garanzia sugli scioperi considera violazione delle norma sui servizi pubblici essenziali lo sciopero proclamato dalla USB nell’aeroporto civile di Montichiari, Brescia. 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L'intenzione del vertice è quella di andare verso un riarmo generalizzato sia a livello europeo che da parte dei singoli stati dell'Unione, come dichiarato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha presentato il piano “ReArm Europe”. Ai progetti di riarmo concorre un clima martellante di propaganda bellica (a cui si prestano entusiasticamente varie \"note\" penne italiane ed europee), che quotidianamente mette l'accento sulla necessità di far fronte alla minaccia russa, paragonato a quella hitleriana degli anni 30. La proposta legislativa, annunciata lunedì, è un pacchetto di misure di difesa senza precedenti che, secondo von der Leyen, potrebbe liberare un totale di 800 miliardi di euro (860 miliardi di dollari; 670 miliardi di sterline) in spese per la difesa.\r\nIl piano prevede di permettere ai Paesi di aumentare i livelli di deficit nazionale per dare spazio a maggiori spese per la difesa, stanzia 150 miliardi di euro in prestiti per investimenti nel settore militare a beneficio della difesa dell'UE nel suo complesso (ad esempio per la difesa aerea e missilistica, i sistemi anti-drone e la mobilità militare) e, ancora peggio, vorrebbe consentire ai Paesi europei di reindirizzare i fondi destinati ai programmi della politica di coesione (cioè alle politiche volte a livellare le differenze tra regioni più e meno avvantaggiate) alle spese militari.\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alfio Nicotra, della Rete Italiana Pace e Disarmo.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/nicotra.mp3\"][/audio]","8 Marzo 2025","2025-03-08 15:07:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/LUE-face-à-la-guerre-en-Ukraine-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/LUE-face-à-la-guerre-en-Ukraine-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/LUE-face-à-la-guerre-en-Ukraine-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/LUE-face-à-la-guerre-en-Ukraine.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Verso un'Europa di guerra",1741446368,[206,207,208,209],"http://radioblackout.org/tag/commissione-ue/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/",[211,212,23,213],"commissione UE","europa","guerra in ucraina",{"post_content":215,"tags":219},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[125],"come dichiarato dalla Presidente della \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> europea Ursula von der Leyen","Giovedì si è tenuto il vertice europeo di sostegno allo sforzo bellico ucraino dopo che si delinea con sempre maggior chiarezza la fine dell'appoggio economico e militare all'Ucraina da parte degli Stati Uniti. 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L’attacco sferrato ieri da Jean-Claude Juncker all’Italia è indice di un cambiamento nel clima tra il governo e la Commissione, che dovrà dare il suo giudizio sulla manovra. \r\nL’Italia – ha detto il numero uno dell’esecutivo comunitario – non cessa di attaccare, a torto, la Commissione. E questo non produce risultati attesi». Tradotto: è in corso una trattativa e noi dovremmo chiudere un occhio sui conti italiani, ma non possiamo più accettare di essere un giorno sì e l’altro pure bersaglio degli attacchi di Renzi. Mai, nelle ultime settimane, Juncker si era spinto a tanto. Evidentemente il silenzio pre-elettorale che Bruxelles si era auto-imposta per non danneggiare Renzi è saltato.\r\n\r\n\r\nIl presidente della Commissione è anche entrato nel merito dei numeri della legge di bilancio italiana, già oggetto di una lettera in cui Bruxelles chiedeva «chiarimenti» su alcuni conti che non tornano. «I costi del terremoto e dei rifugiati – ha detto Juncker – equivalgono allo 0,1% del Pil (per il governo italiano invece valgono lo 0,4%, ndr). L’Italia ci aveva promesso di arrivare a un deficit dell’1,7% nel 2017, ora ci propone il 2,4% (2,3% secondo il progetto di bilancio italiano, ndr), in ragione dei costi del terremoto e dei rifugiati, ma questo costo è limitato allo 0,1% del Pil». Stando alle sue parole, dunque, sembra che la distanza tra Roma e di Bruxelles sia piuttosto ampia, pari a 0,3% del Pil.