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Secondo i programmi del governo, le prime 40 persone sono state trasferite, fra molte proteste che hanno cercato di impedirlo. Era stato stabilito che il CPR di Brindisi Restinco sarebbe stato il luogo dove concentrare le persone rastrellate nei vari altri CPR italiani, prima del trasferimento via nave in Albania. Per questo motivo avevano prima proceduto a svuotare il CPR trasferendo le persone già recluse a Brindisi altrove, per esempio 6 erano state trasferite una settimana fa nel CPR di Corso Brunelleschi a Torino. Al primo giorno di permanenza nel nuovo lager di Gjader, gestito dalla cooperativa Medihospes, regina dei centri per i migranti, le persone detenute hanno già messo in atto delle rivolte, con danneggiamenti alla struttura e 3 episodi di autolesionismo. Infine, nel CPR di Gjader in Albania è presente un vero e proprio carcere da 20 posti, controllato da 45 agenti della polizia penitenziaria italiana. Secondo i media albanesi, almeno 10 delle persone che avevano protestato giorni fa, all'arrivo nel lager, vi sono state già rinchiuse. \r\n\r\nSabato 12 Aprile alle 20.00 circa, un \"trasferimento\" di 7-8 persone ha scatenato la reazione dei reclusi e di chi stava venendo \"trasferito\". Quest'ultimi hanno cercato di resistere, facendo scoppiare una rivolta e qualcuno è anche salito sui tetti, il tutto sedato dopo un ora abbondante dalle guardie. Chi ha raccontato quanto successo parla di trasferimenti verso l'Albania, anche se sappiamo dai media che questi trasferimenti sono avvenuti venerdì con poca trasparenza e con i giornali che riportavano ognunx ciò che voleva.\r\n\r\nDi tutto questo abbiamo parlato ai microfoni dell'informazione di radio blackout, con l'assemblea No carceri No cpr di Bari:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/cpr-bari.mp3\"][/audio]","17 Aprile 2025","2025-04-17 12:48:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/photo_5836945042021926182_y-768x1024-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/photo_5836945042021926182_y-768x1024-1-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/photo_5836945042021926182_y-768x1024-1-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/photo_5836945042021926182_y-768x1024-1.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No carcere No cpr No zone rosse BARI (e ovunque)",1744894138,[107,108,109],"http://radioblackout.org/tag/cpr-bari/","http://radioblackout.org/tag/zonerosse/","http://radioblackout.org/tag/albania/",[111,112,113],"#cpr bari","#zonerosse","albania",{"post_content":115},{"matched_tokens":116,"snippet":117,"value":118},[66],"per i migranti, le persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark> hanno già messo in atto","Nelle scorse settimane nei CPR in Italia le persone recluse hanno resistito a diversi trasferimenti nel lager di Gjader in Albania. 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Di come i prezzi degli affitti siano diventati insostenibili, ma anche di come stia cambiando la forma degli affitti brevi, nel senso di una progressiva spersonalizzazione del rapporto tra ospite e affittuario, il cui passaggio di consegne viene delegato a qualche dispositivo tecnico.\r\n\r\nAbbiamo commentato l'ipocrisia di un evento come l'apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia da parte di Papa Francesco, nel momento in cui viene fatto passare un decreto che istituisce il reato di resistenza passiva da parte di detenuti e detenute, anche a fronte di un progressivo aumento delle rivolte in carcere dovute all'insostenibilità delle condizioni di reclusione.\r\n\r\nInfine ci siamo fatte raccontare del corteo a Milano di sabato, in solidarietà con la popolazione Palestinese e per la fine del genocidio a Gaza. Di come siamo nel mezzo di una trasformazione delle forme di repressione nel nostro paese, ma anche di come questo non possa essere un deterrente della lotta politica e sociale.\r\n\r\nBuon Ascolto!\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/lucchetti-e-corteo-milano.mp3\"][/audio]","2025-04-17 11:25:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/palestina-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/palestina-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/palestina-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/palestina-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/palestina.jpg 774w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Roma a Milano: due chiacchiere su speculazione urbana, forme di protesta e repressione",1744889106,[141,142,143,144,145,146,147],"http://radioblackout.org/tag/affitti/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/giubileo/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/roma/",[149,12,150,151,29,20,152],"affitti","Giubileo","milano","Roma",{"post_content":154},{"matched_tokens":155,"snippet":156,"value":157},[66],"da parte di detenuti e \u003Cmark>detenute\u003C/mark>, anche a fronte di un","Mercoledì 16, dopo un fine settimana molto caldo in termini di uso della forza da parte della polizia, abbiamo avuto il piacere di una chiacchierata in studio con un compagno di Radio Onda Rossa.