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Si tratta di una sforbiciata da 85 miliardi di dollari, di cui diversi miliardi alla voce \"Pentagono\".\r\n\r\nLa legislazione americana prevede un tetto massimo quantitativo all'ammontare del debito pubblico, la cui cifra è stata ripetutamente aumentata negli ultimi anni di crisi. Ma ad oggi, saltata la possibilità di un'intesa nel Congresso, il programma cosiddetto sequester è entrato quindi in vigore.\r\n\r\nSi tratta in realtà solo di una prima tranche di tagli, i cui effetti verranno spalmati nei prossimi sette mesi, ma se l’intesa tra repubblicani e democratici, tanto agognata da Obama, continuerà ad essere rimandata, l’effetto del sequester è destinato a prolungarsi per circa un decennio, con un impatto totale di circa 1.200 miliardi di dollari di qui al 2021.\r\n\r\nL’effetto di questa prima tranche si farà sentire nelle voci di spesa per la difesa ma colpirà molto duramente anche la sanità, i sussidi per la casa e per la disoccupazione e altre fette di quel che rimane del welfare statunitense. 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Gli arresti sarebbero un centinaio. In poche ore, riportano i media locali, l’ospedale Kenyatta di Nairobi ha segnalato l’ammissione di 56 pazienti, diversi dei quali con ferite di arma da fuoco, mentre almeno due manifestanti sono morti per gravi emorragie prima di arrivare al pronto soccorso.La maggior parte dei manifestanti sono giovani della cosidetta generazione \"z\" ,che avevano invaso le strade della capitale l'anno scorso protestando contro la legge finanziaria del presidente Ruto che imponeva pesanti tagli alla spesa pubblica e inasprimento fiscale su beni di prima necessità. Le proteste pur sanguinosamente represse ,riuscirono a far ritirare l'odioso provvedimento ,ma le ragioni del malcontento giovanile in Kenya permangono . Le manifestazioni di questi giorni ricordano quella mobilitazione e si scontrano contro la feroce repressione governativa ,le piazze richiedono a gran voce le dimissioni di Ruto.\r\n\r\nNe parliamo con Freddie Del Curatolo giornalista e scritore che vive in Kenya\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/INFO-30062025-KENYA.mp3\"][/audio]","30 Giugno 2025","Proteste in Kenya ","2025-06-30 18:13:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/KENYA-PROTESTE-INFO-30062025-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"193\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/KENYA-PROTESTE-INFO-30062025-300x193.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/KENYA-PROTESTE-INFO-30062025-300x193.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/KENYA-PROTESTE-INFO-30062025-768x493.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/KENYA-PROTESTE-INFO-30062025.jpg 980w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","KENYA ,I GIOVANI RITORNANO IN PIAZZA CONTRO LA REPRESSIONE.",1751307191,[169,170,171,172,173],"http://radioblackout.org/tag/generazione-z/","http://radioblackout.org/tag/kenya/","http://radioblackout.org/tag/manifestazioni/","http://radioblackout.org/tag/nairobi/","http://radioblackout.org/tag/ruto/",[175,176,177,178,179],"generazione z","Kenya","manifestazioni","Nairobi","Ruto",{"post_content":181},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[92,93],"che imponeva pesanti tagli alla \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> e inasprimento fiscale su beni","Ad un anno esatto dalle proteste antigovernative che si erano concluse con un bilancio di almeno 65 morti, il Kenya è stato teatro nei giorni scorsi di un altra massiccia mobilitazione di piazza che è stata duramente repressa .\r\nSecondo Amnesty International si conterebbero finora almeno 16 vittime a Nairobi ed in altre località del paese, e 400 feriti, di cui 83 gravi. 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Nel contesto delle politiche belliciste e di riarmo sostenute dall'Unione europea, il decreto assume una valenza ancora più significativa perchè costituisce uno strumento di repressione preventiva contro il dissenso organizzato e le contestazioni all'imponente trasferimento di risorse da ciò che rimane della spesa pubblica destinata al welfare alle lobbies del complesso militare industriale , cui le classi dirigenti europee sono subordinate. In vista della probabile approvazione la mobilitazione contro questa normativa liberticida continua sul territorio mettendo in comunicazione le diverse lotte unificandole e coinvolgendo anche strati di lavoratori di un settore critico, in un contesto di economia di guerra, come la logistica.