\r\n\r\n \r\n\r\nRenzi dal canto suo non può permettersi di fare passi indietro: la demagogia sui migranti e la sicurezza nelle scuole è uno dei cavalli di battaglia del presidente del consiglio, impegnato a tutto campo per limitare i danni di una possibile sconfitta. \r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco, che ha analizzato per noi il DEF\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2016-11-08-francesco-renzijuncker","8 Novembre 2016","2016-11-10 12:05:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/juncker-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"149\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/juncker-300x149.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/juncker-300x149.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/juncker-768x382.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/juncker.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Juncker ai ferri corti con Renzi",1478612049,[206,252,253,254,255],"http://radioblackout.org/tag/def/","http://radioblackout.org/tag/jiuncker/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/ue/",[211,257,258,17,15],"Def","jiuncker",{"post_content":260,"tags":264},{"matched_tokens":261,"snippet":262,"value":263},[125],"tra il governo e la \u003Cmark>Commissione\u003C/mark>, che dovrà dare il suo","Sempre più difficili i rapporti tra l’Italia e Bruxelles. 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Evidentemente il silenzio pre-elettorale che Bruxelles si era auto-imposta per non danneggiare Renzi è saltato.\r\n\r\n\r\nIl presidente della \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> è anche entrato nel merito dei numeri della legge di bilancio italiana, già oggetto di una lettera in cui Bruxelles chiedeva «chiarimenti» su alcuni conti che non tornano. «I costi del terremoto e dei rifugiati – ha detto Juncker – equivalgono allo 0,1% del Pil (per il governo italiano invece valgono lo 0,4%, ndr). L’Italia ci aveva promesso di arrivare a un deficit dell’1,7% nel 2017, ora ci propone il 2,4% (2,3% secondo il progetto di bilancio italiano, ndr), in ragione dei costi del terremoto e dei rifugiati, ma questo costo è limitato allo 0,1% del Pil». Stando alle sue parole, dunque, sembra che la distanza tra Roma e di Bruxelles sia piuttosto ampia, pari a 0,3% del Pil.\r\n\r\n \r\n\r\nRenzi dal canto suo non può permettersi di fare passi indietro: la demagogia sui migranti e la sicurezza nelle scuole è uno dei cavalli di battaglia del presidente del consiglio, impegnato a tutto campo per limitare i danni di una possibile sconfitta. \r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco, che ha analizzato per noi il DEF\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2016-11-08-francesco-renzijuncker",[265,267,269,271,273],{"matched_tokens":266,"snippet":222},[67],{"matched_tokens":268,"snippet":257},[],{"matched_tokens":270,"snippet":258},[],{"matched_tokens":272,"snippet":17},[],{"matched_tokens":274,"snippet":15},[],[276,278],{"field":93,"matched_tokens":277,"snippet":262,"value":263},[125],{"field":36,"indices":279,"matched_tokens":280,"snippets":282},[48],[281],[67],[222],{"best_field_score":139,"best_field_weight":190,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":191,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":48},{"document":285,"highlight":307,"highlights":324,"text_match":137,"text_match_info":332},{"cat_link":286,"category":287,"comment_count":48,"id":288,"is_sticky":48,"permalink":289,"post_author":31,"post_content":290,"post_date":291,"post_excerpt":53,"post_id":288,"post_modified":292,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":293,"post_type":58,"sort_by_date":294,"tag_links":295,"tags":301},[45],[47],"17234","http://radioblackout.org/2013/07/tav-il-gioco-delle-tre-carte/","In queste ultime settimane la questione dei finanziamenti della Torino Lyon è sempre più ingarbugliata. L'opera, al di là dei 671 milioni di euro stanziati dall'Unione Europea per il tunnel geognostico della Maddalena, non ha una reale copertura finanziaria. Il governo francese e quello italiano spingono per un impegno dell'UE per il 40% dei costi del tunnel di base di 57 chilometri tra Susa a San Jean de Maurienne, ma sinora non hanno avuto la risposta in cui speravano.