","Elezioni in India: Un freno al progetto Modi","post",1717754403,[60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/bjpdestroydindia/","http://radioblackout.org/tag/indiaelection/","http://radioblackout.org/tag/bjp/","http://radioblackout.org/tag/contadini-indiani/","http://radioblackout.org/tag/narendra-modi/",[66,67,68,69,70],"#bjpdestroydindia","#indiaelection","Bjp","Contadini indiani","Narendra Modi",{"post_content":72},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"perno","coalizione di opposizione il cui \u003Cmark>perno\u003C/mark> principale è l’Indian National Congress,","Dopo un lungo e complesso processo elettorale, lungo oltre un mese, si hanno i risultati delle elezioni in India. Il lungo ciclo elettorale ha visto confrontarsi il Bharatiya Janata Party di Narendra Modi, primo ministro uscente, con una coalizione di opposizione il cui \u003Cmark>perno\u003C/mark> principale è l’Indian National Congress, storicamente affiliato alla famiglia Gandhi. Un’elezione particolarmente combattuta in molti degli Stati della penisola indiana, contrariamente alle previsioni che vedevano un BJP largamente favorito. Il risultato, al contrario, ha rappresentato una seria battuta d’arresto nei confronti del progetto politico di Modi, incentrato sul radicalismo religioso hindu e sull’implementazione di un sistema di apartheid nei confronti di altre confessioni religiose presenti nella penisola, e una possibilità di respiro per l’opposizione, che si è dimostrata particolarmente efficace nel costruire una coalizione di peso capace di strappare al BJP la maggioranza in alcuni Stati-chiave. Oltre alla capacità politica dell’opposizione di tessere alleanze „anti-Modi“, sui risultati elettorali hanno influito anche gli ultimi processi di mobilitazione in India, come il lunghissimo sciopero conflittuale dei contadini indiani, che hanno espresso il loro voto con la chiara intenzione di sfiduciare il governo uscente del BJP, facendogli perdere, ad esempio, tutti i seggi in Punjab.\r\nIl potere personale e politico di Modi esce quindi largamente ridimensionato da queste elezioni, e il risultato elettorale obbligherà il BJP ad un governo di coalizione con altre forze politiche, che costringerà il partito a negoziare al ribasso l’implementazione del proprio programma ultra-nazionalista.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, giornalista di Chora Media e coredattore del podcast Altri Orienti, che si trova attualmente a Varanasi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/ElezioniIndiaMiavaldi.mp3\"][/audio]",[78],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],578730123365187700,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":46,"score":85,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":46},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":87,"highlight":110,"highlights":115,"text_match":81,"text_match_info":118},{"cat_link":88,"category":89,"comment_count":46,"id":90,"is_sticky":46,"permalink":91,"post_author":49,"post_content":92,"post_date":93,"post_excerpt":52,"post_id":90,"post_modified":94,"post_thumbnail":95,"post_thumbnail_html":96,"post_title":97,"post_type":57,"sort_by_date":98,"tag_links":99,"tags":105},[43],[45],"66046","http://radioblackout.org/2021/01/trento-marcia-no-tav/","Dopo cinque anni di inattività sono ripresi nel mese di novembre i sondaggi preliminari per la nuova linea ad Alta Velocità/Alta Capacità in Trentino.\r\nLa circonvallazione ferroviaria di Trento, con i suoi 12 chilometri di galleria, fa parte di uno dei lotti funzionali per la realizzazione della linea ad alta velocità del Brennero.\r\n\r\nDomenica 17 gennaio si è svolta una camminata No Tav tra neve e boschi. Dieci km di percorso tra la piazza di Mattarello e la zona nord di Trento, l’intera area interessata dai futuri lavori, che inciderebbero pesantemente sull’assetto idrogeologico di un territorio fragile come quello del versante occidentale della Marzola, montagna che nasconde una storia geologica piuttosto turbolenta.\r\n\r\nA fine novembre i No Tav hanno scoperto e contrastato una trivella nell’area cintata e militarizzata del Casteller.\r\nNe abbiamo parlato qui: https://radioblackout.org/2020/11/trento-riparte-la-lotta-no-tav/\r\n\r\nA Trento, il sindaco Ianeselli si abbandona alla retorica della “politica verde” e della “transizione ecologica” ma nomina nuovo assessore ai trasporti e alla mobilità sostenibile Ezio Facchin, ex amministratore delegato della Società Tunnel di Base del Brennero, ex Commissario governativo per il Corridoio del Brennero, insomma l’uomo del TAV per eccellenza.\r\nFacchin si dimise dalle sue cariche nel 2018, in segno di esplicita protesta contro la stagnazione del progetto Tav.\r\nLa sua nomina viene oggi spacciata come meramente “tecnica”, per evitare ogni dibattito pubblico, ma ha un sapore esplicitamente politico.\r\nLe argomentazioni della “sinistra” Si Tav fanno perno sul mito del trasferimento modale dalla gomma al ferro. Un mito falso, perché, per ottenere una riduzione della pressione sul tunnel autostradale del Brennero, basterebbe una diversa politica dei pedaggi autostradali. Al di là della propaganda continuano a incentivare il trasporto su gomma e, contemporaneamente, a puntare sull’alta velocità ferroviaria, un comodo sistema di drenaggio di risorse pubbliche per favorire i privatissimi interessi degli amici della lobby del cemento e del tondino .\r\n\r\nNotevole il fatto che il contesto in cui si inserisce questa accelerazione, in tutto simile a quella valsusina, è quello di una pandemia devastante, di cui è arduo prevedere un’attenuazione.\r\nNonostante sia evidente che il saccheggio della natura provochi disastri, la corsa verso cemento e velocità nello scambio delle merci non ha sosta. Anzi!\r\nScrivono i No Tav trentini:\r\n“Mentre la Sanità è al collasso a causa di trent’anni di tagli e di privatizzazioni, e migliaia di persone faticano ad arrivare a fine mese, si investono miliardi di euro in opere inutili e devastanti come il TAV.\r\nMentre ci hanno raccontato per mesi che l’emergenza da Covid avrebbe dovuto cambiare il nostro approccio agli altri, alla società, all’ambiente, Confindustria e politica istituzionale procedono sulla stessa strada disastrosa, ma a velocità raddoppiata.\r\nMentre ci viene imposto il coprifuoco in nome della salute, Provincia e Comune di Trento mandano di nascosto trivelle e un ingente schieramento di forze di polizia al Casteller per eseguire sondaggi funzionali al TAV. (…)\r\nDi fronte a tanta sfacciata arroganza, è importante vincere la paura e dimostrare che i No Tav ci sono, e che hanno ancora più ragioni che in passato.”\r\n\r\nCe ne ha parlato Errico, No Tav trentino.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-19-no-tav-trento-errico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Gennaio 2021","2021-01-19 16:18:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/trento-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/trento-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/trento-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/trento-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/trento-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/trento.jpeg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trento. 