\r\n\r\nNe parliamo con Pietro Basso della rete Liberi/e di lottare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-PIETRO-BASSO.mp3\"][/audio]","18 Marzo 2025","Contro il decreto ex 1660 e la corsa al riarmo .","2025-03-18 13:25:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-DDL-1660-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"129\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-DDL-1660-300x129.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-DDL-1660-300x129.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-DDL-1660-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-DDL-1660.jpg 343w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","IL DECRETO EX 1660 ARMA ESSENZIALE NELL'ECONOMIA DI GUERRA.",1742304311,[205,206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/busuness-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/mobilitazione/","http://radioblackout.org/tag/repressione-ddl-1660/","http://radioblackout.org/tag/riarmo/",[210,211,212,213],"busuness di guerra","mobilitazione","repressione ddl 1660","riarmo",{"post_content":215},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[92,93],"da ciò che rimane della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> destinata al welfare alle lobbies","Si assiste ad un' accelerazione dell'iter parlamentare del decreto ex 1660 che emendato da alcune nefandezze indigeste persino al Colle verrà ripresentato a breve mentre continua la mobilitazione contro questo strumento che costiusce un salto di qualità nella repressione del dissenso . 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Nelle quasi 400 pagine di trattato, l'ex presidente della BCE propone la \"sua\" ricetta per risollevare le sorti europee. La posta in gioco consiste nel compiere un investimento enorme, tramite la contrazione di un debito europeo in Eurobond, affinché gli attori privati dei vari Stati (!!) abbiano le finanze necessarie per entrare a pieno titolo sul tavolo della concorrenza mondiale relativa ai settori: nuove tecnologie, transizione ecologica, apparato bellico. Alla draghiana maniera, \"costi quel che costi\".\r\nPer quanto sia necessario - soprattutto alla luce dei recenti afflati nazionalistici degli Stati membri dell'Unione - distinguere \"le proiezioni dalle realtà politiche\", la proposta di Draghi è assai eloquente sulla linea politica che la Commissione europea intende perseguire nei prossimi anni. In una sorta di schizofrenia per cui, nel nuovo ordine politico globale, l'Europa brama un'autonomia essendone del tutto priva, ciò che costa si misura sulla pelle della popolazione che - qualunque saranno le sorti del progetto del banchiere o dei suoi affiliati - che sta già vivendo gli effetti di una riconversione della spesa pubblica favore di un apparato bellico-securitario dal volto green.\r\n\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato ai microfoni con Roberto Ciccarelli:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Ciccarelli-Draghi.wav\"][/audio]","11 Settembre 2024","2024-09-11 16:51:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Mario-draghi-copia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Mario-draghi-copia-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Mario-draghi-copia-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Mario-draghi-copia-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Mario-draghi-copia.jpg 1023w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il \"poetico\" draghiano",1726073491,[237,61,238,239,240],"http://radioblackout.org/tag/apparato-militare-industriale/","http://radioblackout.org/tag/green-washing/","http://radioblackout.org/tag/lo-vuole-leuropa/","http://radioblackout.org/tag/tecnologia/",[242,28,243,244,245],"apparato militare industriale","green washing","lo vuole l'europa","tecnologia",{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":249,"value":250},[92,93],"gli effetti di una riconversione della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> favore di un apparato bellico-securitario","Il “piano Draghi per la competitività europea” è stato reso noto. 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Nei fatti si tratta dello strumento legislativo che serve ad attuare le decisioni governative di finanza pubblica. Il governo valuta quale sia la soglia di debito che si può raggiungere restando nei parametri imposti dall'Unione Europea, poi fa le leggi che suppone possano consentire di rimanere dentro i paletti dell'UE.