\r\nNel pacchetto del \"fare\" licenziato la scorsa settimana dal governo Letta, le voci di spesa per la Torino Lyon previste per i prossimi tre anni sono scomparse. In realtà non sono soldi veri ma prestiti ottenuti dalle banche per coprire i costi. Vi è stato uno speostamento di queste risorse verso opere immediatamente cantierabili e la promessa che l'impegno per la nuova linea ad alta velocità verrà mantenuto.\r\nIn Francia, dove già lo scorso anno la Corte dei Conti si pronunciò in modo negativo sull'opera, lo scorso 27 giugno sono stati resi noti i risultati della Commissione Duron sulle opere infrastrutturali prioritarie per la Republique. Il giudizio della commissione è negativo: l'opera è inutile, perché il traffico attuale non giustifica una previsione di incremento tale da rendere necessario un investimento così forte. La Commissione non si pronuncia sul tunnel di base, perché questa parte della linea è oggetto di trattati transnazionali.\r\nCon ogni probabilità il governo francese il prossimo 7 luglio adotterà uno dei due scenari prefigurati dal rapporto Duron, quello che ritiene possibili investimenti infrastrutturali per 400 miliardi. In questa spesa non sarebbero comunque compresi i lavori per il Tav da Lyon alla frontiera.\r\nNe abbiamo parlato con Luca Giunti, naturalista e consulente della Commissione tecnica della Comunità Montana Valli Susa e Sangone e delle associazioni ambientaliste.\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 07 03 luca giunti fare e duron","4 Luglio 2013","2013-07-08 00:07:05","Tav. 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Le manifestazioni sono state represse brutalmente dalla polizia e da squadre di civili filogovernativi armati con un saldo di 20 morti ,arresti massicci ,vere ed proprie sparizioni di oppositori ,blocco dei collegamenti internet.Dietro il caso di Sonko c'è il grande disagio di una gioventu' senza prospettive,costretta ad emigrare rischiando la vita ,che vede la corruzione dilagante e l'arroganza del clan al potere e che reclama futuro e indipendenza dagli interessi delle multinzionali occidentali che hanno messo gli occhi sulle ingenti risorse energetiche scoperte recentemente off shore di fronte alle coste del Senegal.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-080623-SENEGAL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Polonia dove con Alessandro Ajres professore di lingua e cultura polacca all'università di Torino ,parliamo delle imponenti manifestazioni antigovernative che si sono svolte in Polonia contro il progetto del governo del partito di estrema destra PIS di istituire una commissione contro l'influenza russa , che sembra evidentemente fatta ad hoc per colpire il leader dell'opposizione Donald Tusk.\r\n\r\nApprofondiamo anche il ruolo della Polonia nel contesto della guerra in Ucraina ,il disagio storico del paese stretto fra la potenza russa e tedesca ,la questione dei migranti al confine con la Bielorussia,l'ossessione antirussa e l'utilizzo strumentale dei simboli da parte del governo al fine di legittimarsi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/AlessandroAjres_Polonia-di-guerra-e-di-piazza-1.mp3\"][/audio]","10 Giugno 2023","2023-06-10 11:18:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 08/06/2023-SENEGAL LA RIVOLTA DEI GIOVANI CONTRO LA DERIVA AUTORITARIA DI MACKY SALL-POLONIA LE PROTESTE PER LA COMMISSIONE CONTRO \"LE INFLUENZE RUSSE \" RIEMPIONO LE PIAZZE .","podcast",1686395928,[402],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[368],{"post_content":405,"post_title":409},{"matched_tokens":406,"snippet":407,"value":408},[67],"destra PIS di istituire una \u003Cmark>commissione\u003C/mark> contro l'influenza russa , che sembra","Bastioni di Orione si fa raccontare da Mambaye che risiede a Dakar lo stato della situazione in Senegal, scosso dalle proteste in seguito alla condanna di Ousmane Sonko per \"corruzione giovanile\", leader del partito Pastef e unico oppositore del presidente Macky Sall che forzando il mandato costituzionale si vuole presentare per la terza volta alle elezioni presidenziali. 