\r\n\r\nCon lui, abbiamo discusso delle trasformazioni dei quartieri di Roma, alla luce della speculazione abitativa che ha comportato il giro di interessi attorno al Giubileo. 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Le maras e le pandillas rappresentano il fenomeno predominante della criminalità organizzata in Centro America.\r\nQuella del giugno 2023 è stata la più grande strage mai avvenuta in una prigione femminile nel Paese. Diverse denunce delle sopravvissute indicano che si sarebbe potuta evitare: molte detenute avevano segnalato ripetuti episodi di minacce e avevano chiesto di essere trasferite in altre strutture. Le armi utilizzate nel massacro sembrano provenire dalle forze di polizia, che in quel periodo gestivano la struttura carceraria, così come riportato nel documentario El País Carcel, frutto del lavoro d’inchiesta delle giornaliste di Contracorriente. Perché si è permesso che un simile massacro avvenisse? È la domanda che guida l’inchiesta e il documentario. L'Honduras già all'epoca si trovava in stato d'eccezione, emanato nel novembre 2022 per la lotta a maras e pandillas, e in particolare alle estorsioni. Con lo stato d’eccezione, ancora oggi in vigore, le forze di polizia e i militari hanno ottenuto ampi poteri per compiere arresti senza necessità di mandato, controllare i movimenti delle persone e intervenire con maggiore forza nelle aree sotto il loro controllo.\r\nDopo il massacro, la gestione delle carceri è stata affidata nuovamente ai militari. Nel frattempo il governo ha avviato una campagna mediatica con la promessa della costruzione di un megacarcere sull'isola del Cisne, nel nord del Paese. Questa appare più che altro come una mossa propagandistica, quello che potremmo definire populismo penale, nel solco della straordinaria popolarità di cui gode Nayib Bukele, attuale presidente del Salvador, dopo aver adottato politiche di tolleranza zero per la lotta a maras e pandillas. Negli ultimi 3 anni nel Salvador sono state arrestate oltre 70 mila persone, giovani e giovanissimi accusati di essere affiliati alle bande. Hanno fatto il giro del mondo le foto dei trasferimenti al CECOT (Centro de Confinamiento del Terrorismo), mega-carcere destinato a ospitare più di 40 mila persone.\r\n\r\nIn questa intervista con Jennifer Ávila, autrice del documentario e giornalista di Contracorriente, si affrontano tutti questi temi, con un focus particolare sul caso honduregno. Ciò che emerge è che la strage del giugno 2023 è il riflesso delle trattative tra lo Stato e la criminalità organizzata.\r\n\r\nAncora una volta, la guerra è stata combattuta sui corpi delle donne.\r\n\r\nCome affermano le compagne:\r\n\r\nNo fueron unas contra otras, fue el Estado contra ellas.\r\n\r\nNon si è trattato di uno scontro tra bande, ma del più grande femminicidio di Stato mai avvenuto nel Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-20-15-21-739.mp3\"][/audio]\r\n\r\nhttps://youtu.be/z3oDhcHkW7A","4 Dicembre 2024","2024-12-04 18:02:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002-1024x576.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002-1536x864.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/signal-2024-11-28-201526_002.jpeg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","HONDURAS: EL ESTADO CONTRA ELLAS",1733335347,[176,142,177],"http://radioblackout.org/tag/america-latina/","http://radioblackout.org/tag/honduras/",[179,12,180],"America Latina","honduras",{"post_content":182},{"matched_tokens":183,"snippet":184,"value":185},[66],"de Adaptación Social). 46 donne \u003Cmark>detenute\u003C/mark> con accuse relative all’affiliazione alla","CARCERE, MILITARIZZAZIONE E IMPUNITÀ NELLO STATO D’ECCEZIONE\r\n\r\nIl 20 giugno 2023 ci fu un massacro nell’allora unico centro penitenziario femminile dell’Honduras, il PNFAS (Penitenciaría Nacional Femenina de Adaptación Social). 46 donne \u003Cmark>detenute\u003C/mark> con accuse relative all’affiliazione alla Mara Salvatrucha, la MS-13, furono brutalmente assassinate da altre donne appartenenti alla Pandilla Barrio 18. 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Questa procedura della detenzione amministrativa consente la tortura dilagante e, in alcune circostanze, istituzionalizza la sparizione forzata . Le autorità israeliane stanno usando la legge sui combattenti illegali per radunare arbitrariamente i civili palestinesi di Gaza e della West Bank per gettarli in un buco nero per periodi prolungati, senza produrre alcuna prova che rappresentino una minaccia per la sicurezza e senza la minima parvenza di giusto processo. Il Servizio carcerario israeliano (IPS) ha confermato all'ONG israeliana Hamoked che al 1° luglio 2024, 1.402 palestinesi erano detenuti in virtù della legge sui combattenti illegali. Le cifre escludono le persone detenute per un periodo iniziale di 45 giorni senza un ordine formale.