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Dieci km di percorso tra la piazza di Mattarello e la zona nord di Trento, l’intera area interessata dai futuri lavori, che inciderebbero pesantemente sull’assetto idrogeologico di un territorio fragile come quello del versante occidentale della Marzola, montagna che nasconde una storia geologica piuttosto turbolenta.\r\n\r\nA fine novembre i No Tav hanno scoperto e contrastato una trivella nell’area cintata e militarizzata del Casteller.\r\nNe abbiamo parlato qui: https://radioblackout.org/2020/11/trento-riparte-la-lotta-no-tav/\r\n\r\nA Trento, il sindaco Ianeselli si abbandona alla retorica della “politica verde” e della “transizione ecologica” ma nomina nuovo assessore ai trasporti e alla mobilità sostenibile Ezio Facchin, ex amministratore delegato della Società Tunnel di Base del Brennero, ex Commissario governativo per il Corridoio del Brennero, insomma l’uomo del TAV per eccellenza.\r\nFacchin si dimise dalle sue cariche nel 2018, in segno di esplicita protesta contro la stagnazione del progetto Tav.\r\nLa sua nomina viene oggi spacciata come meramente “tecnica”, per evitare ogni dibattito pubblico, ma ha un sapore esplicitamente politico.\r\nLe argomentazioni della “sinistra” Si Tav fanno \u003Cmark>perno\u003C/mark> sul mito del trasferimento modale dalla gomma al ferro. 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(…)\r\nDi fronte a tanta sfacciata arroganza, è importante vincere la paura e dimostrare che i No Tav ci sono, e che hanno ancora più ragioni che in passato.”\r\n\r\nDomenica 10 di gennaio alle 10 è stata lanciata una manifestazione da Mattarello a Trento\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Errico, No Tav trentino.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2929-12-22-no-tav-trent-errico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 12 22 no tav trent errico","22 Dicembre 2020","2020-12-22 16:07:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Camminata_10_01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Camminata_10_01-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Camminata_10_01-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Camminata_10_01-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Camminata_10_01-768x1087.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Camminata_10_01.jpg 826w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Trento. 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Ne abbiamo parlato con Michele Giorgio, giornalista de \"il manifesto\", corrispondente da Gerusalemme, che già il 18 novembre riferiva: «Il suo programma ufficiale non lo dice ma Pompeo in Medio oriente ci torna per l’Iran. Con israeliani e sauditi, perno dell’ordine mediorientale disegnato da Trump e il suo entourage, discuterà di ulteriori sanzioni contro Tehran e di possibili operazioni militari. L’indiscrezione che gira da giorni su un “ultimo regalo” a Netanyahu e ai sauditi, l’attacco militare all’Iran, ha trovato conferma in una nuova importante rivelazione, nel giro di pochi giorni, del New York Times a proposito delle mosse di Usa e Israele contro e dentro l’Iran. La scorsa settimana, riferisce il quotidiano, Trump ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori riuniti nello Studio Ovale – tra i quali Pompeo, il vicepresidente Mike Pence e il segretario alla difesa ad interim Christopher Miller – di illustrare le opzioni per un attacco contro Natanz, principale sito nucleare dell’Iran, nell’arco delle prossime settimane. Pretesto per l’operazione militare è la segnalazione da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di un marcato aumento delle riserve iraniane di materiale fissile a Natanz, seguito all’abbandono dell’accordo internazionale sul nucleare del 2015 fatto dall’amministrazione Usa. Trump però è stato dissuaso. Gli hanno spiegato che la distruzione di Natanz scatenerebbe un vasto conflitto regionale».\r\nPacta sunt servanda per Ankara\r\nIl programma nucleare iraniano attuale non è dimostrato che sia con obiettivo bellico, l'accordo obamiano evitava nuove tentazioni. Ora sanzioni, ritiro e aggressioni da parte della fazione israelo-statunitense han fatto dire al diplomatico ministro iraniano Zarif durante il Med2020 che non negozieranno un nuovo accordo con Biden: quello era un do-ut-des che aveva soddisfatto entrambe le parti – era appunto un accordo. Non si può entrare e uscire da un accordo una volta sottoscritto, se lo si fa è perché si vuole ottenere di più, rinegoziare significa voler ottenere quello che non si è riusciti a ottenere. L'accordo rimane quello.\r\n\r\nMa anche nelle parole di Michele Giorgio ritroviamo lo scetticismo: «Tutti sanno che Biden non ripercorrerà il percorso di Obama», che aveva capito il ruolo geopolitico dell'Iran. Biden sarà meno aggressivo, ma pretenderà l'inserimento di nuove condizioni sui missili balistici.\r\n\r\nAscolta \"Eliminazioni nucleari per avvelenare i pozzi nel Golfo\" su Spreaker.\r\nMossad in azione antiraniana o in estensione degli Abraham Accords?\r\nCon il conseguimento da parte del Mossad del risultato di mettere in difficoltà la leadership moderata ora al governo in Iran, sarà più difficile negoziare e probabilmente gli argomenti degli oltranzisti faranno breccia tra i persiani e sarà improponibile qualunque accordo nei prossimi anni. Soprattutto in assenza del ritiro delle sanzioni, che sarebbe l'elemento che potrebbe sbloccare la trattativa e disinnescare le mine di Trump e Pompeo; ci saranno risposte iraniane? potrebbe prevalere la prudenza per evitare di fornire un pretesto? a Neom si è parlato solo di normalizzazione a suon di droni, o di estendere Abraham Accords all'Arabia Saudita? oppure si sono svelati piani di guerra che prevedevano linee di difesa dalle ritorsioni persiane che sarebbero sicuramente rivolte innanzitutto contro gli Emirati.\r\n\r\nAll'interno di tutta questa normalizzazione, Michele Giorgio ci ricorda che i palestinesi rimangono le vittime principali, sempre più marginalizzati e senza alcuna menzione nei giochi strategici tra potenze rivali.\r\n\r\nAscolta \"Mossad in azione antiraniana o in estensione degli Abraham Accords?\" su Spreaker.","4 Dicembre 2020","2020-12-04 11:22:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Iran_nucleare-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"196\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Iran_nucleare-300x196.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Iran_nucleare-300x196.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Iran_nucleare-1024x668.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Iran_nucleare-768x501.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Iran_nucleare.