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da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]","20 Settembre 2025","2025-09-22 23:43:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/09/2025 - LA SVOLTA DELL'ATTACCO SIONISTA A DOHA; RIVOLTE E INTRIGHI NELLA CONTORTA ESTATE IN SUDEST ASIATICO; IL GERD ETIOPE, ALLEANZE IN CORNO D'AFRICA E L'ASSEDIO MEDIEVALE SUDANESE; WAR ON DRUGS CONTRO CARACAS, CARIBE E MEXICO",1758374559,[402,432],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[368,434],"BastioniOrione",{"post_content":436},{"matched_tokens":437,"snippet":438,"value":439},[125],"reso noto il rapporto della \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> delle Nazioni Unite per i","Nel 43esimo anniversario di Sabra e Chatila iniziamo la trasmissione con Laura Silvia Battaglia per analizzare quali strade si aprono al mondo arabo e in particolare ai paesi del Golfo dopo il proditorio attacco del fascistissimo governo israeliano contro la delegazione di Hamas chiamata a Doha a valutare le proposte di tregua; da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]",[441],{"field":93,"matched_tokens":442,"snippet":438,"value":439},[125],{"best_field_score":139,"best_field_weight":190,"fields_matched":88,"num_tokens_dropped":48,"score":444,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":48},"578730123365187697",{"document":446,"highlight":469,"highlights":474,"text_match":137,"text_match_info":477},{"comment_count":48,"id":447,"is_sticky":48,"permalink":448,"podcastfilter":449,"post_author":450,"post_content":451,"post_date":452,"post_excerpt":53,"post_id":447,"post_modified":453,"post_thumbnail":454,"post_title":455,"post_type":399,"sort_by_date":456,"tag_links":457,"tags":464},"99769","http://radioblackout.org/podcast/legittimazione-sionista-e-mercato-militare-war-on-encryption-biometria-contro-leonardo-a-grottaglie/",[345],"bellocome","Estratti dalla puntata dell’8 settembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nLEGITTIMAZIONE SIONISTA E MERCATO MILITARE: IL CASO PERUVIANO\r\n\r\nAndiamo a osservare il profilo di legittimazione internazionale che Israele riesce a corroborare attraverso la costruzione di forti interdipendenze in ambito militare, sorvegliante e cyberwarfare.\r\n\r\nUn importante esempio di questo processo è rappresentato dal Peru e dal recente accordo stipulato tra l’industria nazionale di materiale militare FAME e l’israeliana Elbit.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_israele-peru-elbit.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPassiamo a uno sguardo più ampio sul ruolo politico del mercato bellico sionista, sulle triangolazioni e i cavilli per aggirare gli embarghi, sulle partnership tra colossi militari europei e israeliani, concentrandoci sull’Italia. Oltre a esportare materiale bellico e dual-use impiegato nel Genocidio in corso in Palestina, cosa significa importare tecnologie sviluppate in un contesto di oppressione come quello operato dalle forze sioniste? Cosa importiamo con i sistemi Cellebrite, Paragon o Safer Place?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_israele-italia-tech.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nWAR ON ENCRYPTION: UK CONTRO APPLE CLOUD\r\n\r\nMolti aspetti delle nostre vite vengono costantemente tradotti in dati: fotografie, filmati, chat, documenti e via dicendo. Gli spazi di archiviazione all’interno dei dispositivi sono limitati, motivo per cui il back-up su cloud è un servizio crescentemente diffuso e in parte automatizzato; per proteggere questi contenuti.\r\n\r\nIl Regno Unito sta operando pressioni su Apple per potere accedere ai dati crittografati di tutti gli utenti (britannici e non) caricati su iCloud; una tappa importante nella Guerra alla Cifratura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_uk-guerra-alla-crittografia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCONDIVISIONE DATI BIOMETRICI CON GLI STATI UNITI\r\n\r\nMentre gli Stati Uniti guidati da Trump identificano l’Europa come uno dei principali avversarsi geopolitici, mentre ICE diventa sempre più una milizia politica, la Commissione Europea intende negoziare un accordo che consenta alle agenzie statunitensi di accedere ai dati biometrici dalla popolazione raccolti nei propri database:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_usa-eu_dati-biometrici.