\r\nAbbiamo contattato Sami Huraini dal villaggio di Al Tuwani ,zona Masafer Yatta a sud di Hebron area c West bank sotto controllo israeliano dagli accordi di Oslo,che ha parlato delle modalità e dell'estensione della detenzione amministrativa in un area dove sono presenti i volontari dell'operazione Colomba che in questi 20 anni si sono interposti alla violenza dell'occupazione israeliana e alla prepotenza di coloni e soldati .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/ZionismApartheidWestBank-1.mp3\"][/audio]","28 Ottobre 2024","Detenzione amministrativa in Cisgiordania.","2024-10-28 15:33:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA.jpg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LA DETENZIONE AMMINISTRATIVA NEI TERRITORI OCCUPATI.",1730129620,[205,206,207],"http://radioblackout.org/tag/cidgiordania/","http://radioblackout.org/tag/detenzione-amministrativa/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/",[209,210,211],"Cidgiordania","detenzione amministrativa","Territori occupati",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[66],"Le cifre escludono le persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark> per un periodo iniziale di","La Legge sui combattenti illegali (Unlawful Combatants Law) concede alle forze armate israeliane ampi poteri per detenere chiunque da Gaza sia sospettato di partecipare alle ostilità contro Israele o di rappresentare una minaccia per la sicurezza dello Stato per periodi indefiniti e prorogabili, senza dover produrre prove a sostegno delle accuse. 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Le cifre escludono le persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark> per un periodo iniziale di 45 giorni senza un ordine formale.\r\nAbbiamo contattato Sami Huraini dal villaggio di Al Tuwani ,zona Masafer Yatta a sud di Hebron area c West bank sotto controllo israeliano dagli accordi di Oslo,che ha parlato delle modalità e dell'estensione della detenzione amministrativa in un area dove sono presenti i volontari dell'operazione Colomba che in questi 20 anni si sono interposti alla violenza dell'occupazione israeliana e alla prepotenza di coloni e soldati .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/ZionismApartheidWestBank-1.mp3\"][/audio]",[218],{"field":121,"matched_tokens":219,"snippet":215,"value":216},[66],{"best_field_score":125,"best_field_weight":126,"fields_matched":89,"num_tokens_dropped":46,"score":127,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},{"document":222,"highlight":240,"highlights":245,"text_match":123,"text_match_info":248},{"cat_link":223,"category":224,"comment_count":46,"id":225,"is_sticky":46,"permalink":226,"post_author":98,"post_content":227,"post_date":228,"post_excerpt":52,"post_id":225,"post_modified":229,"post_thumbnail":230,"post_thumbnail_html":231,"post_title":232,"post_type":57,"sort_by_date":233,"tag_links":234,"tags":237},[94],[45],"87492","http://radioblackout.org/2024/02/la-lotta-delle-prigioniere-palestinesi-dalle-carceri-israeliane/","Le prigioni israeliane hanno un ruolo fondamentale nella gestione coloniale della popolazione palestinese: attraverso un sistema giuridico creato ad hoc per giudicare i palestinesi, si è creata in Israele un'apartheid legale su base etnico-nazionale e, per esempio, in Cisgiordania tutti i coloni sono giudicati dalla corte civile, mentre tutti i palestinesi sono giudicati da una legge militare. La prigione israeliana non è solo un'istituzione di repressione, ma è anche un luogo in cui Israele testa tecniche di gestione per controllare varie forme di rivolta, che rivende ai paesi occidentali. Le ragioni per cui i palestinesi e le palestinesi sono arrestati/e sono molto varie: dalla resistenza fisica, all'attivismo politico o sui social. Nelle carceri ci sono membri dei vari partiti, insieme a molte studentesse legate, per esempio, alle attività nei sindacati studenteschi.\r\n\r\nIsraele ha creato una rete carcerale (definizione di una ricercatrice francese, Stéphanie Latte Abdallah) che permette di arrestare tutti i palestinesi dai 12 anni in su per ragioni molto varie, e che utilizza la legge della detenzione amministrativa, che permette di arrestare qualcuno senza nessuna accusa, di tenerlo in prigione per sei mesi rinnovabili, senza che nessuno, ne avvocati, né medici, né famigliari, sappiano perché sia in carcere.\r\n\r\nIn questo quadro, le donne palestinesi, come nel resto del mondo, sono meno incarcerate rispetto agli uomini e, certamente, questo ha avuto un impatto sulle loro forme di autorganizzazione. La prigione israeliana, a partire dagli anni 70, è stata trasformata dalle donne e dagli uomini palestinesi in un laboratorio intellettuale e politico. Le donne, che fanno parte del movimento di liberazione palestinese, ma hanno delle specificità legate alle loro condizioni particolari. Una delle prime rivendicazioni delle donne palestinesi è stato il fatto di vedersi riconosciuto uno status di prigioniere politiche, rispetto alle altre detenute israeliane. Il movimento delle donne palestinesi ha attraversato diverse tappe nella storia, dalla rivendicazione di migliori condizioni materiali (materassi e condizioni delle celle), alla strutturazione di corsi di educazione in carcere per