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Esecuzioni nucleari per avvelenare i pozzi nel Golfo",1607079572,[168,169,170,171,172,173,174,175],"http://radioblackout.org/tag/biden/","http://radioblackout.org/tag/fakhrizadeh/","http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/mossad/","http://radioblackout.org/tag/netanyahu/","http://radioblackout.org/tag/nucleare/","http://radioblackout.org/tag/pompeo/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[177,178,179,180,181,182,183,184],"biden","Fakhrizadeh","Iran","Mossad","netanyahu","nucleare","Pompeo","Trump",{"post_content":186},{"matched_tokens":187,"snippet":188,"value":189},[74],"l’Iran. Con israeliani e sauditi, \u003Cmark>perno\u003C/mark> dell’ordine mediorientale disegnato da Trump","L'annus horribilis si è inaugurato con l'uccisione del capo dei guardiani della rivoluzione Soleimani con un drone e si conclude con i colpi di coda del trumpismo che intende avvelenare i pozzi con un altro generale eccellente di nuovo ucciso da un drone in Iraq al confine con la Siria e soprattutto con l'omicidio spettacolare in terra iraniana del responsabile scientifico dell'impresa nucleare di Ankara. Ne abbiamo parlato con Michele Giorgio, giornalista de \"il manifesto\", corrispondente da Gerusalemme, che già il 18 novembre riferiva: «Il suo programma ufficiale non lo dice ma Pompeo in Medio oriente ci torna per l’Iran. Con israeliani e sauditi, \u003Cmark>perno\u003C/mark> dell’ordine mediorientale disegnato da Trump e il suo entourage, discuterà di ulteriori sanzioni contro Tehran e di possibili operazioni militari. L’indiscrezione che gira da giorni su un “ultimo regalo” a Netanyahu e ai sauditi, l’attacco militare all’Iran, ha trovato conferma in una nuova importante rivelazione, nel giro di pochi giorni, del New York Times a proposito delle mosse di Usa e Israele contro e dentro l’Iran. La scorsa settimana, riferisce il quotidiano, Trump ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori riuniti nello Studio Ovale – tra i quali Pompeo, il vicepresidente Mike Pence e il segretario alla difesa ad interim Christopher Miller – di illustrare le opzioni per un attacco contro Natanz, principale sito nucleare dell’Iran, nell’arco delle prossime settimane. Pretesto per l’operazione militare è la segnalazione da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di un marcato aumento delle riserve iraniane di materiale fissile a Natanz, seguito all’abbandono dell’accordo internazionale sul nucleare del 2015 fatto dall’amministrazione Usa. Trump però è stato dissuaso. Gli hanno spiegato che la distruzione di Natanz scatenerebbe un vasto conflitto regionale».\r\nPacta sunt servanda per Ankara\r\nIl programma nucleare iraniano attuale non è dimostrato che sia con obiettivo bellico, l'accordo obamiano evitava nuove tentazioni. Ora sanzioni, ritiro e aggressioni da parte della fazione israelo-statunitense han fatto dire al diplomatico ministro iraniano Zarif durante il Med2020 che non negozieranno un nuovo accordo con Biden: quello era un do-ut-des che aveva soddisfatto entrambe le parti – era appunto un accordo. Non si può entrare e uscire da un accordo una volta sottoscritto, se lo si fa è perché si vuole ottenere di più, rinegoziare significa voler ottenere quello che non si è riusciti a ottenere. L'accordo rimane quello.\r\n\r\nMa anche nelle parole di Michele Giorgio ritroviamo lo scetticismo: «Tutti sanno che Biden non ripercorrerà il percorso di Obama», che aveva capito il ruolo geopolitico dell'Iran. Biden sarà meno aggressivo, ma pretenderà l'inserimento di nuove condizioni sui missili balistici.\r\n\r\nAscolta \"Eliminazioni nucleari per avvelenare i pozzi nel Golfo\" su Spreaker.\r\nMossad in azione antiraniana o in estensione degli Abraham Accords?\r\nCon il conseguimento da parte del Mossad del risultato di mettere in difficoltà la leadership moderata ora al governo in Iran, sarà più difficile negoziare e probabilmente gli argomenti degli oltranzisti faranno breccia tra i persiani e sarà improponibile qualunque accordo nei prossimi anni. Soprattutto in assenza del ritiro delle sanzioni, che sarebbe l'elemento che potrebbe sbloccare la trattativa e disinnescare le mine di Trump e Pompeo; ci saranno risposte iraniane? potrebbe prevalere la prudenza per evitare di fornire un pretesto? a Neom si è parlato solo di normalizzazione a suon di droni, o di estendere Abraham Accords all'Arabia Saudita? oppure si sono svelati piani di guerra che prevedevano linee di difesa dalle ritorsioni persiane che sarebbero sicuramente rivolte innanzitutto contro gli Emirati.\r\n\r\nAll'interno di tutta questa normalizzazione, Michele Giorgio ci ricorda che i palestinesi rimangono le vittime principali, sempre più marginalizzati e senza alcuna menzione nei giochi strategici tra potenze rivali.\r\n\r\nAscolta \"Mossad in azione antiraniana o in estensione degli Abraham Accords?\" su Spreaker.",[191],{"field":79,"matched_tokens":192,"snippet":188,"value":189},[74],{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":46,"score":85,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":46},{"document":195,"highlight":212,"highlights":217,"text_match":81,"text_match_info":220},{"cat_link":196,"category":197,"comment_count":46,"id":198,"is_sticky":46,"permalink":199,"post_author":49,"post_content":200,"post_date":201,"post_excerpt":52,"post_id":198,"post_modified":202,"post_thumbnail":203,"post_thumbnail_html":204,"post_title":205,"post_type":57,"sort_by_date":206,"tag_links":207,"tags":210},[43],[45],"59157","http://radioblackout.org/2020/04/la-questione-femminile-ai-tempi-del-covid-19/","#stateacasa può essere uno slogan rassicurante, ma spesso non coincide con la realtà, soprattutto per chi vive in condizioni abitative dove regna la violenza. Le misure varate dal governo per la gestione dell'emergenza sanitaria fanno emergere, in maniera ancor più evidente, come il sessismo sia un perno fondante in questa società. Infatti i lavori a predominanza femminile, quelli legati ai servizi alla persona (oss, badanti, donne delle pulizie, ecc..), sono stati dimenticati dal decreto Cura Italia, a sottolineare l'invisibilità in cui lavorano migliaia di donne. In egual misura anche il diritto all'aborto viene rimesso in discussione, non tanto quanto diritto, ma nella sua attuabilità, in tanti casi le visite e le operazioni vengono rinviate a date non compatibili con la celerità che pretende un interruzione di gravidanza. Infine la violenza domestica che, seppur senza ancora dati certi, vede un impennata da quando è iniziata la quarantena. In questo caso le donne si sentono ancor più sole, impossibilitate a uscire e a volte anche a contattare sportelli di supporto. Questi ultimi continuano a lavorare, ma evidenziano i tagli economici a cui sono stati sottoposti nel corso delle varie legislature.\r\nNon Una di Meno cerca, anche dall'isolamento, di costruire reti e supportare tutte coloro che si trovano a pagare il prezzo più alto delle differenze di genere.\r\nNe parliamo con una compagna di NUDM Torino, anche in seguito all'assemblea regionale di Domenica 5/4\r\nqui il comunicato:\r\n\r\nhttps://nonunadimeno.wordpress.com/2020/04/06/non-una-di-meno-lottiamo-tutti-i-giorni-come-e-piu-di-prima/?fbclid=IwAR0FoD4WpV7WWY-r7YAq-hkuQd4ezMUqKy4-9ElRwNkPcxv-WXWXFYboN04\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.mp3\"][/audio]","8 Aprile 2020","2020-04-08 12:29:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm-200x110.png","\u003Cimg width=\"225\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.png 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm-150x150.png 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm-170x170.png 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","La questione femminile ai tempi del Covid-19",1586348992,[208,209],"http://radioblackout.org/tag/nonunadimeno/","http://radioblackout.org/tag/info/",[211,49],"#NonUnaDiMeno",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[74],"come il sessismo sia un \u003Cmark>perno\u003C/mark> fondante in questa società. 