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nACCELERAZIONE DELLA SORVEGLIANZA BIOMETRICA IN EUROPA\r\n\r\nIl caso irlandese rappresenta uno spaccato molto interessante per osservare la proliferazione di tecnologie sorveglianti basate su AI e biometria, ma soprattutto le pressioni per aggirare i limiti (blandi e puramente formali) introdotti con l’AI Act europeo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_irlanda-biometria-AI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMOBILITAZIONE CONTRO LEONARDO A GROTTAGLIE\r\n\r\nGrazie al contributo di un compagno del Coordinamento Permanente Grottaglie per la Palestina iniziamo a rilanciare la manifestazione che si terrà il 27 settembre 2025 nella cittadina pugliese dove ha sede uno stabilimento centrale nella geografia del colosso bellico Leonardo Spa, osservando anche le ripercussioni locali e i processi di “arruolamento occupazionale” operato dal settore armamenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_contro-Leonardo-Grottaglie.mp3\"][/audio]","11 Settembre 2025","2025-09-11 13:12:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/bcupcb_israele-mercato-200x110.png","LEGITTIMAZIONE SIONISTA E MERCATO MILITARE - WAR ON ENCRYPTION - BIOMETRIA - CONTRO LEONARDO A GROTTAGLIE",1757596356,[458,459,460,461,462,463],"http://radioblackout.org/tag/biometria/","http://radioblackout.org/tag/crittografia/","http://radioblackout.org/tag/israelificazione/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza-digitale/",[375,465,466,467,377,468],"crittografia","israelificazione","leonardo","sorveglianza digitale",{"post_content":470},{"matched_tokens":471,"snippet":472,"value":473},[125],"più una milizia politica, la \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> Europea intende negoziare un accordo","Estratti dalla puntata dell’8 settembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nLEGITTIMAZIONE SIONISTA E MERCATO MILITARE: IL CASO PERUVIANO\r\n\r\nAndiamo a osservare il profilo di legittimazione internazionale che Israele riesce a corroborare attraverso la costruzione di forti interdipendenze in ambito militare, sorvegliante e cyberwarfare.\r\n\r\nUn importante esempio di questo processo è rappresentato dal Peru e dal recente accordo stipulato tra l’industria nazionale di materiale militare FAME e l’israeliana Elbit.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_israele-peru-elbit.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPassiamo a uno sguardo più ampio sul ruolo politico del mercato bellico sionista, sulle triangolazioni e i cavilli per aggirare gli embarghi, sulle partnership tra colossi militari europei e israeliani, concentrandoci sull’Italia. 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Gli spazi di archiviazione all’interno dei dispositivi sono limitati, motivo per cui il back-up su cloud è un servizio crescentemente diffuso e in parte automatizzato; per proteggere questi contenuti.\r\n\r\nIl Regno Unito sta operando pressioni su Apple per potere accedere ai dati crittografati di tutti gli utenti (britannici e non) caricati su iCloud; una tappa importante nella Guerra alla Cifratura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_uk-guerra-alla-crittografia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCONDIVISIONE DATI BIOMETRICI CON GLI STATI UNITI\r\n\r\nMentre gli Stati Uniti guidati da Trump identificano l’Europa come uno dei principali avversarsi geopolitici, mentre ICE diventa sempre più una milizia politica, la \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> Europea intende negoziare un accordo che consenta alle agenzie statunitensi di accedere ai dati biometrici dalla popolazione raccolti nei propri database:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_usa-eu_dati-biometrici.