la produzione culturale delle prigioniere e dei prigionieri. Le lotte si strutturano in comitati di gestione, che erano incaricati di gestire, ad esempio, la biblioteca, i corsi clandestini che le donne faranno in prigione, il tribunale interno che ha l'obbiettivo di non fare mai riferimento all'amministrazione penitenziaria israeliana, e forme di elezione delle rappresentanti delle donne. Nel 94-96, durante gli accordi di Oslo, accordi che hanno aiutato l'ampliamento della colonizzazione israeliana in Palestina, nell'ambito della liberazione di alcuni prigionieri/e era stato imposto a cinque donne, che avevano ucciso soldati israeliani, di rimanere in carcere. Le donne allora, si riunirono e rifiutarono di uscire e lasciare in carcere delle compagne, perché la lotta era (ed è) collettiva e la liberazione deve essere collettiva: per sedici mesi hanno fatto molti scioperi, si sono chiuse in due celle in 30 donne, si sono riunite e hanno preso decisioni solo orizzontalmente, rifiutando le imposizioni degli israeliani e anche dell'autorità palestinese, che avrebbe voluto governarle. Dopo sedici mesi di lotta dura, le donne palestinesi hanno ottenuto la liberazione di tutte le donne. Se questo modello fosse stato trasmesso agli uomini e se fosse stato tramandato nella storia, forse, si sarebbe potuta ottenere la liberazione di altri prigionieri.\r\n\r\nIn seguito al 7 ottobre 2024, i prigionieri palestinesi sono raddoppiati (da 4000 a 9000, di cui donne 80-90) nelle carceri di Gerusalemme e della Cisgiordania, mentre tutte e tutti gli uomini prigionieri di Gaza sono in dei campi di detenzione spesso nel deserto in condizioni inumane. Anche nelle prigioni per le donne, ci sono state forme di repressione molto più forti, intensificate in maniera esponenziale dal 7 ottobre in poi. C'è una situazione di sovraffollamento nelle prigioni (12 persone dove ce ne starebbero 5); non hanno più diritto all'ora d'aria; hanno solo ora in cui possono uscire dalle celle, tempo nel quale devono anche usare il bagno.\r\n\r\nIl movimento delle donne prigioniere e degli uomini palestinesi sta vivendo una condizione estrema, ma trova sempre dei nuovi modi inventivi e creativi di resistenza, fino a che tutti e tutte saranno libere.\r\n\r\nAbbia intervistato Asia, ricercatrice indipendente che svolge una ricerca sulla condizione e sulle lotte delle donne nelle carceri israeliane:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ASIA-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa radio come strumento di connessione fra chi è fuori dalle carceri israeliane e i/le detenuti/e palestinesi. (54) Asra Voice - YouTube","22 Febbraio 2024","2024-02-22 18:10:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine-200x110.png","\u003Cimg width=\"271\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine-271x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine-271x300.png 271w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine.png 608w\" sizes=\"auto, (max-width: 271px) 100vw, 271px\" />","La lotta delle prigioniere palestinesi dalle carceri israeliane",1708625430,[235,236,145],"http://radioblackout.org/tag/donne-palestinesi/","http://radioblackout.org/tag/carceri/",[238,239,29],"#donne palestinesi","carceri",{"post_content":241},{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":244},[66],"prigioniere politiche, rispetto alle altre \u003Cmark>detenute\u003C/mark> israeliane. 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(LINK FAME)\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nMETA: TRA CENSURA DELL’ANTISIONISMO E PROMOZIONE DELL’ANTISEMITISMO\n\n\n\nGrazie a un articolo pubblicato su 404 media cerchiamo di osservare il posizionamento di Meta (Facebook, Instagram, Thread, Whatsapp) all’interno della infowar sionista.\n\n\n\nIl colosso statunitense dei social media, con ex-funzionari militari e governativi israeliani presenti nei suoi gangli aziendali deputati alla censura, consente il proliferare di contenuti e merchandise esplicitamente antisemita, mentre comprime le critiche rivolte all’entità sionista.\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nMESSICO: SOLDIARIETÀ CON MIGUEL PERALTA E LE COMUNITÀ INDIGENE LIBERTARIE\n\n\n\nGrazie al contributo di un compagno andiamo a parlare degli attacchi alle comunità autorganizzate Mazatec nell’area di Eloxochitlán de Flores Magón, concentrandoci sulla situazione di Miguel Peralta:\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nRiceviamo e diffondiamo il testo della chiamata alla mobilitazione:\n\n\n\nChiamata all'agitazione per la libertà assoluta di Miguel Peralta e delpopolo di Eloxochitlán de Flores Magón.Ai media liberiA compagnx anarchicx, liberx e autonomx,Alle collettive e collettivi di arti grafiche e di differenti espressioni artisticheDa oltre 10 anni, la situazione che si vive nella cittadina di Eloxochitlán de Flores Magón, nella sierra mazateca di Oaxaca, in Messico, ha attirato l'attenzione di coloro che considerano l'autonomia dei popoli e la difesa del loro territorio come legittime e necessarie.