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Non sai, non vuoi, non puoi ordinarla in internet? Cerca qualcuno che viva vicino a te e possa aiutarti.\r\n\r\nSei solo, debole e non riesci a fare la spesa? Segnalalo qui: potresti trovare chi ti darà una mano e qualcun altro cui potresti essere utile a tua volta.\r\n\r\nHai preso la multa? Vuoi sapere come fare ricorso? Segnalalo e troverai chi ti darà le indicazioni giuste\r\n\r\nSei sotto ricatto sul lavoro? Temi di perdere il posto se protesti perché non ti senti sicuro in fabbrica, in officina, in ospedale? Organizzati con i tuoi compagni di lavoro e segnala in lista la vostra lotta. Se i media tacciono, se gli imprenditori minacciano, far sapere cosa succede serve perché altri possano muoversi in solidarietà, perché il silenzio non faciliti la repressione.\r\n\r\nTanta gente ha la febbre ma è chiusa in casa senza tamponi né visite mediche. Molti hanno paura per se e per chi vive con loro. Proviamo a fare pressione collettiva per modificare la situazione. Una singola goccia si perde nel mare. Tante gocce possono scatenare una tempesta.\r\n\r\nDi fronte all’epidemia è facile sentirsi deboli e incapaci di reagire. Specie se non siamo più tanto giovani, forti, se temiamo per i nostri cari, per le persone a cui vogliamo bene.\r\nLa realtà è durissima. Nel cuore del primo mondo, nel centro dell’area più ricca del paese, la gente si ammala e muore senza cure adeguate. Ci raccontano di aver fatto meraviglie, ma la verità la raccontano i medici di base che non riescono a far ricoverare nemmeno chi è in condizioni disperate. Tutti sappiamo come stanno le cose. In tante case c’è gente malata, che riceve indicazioni per telefono, senza ossigeno, tamponi, saturimetri: chi vive con i malati rischia di ammalarsi e diffondere il contagio.\r\nDicono che tutto andrà bene, ma ogni giorno muoiono centinaia e centinaia di persone. Di alcune neppure si sa: sono morti in casa, senza che mai nessuno facesse loro un tampone.\r\n\r\nLa china che stavamo discendendo negli ultimi decenni è divenuta all’improvviso precipitosa. Siamo rinchiusi ai domiciliari, sottoposti a controllo militare, spiati da droni ed app.\r\nPrigionieri, infantilizzati, mentre il rumore delle ambulanze lacera l’aria, siamo indotti a credere di essere i responsabili del diffondersi inarrestabile del morbo, per nascondere le responsabilità di chi ieri ed oggi è al governo del paese e delle regioni.\r\n\r\nSia chiaro: tutelarsi e tutelare gli altri, con mascherine e restando a distanza, è oggi necessario: ciascuno di noi è responsabile dei propri atti. Noi anarchici lo sappiamo bene: per noi la responsabilità individuale è il perno di una società di liber* ed eguali.\r\n\r\nConte emette editti come un re e li comunica a reti unificate, mentre le opposizioni si limitano a dire che bisogna stringere ancora di più le maglie dei domiciliari di massa cui siamo sottoposti.\r\nHanno promesso elemosine e chi non riesce più a pagare fitti, bollette, ma sappiamo che quei fitti, quelle bollette sono solo rimandati.\r\nIn periferia la paura e gli scarsi introiti hanno fatto chiudere tanti negozietti alimentari di prossimità: facile prevedere che pochi riapriranno.\r\nIntanto c’è chi non riesce a fare la spesa: presto le elemosine del governo non basteranno.\r\n\r\nL’informazione ha sempre più i caratteri della corrispondenza di guerra, dove i nemici sono quelli che fanno una corsa o vanno ad un supermercato più lontano.\r\nChi racconta la vita ai tempi dell’epidemia viene minacciato di licenziamento.\r\nOgni giorno i media alimentano la diffidenza irragionevole, la caccia all’untore.\r\nVogliono evitare che germini il seme del dubbio, che cresca e si rinforzi la pianta della critica.\r\nTutti noi siamo stati collettivamente privati della possibilità di conoscenza e controllo sulla ricerca, la sperimentazione, la scelta degli obiettivi.\r\n\r\nL’esercito non è in strada solo per controllare i trasgressori di norme che cambiano ogni tre giorni: in questo paese ci sono più poliziotti che medici. L’esercito è in strada con i blindati perché a qualcuno potrebbe venire il dubbio che le nostre case sono i lazzaretti dove, uno dopo l’altro, ci ammaleremo tutti. In silenzio.\r\n\r\nQualcuno attende che finisca, immobile. Invece, per quanto siano esili i margini, qualcosa si può fare.\r\n\r\nDobbiamo spezzare le catene dell’isolamento, con la solidarietà, il mutuo appoggio, la costruzione di reti che ci rendano più autonomi rispetto all’istituito, più capaci di scambiarci le informazioni sulla vita quotidiana al tempo dei domiciliari di massa, di far arrivare una mascherina o un pacco di pasta dove serve, di reclamare collettivamente il tampone per chi è malato e chiuso in casa.\r\n\r\nQuesto è uno spazio di autogestione e mutuo appoggio. Noi non forniamo servizi ma promuoviamo la pratica dell’autorganizzazione dal basso, come sempre nella vita “normale”.\r\nA proposito… Noi a quella “normalità” non vorremmo tornare. Mai più. É una normalità violenta, gerarchica ed escludente, che di fronte all’epidemia ha mostrato il suo volto più violento e autoritario.\r\nLe esperienze di solidarietà e mutuo appoggio che noi e tanti altri stanno sperimentando in questi giorni, saranno il seme da cui far germinare percorsi di lotta e autonomia dalle regole feroci del profitto e del dominio.”","7 Aprile 2020","2020-04-07 12:29:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-300x157.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-300x157.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-1024x534.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-768x401.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-1536x802.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o.png 1640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Solidarietà senza frontiere - gruppo di mutuo appoggio",1586262561,[235,236,237,238,239],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/epidemia/","http://radioblackout.org/tag/mutuo-appoggio/","http://radioblackout.org/tag/senza-frontiere/",[241,242,243,244,245],"autogestione","covid 19","epidemia","mutuo appoggio","senza frontiere",{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":249,"value":250},[74],"la responsabilità individuale è il \u003Cmark>perno\u003C/mark> di una società di liber*","Si stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando di infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.\r\nAlcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario di realizzare esperienze di mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.\r\nA Torino è ai blocchi di partenza il gruppo di mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.\r\nCe ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-07-stefano-mutuo-appoggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo di presentazione dell’iniziativa che su Facebook trovate sulla pagina Senza Frontiere:\r\n\r\n“Solidarietà senza frontiere – Gruppo di mutuo appoggio\r\n\r\nQuesto gruppo è stato pensato dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Torinese, ma è aperto a chiunque ne condivida obiettivi e pratiche.\r\n\r\nCosa vorremmo fare?