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nACCELERAZIONE DELLA SORVEGLIANZA BIOMETRICA IN EUROPA\r\n\r\nIl caso irlandese rappresenta uno spaccato molto interessante per osservare la proliferazione di tecnologie sorveglianti basate su AI e biometria, ma soprattutto le pressioni per aggirare i limiti (blandi e puramente formali) introdotti con l’AI Act europeo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_irlanda-biometria-AI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMOBILITAZIONE CONTRO LEONARDO A GROTTAGLIE\r\n\r\nGrazie al contributo di un compagno del Coordinamento Permanente Grottaglie per la Palestina iniziamo a rilanciare la manifestazione che si terrà il 27 settembre 2025 nella cittadina pugliese dove ha sede uno stabilimento centrale nella geografia del colosso bellico Leonardo Spa, osservando anche le ripercussioni locali e i processi di “arruolamento occupazionale” operato dal settore armamenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BCUPCB_contro-Leonardo-Grottaglie.mp3\"][/audio]",[475],{"field":93,"matched_tokens":476,"snippet":472,"value":473},[125],{"best_field_score":139,"best_field_weight":190,"fields_matched":88,"num_tokens_dropped":48,"score":444,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":48},{"document":479,"highlight":498,"highlights":503,"text_match":137,"text_match_info":506},{"comment_count":48,"id":480,"is_sticky":48,"permalink":481,"podcastfilter":482,"post_author":483,"post_content":484,"post_date":485,"post_excerpt":53,"post_id":480,"post_modified":486,"post_thumbnail":487,"post_title":488,"post_type":399,"sort_by_date":489,"tag_links":490,"tags":494},"98574","http://radioblackout.org/podcast/racconti-dai-cpr-pugliesi-di-bari-e-brindisi/",[354],"harraga","Nella notte tra l’1 e il 2 maggio, nel CPR di Brindisi-Restinco, muore Abel Okubor, cittadino nigeriano. Le cause della sua morte restano incerte, ma i suoi compagni di prigionia raccontano di una lunga agonia e di un colpevole ritardo nei soccorsi. L’ennesimo morto nei lager di stato per persone immigrate ha riportato sui media mainstream il discorso su come finiscono le persone nei CPR; sebbene, come sempre, colpevolmente omettendo la relazione tra i CPR e lo sfruttamento sul lavoro, le leggi immigrazione e il razzismo sistemico. Secondo i giornali infatti, Abel infatti sarebbe stato recluso per un “cavillo burocratico”, in quanto il suo precedente legale era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. “Non aveva commesso alcun reato, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo”. \r\nIn questo primo approfondimento, insieme ad alcunx compagnx che ci hanno raggiunto dalla Puglia, proviamo a tracciare i collegamenti tra lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, dove Abel lavorava, la marginalizzazione e la precarietà lavorativa, abitativa e legale a cui sono costretti lavoratori e lavoratrici delle campagne e i meccanismi di criminalizzazione e repressione delle persone immigrate e delle lotte bracciantili della questura di Foggia, come le deportazioni verso i paesi dell’Africa Occidentale sempre più frequenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-9.5-parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento, lx compagnx pugliesi ci hanno raccontato degli ultimi episodi di rivolta, scioperi, resistenze nei CPR di Bari e di Brindisi, e del ruolo di questi due centri nel riempimento del CPR albanese di Gjader, attraverso trasferimenti verso altri centri della penisola, riempimenti mirati, spostamenti per e dall’Albania di persone che vengono pluritraumatizzate dalla macchina della tortura razzista di Stato. Il progetto di esternalizzazione della frontiera italiana attraverso la colonizzazione della nuova enclave carceraria albanese si appoggia ai centri pugliesi come stiva, ma non solo: genera trasferimenti continui che, se da una parte creano profitto, dall’altra spezzettano sempre di più le vite e le relazioni delle persone che vengono spostate da una parte all’altra come pacchi, rendendo sempre più difficile la loro difesa legale, il mantenimento di legami famigliari e di solidarietà, e aumentando i livelli di ricatto e di violenza sulle persone senza documenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nPer rimanere informati su quanto accade intorno ai CPR pugliesi, seguite https://japrlekk.noblogs.org/","18 Giugno 2025","2025-06-18 15:36:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/presidio-contro-il-cpr-di-baripalese-02-10-2025-200x110.jpg","Racconti dai CPR pugliesi di Bari e Brindisi",1750260990,[491,492,493],"http://radioblackout.org/tag/cpr-bari/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[495,496,497],"#cpr bari","cpr","sfruttamento",{"post_content":499},{"matched_tokens":500,"snippet":501,"value":502},[125],"ricorso dopo il diniego della \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> territoriale alla richiesta di asilo,","Nella notte tra l’1 e il 2 maggio, nel CPR di Brindisi-Restinco, muore Abel Okubor, cittadino nigeriano. 