\n\n\n\nDa oltre un decennio, assistiamo all'instancabile lotta del popolo Mazateco contro i poteri locali, che si sono rafforzati come caciques e come parte integrante della struttura governativa, e che non hanno cessato di saccheggiare e aggredire la comunità. In questa lotta, il nostro fratello Miguel Peralta, mazateco, anarchico e difensore comunitario, è stato uno dei tanti duramente colpiti dalla repressione.\n\n\n\nHa trascorso quasi cinque anni nel carcere di Cuicatlán e attualmente è perseguitato e costretto lontano dalla sua famiglia, dalla sua terra e dalla sua comunità.\n\n\n\nSebbene questo non sia l'unico caso nella la comunità, la sua difesa legale ha seguito un percorso diverso rispetto a quello del resto dex compagnx perseguitatx. Oggi ci troviamo in un momento critico nella lotta per la libertà assoluta di Miguel Peralta. Dopo che il caso è arrivato alla Corte Suprema di Giustizia nel 2023, con una possibilità, annullata, di porre fine alla persecuzione politica e di concedergli lapiena libertà, la Corte Suprema di Giustizia ha semplicemente emesso una risoluzione nel novembre 2024, rinviando il caso alla Prima Corte Collegiale di Oaxaca. Si è limitata a formulare vaghe raccomandazioni alla corte, sostenendo che avrebbe dovuto \"esaminare il caso da una prospettiva interculturale e tenere conto delle specificità culturali della comunità indigena mazateca di Eloxochitlán\". Ha inoltreraccomandato di verificare se fossero stati rispettati in questo caso i diritti alla libera determinazione e all'autonomia .\n\n\n\nTutto ciò, rivolto alle autorità ovviamente coinvolte nella stessa rete che scarica la responsabilità su altre istituzioni, ci ha portato a una parte del processo in cui, sebbene sia vero che tutta questa prospettiva interculturale ora evidenziata sia stata ignorata, ciò non ci garantisce che questa volta il risultato sarà favorevole per il nostro fratello Miguel Peralta.\n\n\n\nOltre al caso di Miguel Peralta, esistono numerosi mandati di arresto contro oltre 50 integranti della comunità di Eloxochitlán de Flores Magón, tra cui Martha Betanzos e Martín Peralta (la madre e il fratello di Miguel), tutti emessi dalla stessa famiglia di caciques e sostenuti dal nefasto sistema giudiziario. Non è stato sufficiente per lororicoprire posizioni di potere e usarle per soggiogare la comunità; vogliono continuare a tenere intere famiglie sfollate e sotto l'angoscia di essere un giorno detenute.\n\n\n\nPer tutti questi motivi, vi invitiamo a manifestare la vostra solidarietà e a partecipare alla Giornata di Agitazione per la Libertà Assoluta di Miguel Peralta Betanzos. Suggeriamo che le attività si svolgano tra settembre e novembre di quest'anno, 2025.\n\n\n\nCiò significa agitazione e azione nelle sue varie forme e modalità, utilizzando tuttociò che la vostra immaginazione e i vostri strumenti consentono: disegni, poesie, musica, striscioni, grafica, danza, lettere, eventi e azioni, il tutto in solidarietà con Miguel Peralta e la comunità di Eloxochitlán de Flores Magón, chiedendo ancora una volta la sua LIBERTÀ ASSOLUTA.\n\n\n\nLibertà assoluta per Miguel Peralta!","9 Ottobre 2025","I legami di interdipendenza tecno-militare che consolidano il potere di Israele, Meta tra infowar sionista e concreto antisemitismo, solidarietà con il compagno Miguel Peralta","2025-10-09 11:02:40","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/10/bcupcb_elbit-meta.jpg","SIONISMO: RETI DI INTERDIPENDEZA BELLICA - META E ANTISEMITISMO - SOLIDALIRIETÀ CON MIGUEL PERALTA",1760007355,[375,376,60,377,378,379,380,381,382,383,384,385],"https://radioblackout.org/tag/anan-mansour-ali/","https://radioblackout.org/tag/bello-come-una-prigione-che-brucia/","https://radioblackout.org/tag/elbit/","https://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/israelificazione/","https://radioblackout.org/tag/killer-robots/","https://radioblackout.org/tag/messico/","https://radioblackout.org/tag/meta/","https://radioblackout.org/tag/palestina/","https://radioblackout.org/tag/razzismo/",[387,296,12,388,294,389,390,391,392,393,29,394],"anan mansour Ali","elbit","Israele","israelificazione","killer robots","messico","meta","razzismo",{"post_content":396},{"matched_tokens":397,"snippet":398,"value":399},[66],"l'angoscia di essere un giorno \u003Cmark>detenute\u003C/mark>.\n\n\n\nPer tutti questi motivi, vi","Estratti dalla puntata del 6 ottobre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nMOBILITAZIONI IN CARCERE\n\n\n\nApprendiamo dell’inizio dello sciopero della fame del prigioniero palestinese Anan Yaeesh nel carcere di Melfi e della giornata di astensione dal lavoro dei detenuti della FID nel carcere della Dozza in solidarietà con la Freedom Flotilla e contro il genocidio:\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nDIPLOMAZIA TECNO-MILITARE ISRAELIANA: IL CASO ELBIT\n\n\n\nAbbiamo più volte cercato di analizzare i legami tra l’apparato militare-sorvegliante sionista e i colossi dell’economia digitale, ma il consolidamento della legittimazione internazionale di Israele si fonda anche sui capillari rapporti intessuti all’interno dell’industria bellica tradizionale.