\r\nI conti sono presto fatti: c'é una previsione di aumento del PIL dell'1% in termini reali cui si deve aggiungere la crescita dell'1,9% dovuta all'inflazione e si arriva ad una previsione di aumento del 2,9%. L'indebitamento è pronosticato del 2,5%. Ne consegue che la differenza tra Pil e debito si attesterebbe allo 0,4%, rientrando così nei parametri europei che richiedono una riduzione del rapporto debito pil dello 0,5% l'anno. Nei prossimi anni si dovrebbe avere un'ulteriore riduzione del debito dell'0,5%. Ne consegue che il governo deve ridurre la spesa pubblica per raggiungere l'obiettivo prefissato.\r\nQuest'anno il compito del governo è relativamente facile, perché i soldi spesi arrivano per lo più dal lato delle entrate, dalle spese in conto capitale, ossia dai soldi che si incassano costruendo qualcosa. Vi rientra persino l'aumento della spesa per la sorveglianza del cantiere/fortino di Chiomonte.\r\nIn questo momento non tutto è definito, perché la legge, sebbene già inviata a Bruxelles per rispettare la scedenza del 15 ottobre, deve passare ancora al vaglio del parlamento.\r\nAlcune spese sono tuttavia già state definite per il 2014.\r\nVediamo quali.\r\nLe entrate, o, per meglio dire, la minori uscite valgono quest'anno 8,6 miliardi, dei quali 3,5 miliardi provengono da tagli alla spesa dello Stato (-2,5) e delle Regioni (-1).\r\nNei giorni scorsi era stato agitato lo spauracchio che i tagli fossero soprattutto nel settore della sanità. Poi Letta ha trionfamente annunciato di essere riuscito a scongiurare un ulteriore colpo di mannaia sulla salute di noi tutti. Una farsa. Il miliardo di tagli dei contributi alla spesa regionale saranno, nei fatti, taglia alla sanità in differita, perché la scelta passerà dal Governo alle Regioni, che potranno scegliere se colpire gli ospedali o il trasporto pubblico. In Piemonte negli ultimi anni hanno fatto terra bruciata su entrambi i fronti.\r\nI tagli previsti dal governo colpiscono pensionati e dipendenti pubblici. Continua il blocco della contrattazione e - quindi, dei salari. Il tfr sarà dato in due rate, per posticipare il debito, così chi ci avesse fatto conto per qualche spesa importante dovrà aspettare. Non ci sarà adeguamento all'inflazione di buona parte delle pensioni: siccome invece i prezzi crescono ne consegue che le pensioni sono state ridotte.\r\nGli altri tagli alla spesa sono ancora indefiniti. Hanno nominato un nuovo commissario per la razionalizzazione della spesa: al posto di Bondi andrà Cottarelli, che ha l'incarico di fare tagli per qualche decina di miliardi nei prossimi anni. Il governo, sospettando sin da ora che Cottarelli imiterà il suo predecessore e non farà nulla, hanno già deciso che, nel caso i tagli non ci fossero avrebbero aumentato le accise, ossia le tasse su benzina, sigarette, etc, e ridotto drasticamente gli sgravi fiscali.\r\nAnche la tanto celebrata riduzione del cuneo fiscale, ossia la divaricazione tra stipendio lordo e stipendio netto, potrebbe essere una presa in giro. Il cuneo fiscale, ossia l'enorme divaricazione tra quanto versato dal datore di lavoro e quanto percepito dal lavoratore, è in parte dovuto alla forte pressione fiscale in parte alla gestione dell'INPS. L'INPS non paga solo le pensioni ma si occupa di molti altri finaziamenti, Tav compreso. Ne consegue che L'INPS è spesso in deficit e per far fronte all'ammanco hanno aumentato l'età lavorativa a 65 anni e ridotto le aliquote. L'Irpef viene diminuita di un miliardo e mezzo a fronte dei dieci miliardi che lo Stato prenderà se non ci sarà la riduzione della spesa. In altri termini lo Stato da uno e prende dieci: una vera presa per il cuneo.\r\nUn altro mezzo miliardo lo ricaveranno dalla vendita di immobili di proprietà dello Stato. Una buona parte degli introiti, almeno due miliardi, verranno dai trattamenti fiscali sulle banche e le assicurazioni: questa è una vera bomba a orolegeria che il governo sta preparando a far esplodere.\r\nBanca d'Italia non è più di proprietà pubblica ma le sue azioni in mano alle banche valgono poco, come poco è l'introito fiscale che ne ricava lo Stato. Se il governo sopravvaluterà le azioni di banca d'Italia sino a sette, otto miliadi, ne tirerà fuori bel po' di soldi, ma, dal prossimo anno dovrà pagare interessi enormi. E' come al gioco delle tre carte: chi regge il gioco ti fa guadagnare una buona cifra per farti credere che puoi vincere e indurti a continuare: alla fine perderai dieci volte quello che hai guadagnato.