\r\n\r\nCreare ponti che non lascino da soli i più deboli, che consentano di costruire solide reti di mutuo appoggio.\r\nCi vogliono isolati, divisi, diffidenti, impediamo il diffondersi della psicopolizia, dimostriamo che sopravvivere all’epidemia dipende anche dalla nostra capacità di organizzarci, lottare, darci reciproco sostegno.\r\n\r\nTi serve una mascherina? 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Una singola goccia si perde nel mare. Tante gocce possono scatenare una tempesta.\r\n\r\nDi fronte all’epidemia è facile sentirsi deboli e incapaci di reagire. Specie se non siamo più tanto giovani, forti, se temiamo per i nostri cari, per le persone a cui vogliamo bene.\r\nLa realtà è durissima. Nel cuore del primo mondo, nel centro dell’area più ricca del paese, la gente si ammala e muore senza cure adeguate. Ci raccontano di aver fatto meraviglie, ma la verità la raccontano i medici di base che non riescono a far ricoverare nemmeno chi è in condizioni disperate. Tutti sappiamo come stanno le cose. In tante case c’è gente malata, che riceve indicazioni per telefono, senza ossigeno, tamponi, saturimetri: chi vive con i malati rischia di ammalarsi e diffondere il contagio.\r\nDicono che tutto andrà bene, ma ogni giorno muoiono centinaia e centinaia di persone. Di alcune neppure si sa: sono morti in casa, senza che mai nessuno facesse loro un tampone.\r\n\r\nLa china che stavamo discendendo negli ultimi decenni è divenuta all’improvviso precipitosa. Siamo rinchiusi ai domiciliari, sottoposti a controllo militare, spiati da droni ed app.\r\nPrigionieri, infantilizzati, mentre il rumore delle ambulanze lacera l’aria, siamo indotti a credere di essere i responsabili del diffondersi inarrestabile del morbo, per nascondere le responsabilità di chi ieri ed oggi è al governo del paese e delle regioni.\r\n\r\nSia chiaro: tutelarsi e tutelare gli altri, con mascherine e restando a distanza, è oggi necessario: ciascuno di noi è responsabile dei propri atti. Noi anarchici lo sappiamo bene: per noi la responsabilità individuale è il \u003Cmark>perno\u003C/mark> di una società di liber* ed eguali.\r\n\r\nConte emette editti come un re e li comunica a reti unificate, mentre le opposizioni si limitano a dire che bisogna stringere ancora di più le maglie dei domiciliari di massa cui siamo sottoposti.\r\nHanno promesso elemosine e chi non riesce più a pagare fitti, bollette, ma sappiamo che quei fitti, quelle bollette sono solo rimandati.\r\nIn periferia la paura e gli scarsi introiti hanno fatto chiudere tanti negozietti alimentari di prossimità: facile prevedere che pochi riapriranno.\r\nIntanto c’è chi non riesce a fare la spesa: presto le elemosine del governo non basteranno.\r\n\r\nL’informazione ha sempre più i caratteri della corrispondenza di guerra, dove i nemici sono quelli che fanno una corsa o vanno ad un supermercato più lontano.\r\nChi racconta la vita ai tempi dell’epidemia viene minacciato di licenziamento.\r\nOgni giorno i media alimentano la diffidenza irragionevole, la caccia all’untore.\r\nVogliono evitare che germini il seme del dubbio, che cresca e si rinforzi la pianta della critica.\r\nTutti noi siamo stati collettivamente privati della possibilità di conoscenza e controllo sulla ricerca, la sperimentazione, la scelta degli obiettivi.\r\n\r\nL’esercito non è in strada solo per controllare i trasgressori di norme che cambiano ogni tre giorni: in questo paese ci sono più poliziotti che medici. L’esercito è in strada con i blindati perché a qualcuno potrebbe venire il dubbio che le nostre case sono i lazzaretti dove, uno dopo l’altro, ci ammaleremo tutti. In silenzio.\r\n\r\nQualcuno attende che finisca, immobile. Invece, per quanto siano esili i margini, qualcosa si può fare.\r\n\r\nDobbiamo spezzare le catene dell’isolamento, con la solidarietà, il mutuo appoggio, la costruzione di reti che ci rendano più autonomi rispetto all’istituito, più capaci di scambiarci le informazioni sulla vita quotidiana al tempo dei domiciliari di massa, di far arrivare una mascherina o un pacco di pasta dove serve, di reclamare collettivamente il tampone per chi è malato e chiuso in casa.\r\n\r\nQuesto è uno spazio di autogestione e mutuo appoggio. Noi non forniamo servizi ma promuoviamo la pratica dell’autorganizzazione dal basso, come sempre nella vita “normale”.\r\nA proposito… Noi a quella “normalità” non vorremmo tornare. Mai più. É una normalità violenta, gerarchica ed escludente, che di fronte all’epidemia ha mostrato il suo volto più violento e autoritario.\r\nLe esperienze di solidarietà e mutuo appoggio che noi e tanti altri stanno sperimentando in questi giorni, saranno il seme da cui far germinare percorsi di lotta e autonomia dalle regole feroci del profitto e del dominio.”",[252],{"field":79,"matched_tokens":253,"snippet":249,"value":250},[74],{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":46,"score":85,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":46},6681,{"collection_name":57,"first_q":74,"per_page":11,"q":74},10,{"facet_counts":259,"found":314,"hits":315,"out_of":791,"page":28,"request_params":792,"search_cutoff":35,"search_time_ms":299},[260,287],{"counts":261,"field_name":284,"sampled":35,"stats":285},[262,264,267,270,272,274,276,278,280,282],{"count":38,"highlighted":263,"value":263},"La fine della Fine della storia",{"count":265,"highlighted":266,"value":266},8,"black holes",{"count":268,"highlighted":269,"value":269},5,"arsider",{"count":268,"highlighted":271,"value":271},"anarres",{"count":19,"highlighted":273,"value":273},"Il Perno Originario",{"count":19,"highlighted":275,"value":275},"I Bastioni di Orione",{"count":28,"highlighted":277,"value":277},"uk",{"count":28,"highlighted":279,"value":279},"strage",{"count":28,"highlighted":281,"value":281},"monografia",{"count":28,"highlighted":283,"value":283},"nothing hill","podcastfilter",{"total_values":286},31,{"counts":288,"field_name":34,"sampled":35,"stats":312},[289,292,295,297,298,301,303,305,307,310],{"count":290,"highlighted":291,"value":291},15,"Perno originario",{"count":293,"highlighted":294,"value":294},12,"letteratura",{"count":293,"highlighted":296,"value":296},"Radio Blackout",{"count":293,"highlighted":263,"value":263},{"count":299,"highlighted":300,"value":300},11,"lettura",{"count":299,"highlighted":302,"value":302},"serie podcast",{"count":257,"highlighted":304,"value":304},"storia",{"count":257,"highlighted":306,"value":306},"musica",{"count":308,"highlighted":309,"value":309},9,"Kurdistan",{"count":265,"highlighted":311,"value":311},"Turchia",{"total_values":313},671,49,[316,607,649,685,720,756],{"document":317,"highlight":453,"highlights":590,"text_match":602,"text_match_info":603},{"comment_count":46,"id":318,"is_sticky":46,"permalink":319,"podcastfilter":320,"post_author":321,"post_content":322,"post_date":323,"post_excerpt":52,"post_id":318,"post_modified":324,"post_thumbnail":325,"post_title":326,"post_type":327,"sort_by_date":328,"tag_links":329,"tags":394},"88499","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dall8-al-14-aprile-2024/",[266],"sowdust"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 8,30 - Serco e la privatizzazione dell'apparato detentivo in Italia_31\r\n 31 minuti [Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nLa privatizzazione dell’apparato detentivo è un processo di “neoliberismo reale” innescatosi negli anni ‘80 e diffusosi dagli Stati Uniti al resto del mondo. Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità operative di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 11,30 - 1975 I Caduti dell'aprile rosso 1 26 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_1_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 12,30 - 1975 I Caduti dell'aprile rosso 2 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_2_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 10 ore 8,30 - Perno originario #8 : Epilogo: le rovine di Europa 16 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Nella riflessione geopolitica contemporanea, la nozione di perno è stata introdotta da un geografo britannico, tale Halford Mackinder, in un seminale articolo del 1904 intitolato The Geographic Pivot of History, ovvero «il perno geografico della Storia». Per riassumere all’estremo il contenuto dell’articolo di Mackinder e riprenderne le formule: «chi domina lo Heartland, domina l’isola-mondo, e chi domina l’isola-mondo domina il mondo». […] Al di là delle differenze, tutte queste formule tentano di rendere conto dell’articolazione spaziale dello sviluppo economico e demografico nell’Europa moderna, ma tutte lasciano fuori almeno un settore, cosicché solo la nozione di perno nel senso di Mackinder, ci sembra atta ad inglobare la molteplicità degli epicentri storici del capitalismo europeo. Questi epicentri si sono costituiti attorno e alle spese dello spazio tedesco nella misura in cui sono riusciti a balcanizzarlo o a tenerlo sotto scacco, facendone sempre e comunque un’arena privilegiata di scontro politico e militare, come durante la Guerra dei Trent’anni. Per la stessa ragione, l’unificazione della Germania ha dovuto farsi a partire dalla sua periferia estrema, la Prussia orientale, a lungo priva della benché minima continuità territoriale con il nostro ideale perno mitteleuropeo. Proviamo allora il motto di Mackinder per adattarlo all’alba della modernità: «chi domina lo Heartland, domina la penisola-mondo, e chi domina la penisola-mondo domina il mondo»…\r\n\r\n“Chiediamoci inoltre se la dinamica attuale di ripolarizzazione del mondo in virtù dello scontro fra Stati Uniti e Cina non abbia nuovamente spostato il perno geografico della storia nel centro di Europa – con questa differenza fondamentale rispetto al periodo della Guerra dei Trent’anni: che gli epicentri che si contendono il controllo dello Heartland europeo sono oggi lontani dalla penisola-mondo, cosa che può rendere la loro collisione su questo quadrante ancor più distruttiva. In ogni caso, nella guerra che già oggi si combatte sul teatro europeo, si gioca ancora una volta, come quattro secoli fa, l’emergere di una Realpolitik come principio regolatore delle dispute internazionali o, viceversa, il perpetuarsi del principio feudale della guerra giusta, anche a prezzo di una devastazione senza fine”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.8_16.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 11 ore 8,30 - Intervista Sakine Cansiz + due racconti di Dino Frisullo 29 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nDal Kurdistan, intervista realizzata nel novembre 2011 a Sakine Cansiz, fondatrice del PKK, uccisa insieme alle sue compagne da Erdogan nel gennaio 2013 a Parigi. A seguire, due racconti tratti dal libro Sherildan!, la lunga intifada kurda in Turchia di Dino Frisullo, edizioni La città del sole\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Intervista-a-Sakine-Cansiz-due-racconti-di-Dino-Frisullo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 8,30 - Rifiuti tossici sud Italia (Titolo originale: Il colonialismo tossico e le sue terre dei fuochi) 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n«La gestione dei rifiuti è un business trasversale che coinvolge figure politiche, imprenditori privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 21,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 9,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 20,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 10 - Estrus Records 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nShovelin’ The Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/EstrusRecords_38.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18 - Il direttore del teatro pt.1 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18,30 - Il direttore del teatro pt.2 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","4 Aprile 2024","2024-04-14 18:45:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dall'8 al 14 aprile 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La lunga intifada kurda in Turchia","smaltimento rifiuti","storia movimenti","sud italia","Susanna Ronconi","tullio togni","Uomini talpa","USA","viaggio",{"post_content":454,"tags":459},{"matched_tokens":455,"snippet":457,"value":458},[456],"Perno","nbsp;\r\n\r\nMercoledì 10 ore 8,30 - \u003Cmark>Perno\u003C/mark> originario #8 : Epilogo: le rovine"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 8,30 - Serco e la privatizzazione dell'apparato detentivo in Italia_31\r\n 31 minuti [Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nLa privatizzazione dell’apparato detentivo è un processo di “neoliberismo reale” innescatosi negli anni ‘80 e diffusosi dagli Stati Uniti al resto del mondo. Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità operative di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 11,30 - 1975 I Caduti dell'aprile rosso 1 26 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_1_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 12,30 - 1975 I Caduti dell'aprile rosso 2 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_2_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 10 ore 8,30 - \u003Cmark>Perno\u003C/mark> originario #8 : Epilogo: le rovine di Europa 16 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Nella riflessione geopolitica contemporanea, la nozione di \u003Cmark>perno\u003C/mark> è stata introdotta da un geografo britannico, tale Halford Mackinder, in un seminale articolo del 1904 intitolato The Geographic Pivot of History, ovvero «il \u003Cmark>perno\u003C/mark> geografico della Storia». Per riassumere all’estremo il contenuto dell’articolo di Mackinder e riprenderne le formule: «chi domina lo Heartland, domina l’isola-mondo, e chi domina l’isola-mondo domina il mondo». […] Al di là delle differenze, tutte queste formule tentano di rendere conto dell’articolazione spaziale dello sviluppo economico e demografico nell’Europa moderna, ma tutte lasciano fuori almeno un settore, cosicché solo la nozione di \u003Cmark>perno\u003C/mark> nel senso di Mackinder, ci sembra atta ad inglobare la molteplicità degli epicentri storici del capitalismo europeo. Questi epicentri si sono costituiti attorno e alle spese dello spazio tedesco nella misura in cui sono riusciti a balcanizzarlo o a tenerlo sotto scacco, facendone sempre e comunque un’arena privilegiata di scontro politico e militare, come durante la Guerra dei Trent’anni. Per la stessa ragione, l’unificazione della Germania ha dovuto farsi a partire dalla sua periferia estrema, la Prussia orientale, a lungo priva della benché minima continuità territoriale con il nostro ideale \u003Cmark>perno\u003C/mark> mitteleuropeo. Proviamo allora il motto di Mackinder per adattarlo all’alba della modernità: «chi domina lo Heartland, domina la penisola-mondo, e chi domina la penisola-mondo domina il mondo»…\r\n\r\n“Chiediamoci inoltre se la dinamica attuale di ripolarizzazione del mondo in virtù dello scontro fra Stati Uniti e Cina non abbia nuovamente spostato il \u003Cmark>perno\u003C/mark> geografico della storia nel centro di Europa – con questa differenza fondamentale rispetto al periodo della Guerra dei Trent’anni: che gli epicentri che si contendono il controllo dello Heartland europeo sono oggi lontani dalla penisola-mondo, cosa che può rendere la loro collisione su questo quadrante ancor più distruttiva. In ogni caso, nella guerra che già oggi si combatte sul teatro europeo, si gioca ancora una volta, come quattro secoli fa, l’emergere di una Realpolitik come principio regolatore delle dispute internazionali o, viceversa, il perpetuarsi del principio feudale della guerra giusta, anche a prezzo di una devastazione senza fine”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.8_16.