\n\n\n\nPrendiamo in esame il caso di Elbit Systems e della diplomazia costruita attorno al mercato e alla produzione del suo lanciamissili PULS: un sistema in grado di sparare tanto missili quanto loitering munitions (droni kamikaze basati su AI), ma soprattutto un filo che lega l’industria israeliana agli arsenali e agli apparati produttivi di mezzo mondo, dall’India al Peru. (LINK FAME)\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nMETA: TRA CENSURA DELL’ANTISIONISMO E PROMOZIONE DELL’ANTISEMITISMO\n\n\n\nGrazie a un articolo pubblicato su 404 media cerchiamo di osservare il posizionamento di Meta (Facebook, Instagram, Thread, Whatsapp) all’interno della infowar sionista.\n\n\n\nIl colosso statunitense dei social media, con ex-funzionari militari e governativi israeliani presenti nei suoi gangli aziendali deputati alla censura, consente il proliferare di contenuti e merchandise esplicitamente antisemita, mentre comprime le critiche rivolte all’entità sionista.\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nMESSICO: SOLDIARIETÀ CON MIGUEL PERALTA E LE COMUNITÀ INDIGENE LIBERTARIE\n\n\n\nGrazie al contributo di un compagno andiamo a parlare degli attacchi alle comunità autorganizzate Mazatec nell’area di Eloxochitlán de Flores Magón, concentrandoci sulla situazione di Miguel Peralta:\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nRiceviamo e diffondiamo il testo della chiamata alla mobilitazione:\n\n\n\nChiamata all'agitazione per la libertà assoluta di Miguel Peralta e delpopolo di Eloxochitlán de Flores Magón.Ai media liberiA compagnx anarchicx, liberx e autonomx,Alle collettive e collettivi di arti grafiche e di differenti espressioni artisticheDa oltre 10 anni, la situazione che si vive nella cittadina di Eloxochitlán de Flores Magón, nella sierra mazateca di Oaxaca, in Messico, ha attirato l'attenzione di coloro che considerano l'autonomia dei popoli e la difesa del loro territorio come legittime e necessarie.\n\n\n\nDa oltre un decennio, assistiamo all'instancabile lotta del popolo Mazateco contro i poteri locali, che si sono rafforzati come caciques e come parte integrante della struttura governativa, e che non hanno cessato di saccheggiare e aggredire la comunità. In questa lotta, il nostro fratello Miguel Peralta, mazateco, anarchico e difensore comunitario, è stato uno dei tanti duramente colpiti dalla repressione.\n\n\n\nHa trascorso quasi cinque anni nel carcere di Cuicatlán e attualmente è perseguitato e costretto lontano dalla sua famiglia, dalla sua terra e dalla sua comunità.\n\n\n\nSebbene questo non sia l'unico caso nella la comunità, la sua difesa legale ha seguito un percorso diverso rispetto a quello del resto dex compagnx perseguitatx. Oggi ci troviamo in un momento critico nella lotta per la libertà assoluta di Miguel Peralta. Dopo che il caso è arrivato alla Corte Suprema di Giustizia nel 2023, con una possibilità, annullata, di porre fine alla persecuzione politica e di concedergli lapiena libertà, la Corte Suprema di Giustizia ha semplicemente emesso una risoluzione nel novembre 2024, rinviando il caso alla Prima Corte Collegiale di Oaxaca. Si è limitata a formulare vaghe raccomandazioni alla corte, sostenendo che avrebbe dovuto \"esaminare il caso da una prospettiva interculturale e tenere conto delle specificità culturali della comunità indigena mazateca di Eloxochitlán\". Ha inoltreraccomandato di verificare se fossero stati rispettati in questo caso i diritti alla libera determinazione e all'autonomia .\n\n\n\nTutto ciò, rivolto alle autorità ovviamente coinvolte nella stessa rete che scarica la responsabilità su altre istituzioni, ci ha portato a una parte del processo in cui, sebbene sia vero che tutta questa prospettiva interculturale ora evidenziata sia stata ignorata, ciò non ci garantisce che questa volta il risultato sarà favorevole per il nostro fratello Miguel Peralta.\n\n\n\nOltre al caso di Miguel Peralta, esistono numerosi mandati di arresto contro oltre 50 integranti della comunità di Eloxochitlán de Flores Magón, tra cui Martha Betanzos e Martín Peralta (la madre e il fratello di Miguel), tutti emessi dalla stessa famiglia di caciques e sostenuti dal nefasto sistema giudiziario. Non è stato sufficiente per lororicoprire posizioni di potere e usarle per soggiogare la comunità; vogliono continuare a tenere intere famiglie sfollate e sotto l'angoscia di essere un giorno \u003Cmark>detenute\u003C/mark>.\n\n\n\nPer tutti questi motivi, vi invitiamo a manifestare la vostra solidarietà e a partecipare alla Giornata di Agitazione per la Libertà Assoluta di Miguel Peralta Betanzos. Suggeriamo che le attività si svolgano tra settembre e novembre di quest'anno, 2025.\n\n\n\nCiò significa agitazione e azione nelle sue varie forme e modalità, utilizzando tuttociò che la vostra immaginazione e i vostri strumenti consentono: disegni, poesie, musica, striscioni, grafica, danza, lettere, eventi e azioni, il tutto in solidarietà con Miguel Peralta e la comunità di Eloxochitlán de Flores Magón, chiedendo ancora una volta la sua LIBERTÀ ASSOLUTA.