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Un vero e proprio regolamento, che prevede diverse iniziative su scala europea che vanno dal rafforzamento della collaborazione europea o bilaterale degli accordi con i cosiddetti Paesi Terzi ai fini espulsivi, alla creazione di una piattaforma di condivisione degli ordini di espulsione emessi da un paese membro, che in questo senso diventerebbero validi a livello comunitario, fino alla centralità del rimpatrio volontario e alla creazione di hub di rimpatrio, i cosiddetti return hub.\r\nA febbraio 2025 già prima della discussione attorno a questa proposta di regolamento europeo, il consiglio Ue, diffonde un documento al comitato strategico sulle frontiere, immigrazione e asilo, che mette al centro la necessità di identificare nel modo più rapido e funzionale possibile le persone che tentano di accedere alla fortezza, in vista o di un veloce rimpatrio verso i paesi con i quali l’unione è in collaborazione, o, in caso di impossibilità a rimpatriare nei paesi di origine, di una veloce ricollocazione negli hub posti alle frontiere esterne dell’UE, nei paesi terzi collaborativi. Ne parliamo, ai microfoni di Harraga, in onda su Radio Blackout, con Yasha Maccanico.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/23.5.25RegolamentoEuropeo.mp3\"][/audio]","30 Maggio 2025","2025-05-30 17:09:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/99fuori-2986906019-200x110.jpg","Ragionamenti attorno al nuovo Regolamento Europeo sui rimpatri",1748624974,[519,520,521,522,523],"http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/modello-israele/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[525,526,527,528,379],"deportazioni","frontiere","modello israele","razzismo",{"post_content":530},{"matched_tokens":531,"snippet":532,"value":533},[125],"L’11 Marzo viene portata in \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> Europea la nuova proposta per","L’11 Marzo viene portata in \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> Europea la nuova proposta per un quadro giuridico sui rimpatri applicabile dal giugno 2026. 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Ne parliamo, ai microfoni di Harraga, in onda su Radio Blackout, con Yasha Maccanico.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/23.5.25RegolamentoEuropeo.mp3\"][/audio]",[535],{"field":93,"matched_tokens":536,"snippet":532,"value":533},[125],{"best_field_score":139,"best_field_weight":190,"fields_matched":88,"num_tokens_dropped":48,"score":444,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":48},{"document":539,"highlight":570,"highlights":575,"text_match":137,"text_match_info":578},{"comment_count":48,"id":540,"is_sticky":48,"permalink":541,"podcastfilter":542,"post_author":450,"post_content":543,"post_date":544,"post_excerpt":53,"post_id":540,"post_modified":545,"post_thumbnail":546,"post_title":547,"post_type":399,"sort_by_date":548,"tag_links":549,"tags":560},"98008","http://radioblackout.org/podcast/frontiere-morali-e-diritti-umani-contro-il-mondo-guerra-a-torino-tecnologia-e-war-on-empathy/",[345],"Estratti dalla puntata del 19 maggio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nLA GUERRA AI DIRITTI UMANI IN EUROPA\r\n\r\nNella lunga traiettoria di brutalizzazione della War on Migrants la Commissione Europea ha proposto un piano di esternalizzazione degli spazi concentrazionari per il contenimento, l’espulsione, il processamento delle richieste di asilo.\r\n\r\nSu questo fronte, grazie a due articoli di Euractiv e Statewatch, cerchiamo di approfondire le manovre – più o meno sommerse – che a livello europeo stanno promuovendo l’attacco alla Corte Europea dei Diritti Umani e l’inscrutabilità giuridica dei centri che l’Europa intende strutturare oltre i propri confini.