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 11 ore 8,30 - Intervista Sakine Cansiz + due racconti di Dino Frisullo 29 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nDal Kurdistan, intervista realizzata nel novembre 2011 a Sakine Cansiz, fondatrice del PKK, uccisa insieme alle sue compagne da Erdogan nel gennaio 2013 a Parigi. A seguire, due racconti tratti dal libro Sherildan!, la lunga intifada kurda in Turchia di Dino Frisullo, edizioni La città del sole\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Intervista-a-Sakine-Cansiz-due-racconti-di-Dino-Frisullo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 8,30 - Rifiuti tossici sud Italia (Titolo originale: Il colonialismo tossico e le sue terre dei fuochi) 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n«La gestione dei rifiuti è un business trasversale che coinvolge figure politiche, imprenditori privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 21,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 9,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 20,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 10 - Estrus Records 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nShovelin’ The Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/EstrusRecords_38.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18 - Il direttore del teatro pt.1 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18,30 - Il direttore del teatro pt.2 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele 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\r\n\r\n\r\n\r\n\"Nella riflessione geopolitica contemporanea, la nozione di perno è stata introdotta da un geografo britannico, tale Halford Mackinder, in un seminale articolo del 1904 intitolato The Geographic Pivot of History, ovvero «il perno geografico della Storia». Per riassumere all'estremo il contenuto dell'articolo di Mackinder e riprenderne le formule: «chi domina lo Heartland, domina l'isola-mondo, e chi domina l'isola-mondo domina il mondo». [...] Al di là delle differenze, tutte queste formule tentano di rendere conto dell'articolazione spaziale dello sviluppo economico e demografico nell'Europa moderna, ma tutte lasciano fuori almeno un settore, cosicché solo la nozione di perno nel senso di Mackinder, ci sembra atta ad inglobare la molteplicità degli epicentri storici del capitalismo europeo. Questi epicentri si sono costituiti attorno e alle spese dello spazio tedesco nella misura in cui sono riusciti a balcanizzarlo o a tenerlo sotto scacco, facendone sempre e comunque un'arena privilegiata di scontro politico e militare, come durante la Guerra dei Trent'anni. 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Come ha potuto la regione più periferica e di acquisizione più tardiva dello spazio tedesco divenire l'artefice della sua laboriosa e imperfetta unificazione? Come ha potuto questa regione, la più orientale dello spazio tedesco, divenire così intimamente legata, e decisiva, per epicentri occidentali dello spazio tedesco ? Come ha potuto questa regione, caratterizzata delle realtà etno-linguistiche e culturali più prossime al mondo slavo, divenire la culla del Sonderweg, della via originale tedesca, e di ciò che verrà considerato il lato oscuro?\"\r\n\r\n[...] \"Forgiato con il ferro e con il fuoco, il regno di Prussia si rivelò essere il solo epicentro dello spazio tedesco a mostrarsi in grado non solo di risollevarsi rapidamente dalla guerra dei Trentanni, ma soprattutto di fare tesoro delle lezioni che essa aveva impartito. Le caratteristiche socio-economiche sviluppate in quel frangente storico ne faranno anche l'unico epicentro in grado di avviare l'unificazione dello spazio tedesco, imprimendogli la propria marca tipicamente anti-liberale, social-conservatrice, protezionista e militaresca. Ci vorranno due Guerre mondiali nel Novecento, la resa incondizionata della Germania nazista nel 1945, l'eliminazione integrale del suo Stato maggiore, e il condominio americano-sovietico in Europa, per cancellare quella marca\"\r\n\r\nAscolta il settimo episodio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/perno-7-prussia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i precedenti episodi de Il Perno Originario","7 Giugno 2023","2023-06-07 13:58:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/Kurfürst-Friedrich-Wilhelm-200x110.jpg","IL PERNO ORIGINARIO #7 - IL PARADOSSO PRUSSIANO",1686146331,[620],[273],{"post_content":663,"post_title":667,"tags":670},{"matched_tokens":664,"snippet":665,"value":666},[456],"i precedenti episodi de Il \u003Cmark>Perno\u003C/mark> Originario","\"Confrontarsi con la storia della Prussia significa confrontarsi con una serie di interrogativi paradossali che si inscrivono interamente nella questione tedesca per come l'abbiamo definita all'inizio del nostro viaggio dentro le viscere dell'Europa moderna. Come ha potuto la regione più periferica e di acquisizione più tardiva dello spazio tedesco divenire l'artefice della sua laboriosa e imperfetta unificazione? Come ha potuto questa regione, la più orientale dello spazio tedesco, divenire così intimamente legata, e decisiva, per epicentri occidentali dello spazio tedesco ? Come ha potuto questa regione, caratterizzata delle realtà etno-linguistiche e culturali più prossime al mondo slavo, divenire la culla del Sonderweg, della via originale tedesca, e di ciò che verrà considerato il lato oscuro?