\r\nIn questo modo un'operazione che all'apparenza pare un prelievo straordinario a banche e assicurazioni, si trasformerà a breve in un bel pacco regalo a spese di noi tutti.\r\nLa service tax, quella che ha sostituito l'IMU, viene per la prima volta definita. Questa nuova tassa colpisce anche gli affittuari, che saranno obbligati a pagare al posto di chi l'affitto lo percepisce. Non solo. La vecchia IMU prevedeva varie detrazioni, 200 euro più altri 200 a figlio: la service tax le ha abolite. Il governo ha deciso di stanziare un miliardo ai comuni per rimettere le agevolazioni, ma il deficit dei comuni italiani è tale che nessuno li userà per questo.\r\nAlla fine della fiera cinque milioni di abitazioni, le più piccole e povere, che prima, grazie alle detrazioni, non pagavano l'IMU, pagheranno la Tirse.\r\nUn vero capolavoro della coppia Letta/Alfano. Le promesse elettorali di Berlusconi sono state mantenute con l'abolizione dell'IMU, ma i soldi entreranno lo stesso, facendo pagare quelli che prima ne erano esenti.\r\nSul fronte delle spese il governo ha deciso il rifinanziamento delle missioni militari all'estero - 850 milioni di euro - per il prossimo anno. La cassa integrazione in deroga sarà invece rifinanziata per soli sei mesi: se allora non ci saranno i soldi migliaia di persone si ritroveranno senza alcun reddito.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Francesco Carlizza, che il prossimo 22 novembre sarà a Torino per una serata dedicata proprio al gioco dell'economia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 18 fricche legge stabilità","20 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/in-bilico-200x110.jpg","Legge di stabilità. 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Lo sguardo distante non riesce a cogliere tutti i piani che continuano ad alimentare la protesta dopo più di due anni: si tratta del più grosso incidente ferroviario in Grecia, ma esso per la popolazione rappresenta più di un evento, è il sunto tragico della guerra spudorata che da oltre quindici anni viene giocata sulla pelle delle persone.\r\n\r\nOggi la Grecia viene raccontata nei giornali finanziari come un modello di uscita dalla crisi economica, come il completamento dei cicli di \"austerity\" che hanno dato nuova linfa a un corpo non più funzionante. \"Da pecora nera a studente modello\", scrive infatti qualche screanzato prezzelato, riportando i dati dello spread tra i più bassi dell'Eurozona. Quando nel 2009 emerse che i conti amministrativi dello Stato erano stati falsificati, con un rapporto deficit/PIL che superava di gran lunga quello dichiarato, nonostante questo fosse ben noto da sempre e funzionale all'ingresso nell'Euro, la Commissione Europea in combutta con il Fondo Monetario Internazionale e la BCE imposero un programma di salvataggio. In cambio di lauti prestiti per non far fallire lo Stato, il piano prevedeva una riduzione massiccia della spesa pubblica, un eufemismo che nascondeva un ricatto. L'obbligo a severe misure di austerità economica hanno reso in Europa il popolo greco il più ricattabile dal punto di vista lavorativo, il peggio rettribuito, senza più l'ombra di alcun servizio sociale. Ora che il ciclo si è compiuto, \"con successo\", si può confermare quello che le rivolte greche del decennio scorso hanno sempre suggerito, che si trattava di un atto di guerra vero e proprio teso all'accapparamento, a un nuovo ciclo di colonizzazione economica, simile a quello che è accaduto in Argentina nel 2002 - non dissimile da quello che accadrà nei prossimi anni con la ricostruzione in Ucraina, aggiungiamo noi. E così è svelato il significato di questo modello positivo che viene oggigiorno narrato: i capitali stranieri hanno acquisito a poco costo le società fallimentari del paese, sfruttato la manodopera senza più limiti normativi, trasformato le coste in pied-à-terre per occidentali più danarosi.\r\n\r\nL'incidente ferroviario di Tempe si inserisce in questo lungo e complesso solco di eventi, soprattutto perché la società ellenica dei treni è stata acquisita al 100% da Ferrovie dello Stato italiane nel 2017.