\r\n\r\nNel primo articolo si descrive una mozione promossa da Danimarca e Italia per esautorare la CEDU e “aggiornare” il criterio dei “diritti umani” applicati ai fenomeni migratori; nel secondo si analizza il ruolo del “modello Italia-Albania” e le pressioni del Consiglio Europeo per impedire il controllo giuridico sui campi di deportazione, in un’ottica di “esternalizzazione delle frontiere morali e giuridiche”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_CEDU-war-on-migrants.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEuractiv: https://www.euractiv.com/section/politics/news/exclusive-denmark-and-italy-seek-support-to-rein-in-european-human-rights-court/\r\n\r\nStatewatch: https://www.statewatch.org/news/2025/may/deportation-camps-eu-member-states-want-to-prevent-judicial-scrutiny/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTORINO: CONTRO I FLUSSI DELLA GUERRA\r\n\r\nIn compagnia di un redattore della trasmissione “Happy Hour - Pillole sintetiche dal mondo-guerra” rilanciamo l’iniziativa che si terrà a Torino Venerdì 23 Maggio 2025, a sostegno delle persone denunciate per il blocco del porto di Genova.\r\n\r\nPartendo dalla presentazione della pubblicazione “Disfare – Per la Lotta Contro il Mondo-Guerra” cerchiamo di osservare la rilevanza del paradigma bellico nel plasmare la contemporaneità e alcune specificità delle sue declinazioni sul territorio torinese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_TAZ-Disfare_guerra.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTECNOLOGIE DI DOMINIO E NEOREAZIONARISMO\r\n\r\nPartendo da alcune notizie di “cronaca tecnologica” cerchiamo di descrivere che modello di civiltà ci restituiscano e come possano relazionarsi con la presa di potere dell’apparato culturale tecnoreazionario.\r\n\r\nMaiali bio-ingegnerizzati, la “carenza di una filiera etica dei corpi umani per la scienza”, robotica in ambito manifatturiero, neuro-impianti connessi a intelligenze artificiali: una modalità di relazione tecnica con il vivente che approda alla War on Empathy sdoganata da Elon Musk.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_war-on-empathy.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Maggio 2025","2025-05-21 11:17:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/bcupcb_disfare-tech-varie-200x110.jpg","FRONTIERE MORALI E DIRITTI UMANI – CONTRO IL MONDO-GUERRA A TORINO – TECNOLOGIA E WAR ON EMPATHY",1747826261,[550,492,551,552,553,554,207,555,520,556,557,558,559,523],"http://radioblackout.org/tag/biotecnologie/","http://radioblackout.org/tag/cpr-albania/","http://radioblackout.org/tag/diritti/","http://radioblackout.org/tag/elon-musk/","http://radioblackout.org/tag/esternalizzazione/","http://radioblackout.org/tag/fortezza-europa/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/neurotech/","http://radioblackout.org/tag/robot/","http://radioblackout.org/tag/war-on-empathy/",[561,496,562,563,564,565,212,566,526,383,567,568,569,379],"biotecnologie","cpr albania","diritti","Elon Musk","esternalizzazione","fortezza europa","neurotech","robot","war on empathy",{"post_content":571},{"matched_tokens":572,"snippet":573,"value":574},[125],"della War on Migrants la \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> Europea ha proposto un piano","Estratti dalla puntata del 19 maggio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nLA GUERRA AI DIRITTI UMANI IN EUROPA\r\n\r\nNella lunga traiettoria di brutalizzazione della War on Migrants la \u003Cmark>Commissione\u003C/mark> Europea ha proposto un piano di esternalizzazione degli spazi concentrazionari per il contenimento, l’espulsione, il processamento delle richieste di asilo.\r\n\r\nSu questo fronte, grazie a due articoli di Euractiv e Statewatch, cerchiamo di approfondire le manovre – più o meno sommerse – che a livello europeo stanno promuovendo l’attacco alla Corte Europea dei Diritti Umani e l’inscrutabilità giuridica dei centri che l’Europa intende strutturare oltre i propri confini.\r\n\r\nNel primo articolo si descrive una mozione promossa da Danimarca e Italia per esautorare la CEDU e “aggiornare” il criterio dei “diritti umani” applicati ai fenomeni migratori; 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