\"\r\n\r\n[...] \"Forgiato con il ferro e con il fuoco, il regno di Prussia si rivelò essere il solo epicentro dello spazio tedesco a mostrarsi in grado non solo di risollevarsi rapidamente dalla guerra dei Trentanni, ma soprattutto di fare tesoro delle lezioni che essa aveva impartito. Le caratteristiche socio-economiche sviluppate in quel frangente storico ne faranno anche l'unico epicentro in grado di avviare l'unificazione dello spazio tedesco, imprimendogli la propria marca tipicamente anti-liberale, social-conservatrice, protezionista e militaresca. Ci vorranno due Guerre mondiali nel Novecento, la resa incondizionata della Germania nazista nel 1945, l'eliminazione integrale del suo Stato maggiore, e il condominio americano-sovietico in Europa, per cancellare quella marca\"\r\n\r\nAscolta il settimo episodio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/perno-7-prussia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i precedenti episodi de Il \u003Cmark>Perno\u003C/mark> Originario",{"matched_tokens":668,"snippet":669,"value":669},[629],"IL \u003Cmark>PERNO\u003C/mark> ORIGINARIO #7 - IL PARADOSSO PRUSSIANO",[671],{"matched_tokens":672,"snippet":634,"value":634},[456],[674,676,678],{"field":637,"matched_tokens":675,"snippet":669,"value":669},[629],{"field":79,"matched_tokens":677,"snippet":665,"value":666},[456],{"field":34,"indices":679,"matched_tokens":680,"snippets":682,"values":683},[46],[681],[456],[634],[634],{"best_field_score":83,"best_field_weight":290,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":648,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":46},{"document":686,"highlight":698,"highlights":708,"text_match":81,"text_match_info":719},{"comment_count":46,"id":687,"is_sticky":46,"permalink":688,"podcastfilter":689,"post_author":612,"post_content":690,"post_date":691,"post_excerpt":52,"post_id":687,"post_modified":692,"post_thumbnail":693,"post_title":694,"post_type":327,"sort_by_date":695,"tag_links":696,"tags":697},"82294","http://radioblackout.org/podcast/il-perno-originario-6-svezia-ascesa-e-declino-della-atene-del-nord/",[263],"\"Oggigiorno diamo per scontata l'appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell'alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell'odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.\"\r\n\r\n[...] \"La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell'Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all'influenza degli Asburgo regnanti sull'Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l'esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un'annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.\"\r\n\r\nAscolta il sesto episodio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/perno-6.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i precedenti episodi de Il Perno Originario","24 Maggio 2023","2023-06-07 14:09:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/Gustavo-Adolfo-trionfa-a-Breitenfeld-200x110.jpg","IL PERNO ORIGINARIO #6 - SVEZIA: ASCESA E DECLINO DELLA \"ATENE DEL NORD\"",1684935058,[620],[273],{"post_content":699,"post_title":702,"tags":705},{"matched_tokens":700,"snippet":665,"value":701},[456],"\"Oggigiorno diamo per scontata l'appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. 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Così scriveva Carl Schmitt – controverso giurista tedesco prima riverito, poi messo ai margini dal regime nazionalsocialista – in un libercolo del 1942 : Land und Meer, ovvero: Terra e mare. [...] Ma l'opposizione fondamentale fra potenze terrestri e potenze marittime cominciò ad essere teorizzata già alla fine del XIX secolo, da un certo Alfred Mahan, un americano, professore di storia all'Accademia militare di West Point. Secondo Mahan, il primo scontro moderno a rientrare in quest'opposizione si svolse fra la Inghilterra da un lato, potenza marittima per eccellenza, e la Francia dall'altro, in una serie di guerre che scandiscono il periodo che va dal 1660 al gli anni '80 del secolo successivo.\"\r\n\r\n[...]\"Con la guerra navale del 1778-1783, la Francia sembrava aver infine ottenuto la sua tanto agognata vittoria sull'Inghilterra, e aver abbandonato lo statuto di potenza terrestre in favore di quello di potenza marittima, suggellato dal consolidamento dei suoi possedimenti coloniali. Ma lo sforzo militare francese per ottenere quella vittoria, e ad una distanza così grande dall'Esagono, era costato carissimo. Ne seguì una crisi politica e delle finanze pubbliche che sboccò, nel giro di qualche anno, nella Grande Rivoluzione del 1789. Non senza ironia, la svolta della rivoluzione borghese rinvia con forza la Francia al suo statuto di potenza terrestre. La coalizione delle monarchie europee contro la neonata Repubblica francese spingerà al centro della scena un giovane capitano dell'esercito nato in Corsica, tale Napoleone Bonaparte, che non si limiterà a fare della Francia un impero, ma sconvolgerà l'arte militare, rivoluzionando la guerra di manovra e inaugurando quella che Clausewitz chiamerà la «forma assoluta di guerra», la cosiddetta guerra totale.\"\r\n\r\nAscolta il quinto episodio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/perno-5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i precedenti episodi de Il Perno Originario\r\n\r\n \r\n\r\n ","3 Maggio 2023","2023-05-03 11:29:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/Turner-The-Field-of-Waterloo-200x110.jpg","IL PERNO ORIGINARIO #5 - LO STATO FRANCESE, IN BILICO TRA TERRA E MARE",1683113367,[620],[273],{"post_content":734,"post_title":738,"tags":741},{"matched_tokens":735,"snippet":736,"value":737},[456],"i precedenti episodi de Il \u003Cmark>Perno\u003C/mark> Originario\r\n\r\n \r\n\r\n ","\"«La storia del mondo è storia di lotta di potenze marinare contro potenze di terra e di potenze di terra contro potenze marinare». 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Così si legge in un frammento di Eraclito, filosofo presocratico vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo a. C. Antica è la consapevolezza del ruolo centrale che lo scontro aperto fra raggruppamenti ostili e concorrenti gioca negli umani destini, non solo e non tanto nei suoi esiti bellici più effimeri e momentanei, ma nello sprigionare forze e passioni che in circostanze determinate facilitano il parto di una società nuova che si sviluppa nei pori di quella vecchia.\r\n\r\n[...] Nei due precedenti episodi abbiamo visto come, attraverso la Guerra dei Trent'anni, si è forgiato il moderno Stato europeo. Questo Stato in realtà non esiste e non è mai esistito al singolare, ma solo e soltanto al plurale, cioè come un sistema di Stati. La pace di Vestfalia, che mette fine a quella guerra, rappresenta il suo formale atto di nascita. Con esso, sorgono egualmente i concetti fondamentali del pensiero politico moderno, e il primo luogo quello di sovranità, che con alterne fortune persisterà nei secoli fino ai giorni nostri.\r\n\r\n[...] In questo quadro, le guerre del XVI e XVII secolo fungono da vettore e acceleratore. Lo Stato fiscale è in effetti indissociabile dallo Stato militare, e lo Stato militare è esso stesso indissociabile dalla rivoluzione militare che si dispiega in quel frangente storico. Sullo sfondo o il filigrana si può cogliere poi la rivoluzione industriosa o proto-industriale, che precede e prepara la rivoluzione industriale avviatasi alla fine del XVIII secolo.\r\n\r\nAscolta il quarto episodio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/perno4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i precedenti episodi de Il Perno Originario\r\n\r\n \r\n\r\n ","12 Aprile 2023","2023-04-12 21:54:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Guerra-dItalia-1494-200x110.jpg","IL PERNO ORIGINARIO #4 - INTERMEZZO: RIVOLUZIONE \"INDUSTRIOSA\", RIVOLUZIONE FISCALE, RIVOLUZIONE MILITARE",1681296989,[620],[273],{"post_content":770,"post_title":773,"tags":776},{"matched_tokens":771,"snippet":736,"value":772},[456],"«È polèmos (la guerra) padre di tutte le cose e di tutte il re; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi». 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