\r\n\r\nA Macerie su Macerie ne parliamo con un compagno che vive ad Atene:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/emilianodef.mp3\"][/audio]","11 Marzo 2025","2025-03-18 12:01:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/fuocogreco-200x110.jpg","Macerie su Macerie - PODCAST 10/03/25 - Corrispondenze ateniesi: la Grecia come modello",1741690649,[],[],{"post_content":400},{"matched_tokens":401,"snippet":402,"value":403},[92,93],"prevedeva una riduzione massiccia della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark>, un eufemismo che nascondeva un","Si incendiano nuovamente le piazze delle città elleniche, in special modo quelle della capitale.\r\n\r\nLa miccia di questa nuova vampata, la più grossa degli ultimi anni, è stata accesa per il disastro di Tempe, avvenuto il 28 febbraio 2023 sulla linea Atene-Salonicco. Lo sguardo distante non riesce a cogliere tutti i piani che continuano ad alimentare la protesta dopo più di due anni: si tratta del più grosso incidente ferroviario in Grecia, ma esso per la popolazione rappresenta più di un evento, è il sunto tragico della guerra spudorata che da oltre quindici anni viene giocata sulla pelle delle persone.\r\n\r\nOggi la Grecia viene raccontata nei giornali finanziari come un modello di uscita dalla crisi economica, come il completamento dei cicli di \"austerity\" che hanno dato nuova linfa a un corpo non più funzionante. \"Da pecora nera a studente modello\", scrive infatti qualche screanzato prezzelato, riportando i dati dello spread tra i più bassi dell'Eurozona. Quando nel 2009 emerse che i conti amministrativi dello Stato erano stati falsificati, con un rapporto deficit/PIL che superava di gran lunga quello dichiarato, nonostante questo fosse ben noto da sempre e funzionale all'ingresso nell'Euro, la Commissione Europea in combutta con il Fondo Monetario Internazionale e la BCE imposero un programma di salvataggio. In cambio di lauti prestiti per non far fallire lo Stato, il piano prevedeva una riduzione massiccia della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark>, un eufemismo che nascondeva un ricatto. L'obbligo a severe misure di austerità economica hanno reso in Europa il popolo greco il più ricattabile dal punto di vista lavorativo, il peggio rettribuito, senza più l'ombra di alcun servizio sociale. Ora che il ciclo si è compiuto, \"con successo\", si può confermare quello che le rivolte greche del decennio scorso hanno sempre suggerito, che si trattava di un atto di guerra vero e proprio teso all'accapparamento, a un nuovo ciclo di colonizzazione economica, simile a quello che è accaduto in Argentina nel 2002 - non dissimile da quello che accadrà nei prossimi anni con la ricostruzione in Ucraina, aggiungiamo noi. E così è svelato il significato di questo modello positivo che viene oggigiorno narrato: i capitali stranieri hanno acquisito a poco costo le società fallimentari del paese, sfruttato la manodopera senza più limiti normativi, trasformato le coste in pied-à-terre per occidentali più danarosi.\r\n\r\nL'incidente ferroviario di Tempe si inserisce in questo lungo e complesso solco di eventi, soprattutto perché la società ellenica dei treni è stata acquisita al 100% da Ferrovie dello Stato italiane nel 2017.\r\n\r\nA Macerie su Macerie ne parliamo con un compagno che vive ad Atene:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/emilianodef.mp3\"][/audio]",[405],{"field":144,"matched_tokens":406,"snippet":402,"value":403},[92,93],{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":47,"score":189,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":47},{"document":409,"highlight":423,"highlights":428,"text_match":149,"text_match_info":431},{"comment_count":47,"id":410,"is_sticky":47,"permalink":411,"podcastfilter":412,"post_author":413,"post_content":414,"post_date":415,"post_excerpt":52,"post_id":410,"post_modified":416,"post_thumbnail":417,"post_title":418,"post_type":344,"sort_by_date":419,"tag_links":420,"tags":422},"93815","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-21-11-2024-kenya-la-rivolta-cova-sotto-la-cenere-dopo-la-repressione-dele-manifestazioni-contro-ruto-la-cina-a-caccia-di-nuovi-mercati-in-vista-dei-dazi-di-trump/",[296],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. Gachagua ,che era stato duramente contestato dalla piazza durante le manifestazioni ,è stato dimissionato dal parlamento con una procedura inusuale e al suo posto è stato scelto dal presidente l'ex ministro degli interni Kindiki ,responsabile della repressione sanguinosa delle proteste. La polizia è accusata di aver nascosto i corpi degli scomparsi ,si verificano sequestri anche di oppositori ugandesi che vengono consegnati alle autorità di Kampala e finiscono in prigione . Il governo ha dispiegato un livello di repressione che ha preso alla sprovvista i giovani protagonisti dell'opposizione a Ruto ,ma anche se la repressione è stata dura permane il malcontento e l'esempio kenyano si è esteso anche ai paesi limitrofi come l'Uganda e la Tanzania.