\n\n\n\nLibertà assoluta per Miguel 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Appello, mentre a Reggio Emilia è stato stabilito – in primo grado – come incappucciare un uomo con una federa, denudarlo e pestarlo in una cella di isolamento non siano condotte sufficientemente gravi per configurare tale imputazione.\r\n\r\nIntanto il Ministero della Giustizia apre un bando per la realizzazione di celle-container come soluzione per il sovraffollamento, una condizione strumentalmente e conformisticamente imputata come la principale causa dei suicidi nelle carceri.\r\n\r\nLe galere italiane sono stracolme, ma la crescita della popolazione detenuta non è un problema architettonico, bensì un fenomeno ingegnerizzato a livello normativo: il numero di persone incarcerate continua ad aumentare anche se non cresce la popolazione e diminuiscono i reati; i principali fattori che generano il sovraffollamento sono la brutalizzazione della società e l’approccio pancarcerario.\r\n\r\nParallelamente la punizione riscopre il suo valore spettacolare: un’inversione di tendenza rispetto 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positivi di Siracusa, anche nel carcere Pagliarelli di Palermo è partita la protesta contro un provvedimento a carattere regionale emanato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria; questa circolare limita il contenuto dei pacchi che le persone detenute possono ricevere dai propri affetti, escludendo sia specifici alimenti sia alcuni capi di abbigliamento, motivando il tutto con la riduzione del rischio di incendi e costringendo – chi può permetterselo – ad acquistare beni “alternativi” al sopravvitto della carcere.\r\n\r\nInsieme a un compagno dell’Associazione Yairaiha e del Collettivo Antudo approfondiamo la ragioni di queste proteste, dall’importanza dei pacchi in termini materiali e affettivi al contesto di induzione strutturale al suicidio che caratterizza le carceri italiane, arrivando a ricordare come queste forme di mobilitazione e di autodifesa della popolazione detenuta vorrebbero essere pesantemente sanzionate dal DDL Sicurezza (ex DDL 1660).\r\n\r\n[audio 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09:20:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/bcupcb_sicilia-proteste-200x110.jpg","CARCERE: PROTESTE IN SICILIA | ESPORTARE 41BIS IN FRANCIA",1739265614,[473,474,142,475,146,422],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/","http://radioblackout.org/tag/41bis/","http://radioblackout.org/tag/ddl-1660/",[25,477,12,478,20,285],"41bis","ddl 1660",{"post_content":480},{"matched_tokens":481,"snippet":482,"value":483},[66],"dei pacchi che le persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark> possono ricevere dai propri affetti,","Estratti dalla puntata del 10 febbraio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nSICILIA: PROTESTE NELLE CARCERI CONTRO CIRCOLARE DAP\r\n\r\nDopo i risultati positivi di Siracusa, anche nel carcere Pagliarelli di Palermo è partita la protesta contro un provvedimento a carattere regionale emanato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria; questa circolare limita il contenuto dei pacchi che le persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark> possono ricevere dai propri affetti, escludendo sia specifici alimenti sia alcuni capi di abbigliamento, motivando il tutto con la riduzione del rischio di incendi e costringendo – chi può permetterselo – ad acquistare beni “alternativi” al sopravvitto della carcere.\r\n\r\nInsieme a un compagno dell’Associazione Yairaiha e del Collettivo Antudo approfondiamo la ragioni di queste proteste, dall’importanza dei pacchi in termini materiali e affettivi al contesto di induzione strutturale al suicidio che caratterizza le carceri italiane, arrivando a ricordare come queste forme di mobilitazione e di autodifesa della popolazione detenuta vorrebbero essere pesantemente sanzionate dal DDL Sicurezza (ex DDL 1660).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_proteste-carceri-sicilia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIL TRASFERIMENTO DI PRATICHE OPPRESSIVE TRA ITALIA E FRANCIA\r\n\r\nPossiamo osservare un trasferimento bidirezionale di modalità oppressive tra Francia e Italia: se lo scorso anno abbiamo raccontato dell’inaugurazione del GIO (GRUPPO INTERVENTO OPERATIVO) della Polizia Penitenziaria, organizzato sul modello delle squadre antisomossa francesi ERIS, in questi giorni è l’Italia a ricambiare il favore: l’incontro tra i ministri della giustizia Nordio e Darmanin, avvenuto tra il carcere di Rebibbia e via Arenula, si è concentrato sull’analisi del regime di 41bis, in vista di una sua “esportazione” in Francia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_esportare-41bis-Francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[485],{"field":121,"matched_tokens":486,"snippet":482,"value":483},[66],{"best_field_score":125,"best_field_weight":126,"fields_matched":89,"num_tokens_dropped":46,"score":127,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},{"document":489,"highlight":508,"highlights":513,"text_match":123,"text_match_info":516},{"comment_count":46,"id":490,"is_sticky":46,"permalink":491,"podcastfilter":492,"post_author":366,"post_content":493,"post_date":494,"post_excerpt":52,"post_id":490,"post_modified":495,"post_thumbnail":496,"post_title":497,"post_type":316,"sort_by_date":498,"tag_links":499,"tags":504},"95184","http://radioblackout.org/podcast/al-masri-war-on-migrants-usa-mexico-accordi-europol-egitto/",[258],"Estratti dalla puntata del 27 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nAL-MASRI E RAGIONE DI STATO\r\n\r\nPrima che venissero notificati degli avvisi di garanzia nei confronti di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, provvedimenti immediatamente trasformati in elementi di distrazione e deviazione del portato politico della vicenda, abbiamo cercato di osservare alcuni aspetti inerenti la liberazione e il rimpatrio del capo della polizia giudiziaria libica Al-Masri.\r\n\r\nPartendo da un breve contributo di Lorenzo D’Agostino, la riflessione si estende alle relazioni che si vanno a comporre con le entità statali (o parastatali) trasformate in gendarmi dell’Europa; concludiamo con le ipocrite e sadiche esternazioni del Ministro della Giustizia Nordio sulla forza da esibire nei confronti delle persone detenute, negando loro misure deflattive eccezionali come indulto o amnistia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_al-masri-carceri-italiane-nordio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / WAR ON MIGRANTS / / /\r\n\r\n\r\nUSA\r\n\r\nLe annunciate deportazioni di massa sono partite in modo spettacolarizzato, seppur non a pieno regime. Se le foto di persone incatenate e caricate sui C-17 della 60th Air Mobility Wing (ala logistica dell’aeronautica militare) rimandano alla dimensione militare della War on Migrants, meno frequentemente se ne osserva quella finanziaria ed economica: cerchiamo di seguire l’andamento azionario dei colossi della carcerazione privata coinvolti nel fenomeno e alcune frizioni tra MAGA e Musk che riguardano il bisogno di forza lavoro per il settore hi-tech.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_geo-group-migrants.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMESSICO\r\n\r\nTra ConsulApp Contigo, app per smartphone per avvisare familiari e consolati in caso si venga rastrellati dall’ICE, e tendopoli erette in fretta e furia al confine con gli USA, anche il Messico si prepara alle possibili deportazioni di massa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_mexico-migrants-app.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nACCORDI TRA EUROPOL E FORZE SICUREZZA EGIZIANE\r\n\r\nPartendo dall’osservazione del sostegno italiano nei confronti dell’apparato repressivo egiziano (sia in termini di formazione che di trasferimento di armi e tecnologie), approdiamo al tema centrale di questo approfondimento: gli accordi tra l’agenzia Europol e le forze di sicurezza di Al Sisi.\r\n\r\nIn compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org cerchiamo di analizzare la genesi e il portato politico di questi accordi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_egitto-europol.mp3\"][/audio]","29 Gennaio 2025","2025-01-29 13:22:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bcupcb_europol-egitto-200x110.jpg","Al-MASRI | WAR ON MIGRANTS: USA-MEXICO | ACCORDI EUROPOL-EGITTO",1738156955,[142,500,501,146,502,420,503],"http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/geo-group/","http://radioblackout.org/tag/scafisti/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[12,505,506,20,507,292,273],"Egitto","geo group","scafisti",{"post_content":509},{"matched_tokens":510,"snippet":511,"value":512},[66],"esibire nei confronti delle persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark>, negando loro misure deflattive eccezionali","Estratti dalla puntata del 27 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nAL-MASRI E RAGIONE DI STATO\r\n\r\nPrima che venissero notificati degli avvisi di garanzia nei confronti di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, provvedimenti immediatamente trasformati in elementi di distrazione e deviazione del portato politico della vicenda, abbiamo cercato di osservare alcuni aspetti inerenti la liberazione e il rimpatrio del capo della polizia giudiziaria libica Al-Masri.\r\n\r\nPartendo da un breve contributo di Lorenzo D’Agostino, la riflessione si estende alle relazioni che si vanno a comporre con le entità statali (o parastatali) trasformate in gendarmi dell’Europa; concludiamo con le ipocrite e sadiche esternazioni del Ministro della Giustizia Nordio sulla forza da esibire nei confronti delle persone \u003Cmark>detenute\u003C/mark>, negando loro misure deflattive eccezionali come indulto o amnistia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_al-masri-carceri-italiane-nordio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / WAR ON MIGRANTS / / /\r\n\r\n\r\nUSA\r\n\r\nLe annunciate deportazioni di massa sono partite in modo spettacolarizzato, seppur non a pieno regime. 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