\r\n\r\nCon il nostro interlocutore parliamo anche delle critiche che la ricerca condotta da Simon Counsell e Survival International ha sollevato sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio su terre indigene nel Kenya settentrionale, in particolare sulla credibilità del progetto stesso nonché sul suo potenziale impatto su diritti e mezzi di sussistenza dei popoli indigeni pastorali che abitano il territorio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files ,parliamo delle mosse di Pechino per prevenire la politica di dazi commerciali preannunciata dal prossimo presidente americano Trump . L'accordo con l'India che ha portato ad una composizione della frattura annosa per il controllo dei confini himalayani rimarca la natura di Pechino come partner commerciale fondamentale per l'India che pur mantenendo rapporti economici e a volte anche militari con l'occidente ,memore della tradizione di equidistanza tra i blocchi che risale a Nehru e Ghandi, guarda con interesse al vicino cinese.\r\n\r\nLa Cina si rivolge anche ad altri mercati irrompendo in quello che un tempo per gli U.S.A. era il \"patio trasero\",il giardino di casa. E' stato inaugurato in Peru' il gigantesco porto di Changay ,un terminal da 3,5 miliardi di dollari capace di accogliere navi con carichi fino a 18 mila container per volta, rafforzando così la posizione in America Latina e creando un collegamento con il porto di Shangai . Inoltre sono stati firmati accordi con il Brasile molto significativi mentre nonostante l'apparente politica unitaria dell'Unione Europea sui dazi ,ogni paese europeo sta cercando di svincolarsi con accordi diretti con la Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-SABRINA.mp3\"][/audio]","26 Novembre 2024","2024-11-26 19:24:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 21/11/2024-KENYA LA RIVOLTA COVA SOTTO LA CENERE DOPO LA REPRESSIONE DELLE MANIFESTAZIONI CONTRO RUTO-LA CINA A CACCIA DI NUOVI MERCATI IN VISTA DEI DAZI DI TRUMP.",1732648686,[421],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[312],{"post_content":424},{"matched_tokens":425,"snippet":426,"value":427},[92,93],"i provvedimenti di taglio della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> e di aumento delle tasse","Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. 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Non potevamo mancare di interessarcene, proprio perchè questa volta si parla di lavoro ad ampio spettro, dal rifiuto in toto di esso, alla sua messa in discussione in quanto portatore di dignità. Si partirà da due libri per intraprendere questa riflessione condivisa: \"Lavorare meno: se otto ore vi sembran poche\" di Sandro Busso e \"Le grandi dimissioni\" di Francesca Coin. Grazie all'aiuto di una redattrice di radio blackout, abbiamo iniziato ad anticipare qualcuno dei seguenti punti che sono stati proposti come stimolo per il dibattito:\r\n\r\n\"- cosa vuol dire nel presente \"fine del lavoro\"? è un desiderio di tutt* o un privilegio di poch*?\r\n- all'interno di società ultraliberali, che cos'ha l'individuo al di fuori della propria sfera lavorativa? Quali altri spazi di azione e riconoscimento sociale è possibile rivendicare e riprodurre?\r\n- la fine delle garanzie legate a retribuzione e welfare in quali rapporti di forza colloca lavoratori e lavoratrici? E' più facile immaginarsi un ritorno delle lotte sul lavoro o l'emergere di forme di autonomia parallele che non chiamano in causa l'intervento dello Stato?\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/F_m_19_03_DjVorrei-presentazione-Morsi-su-dimissioni-dal-lavoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Federico Giusti, blogger, riguardo ad un articolo che è possibile trovare per ora solo su l'antidiplomatico e riguarda il mito della crescita infinita del PIL. Dall'articolo in questione: \"Da 70 anni impera un mito duro da sfatare ossia quello dalla crescita economica infinita e il parametro guida rappresentato dal prodotto interno lordo (PIL), un indice composito che utilizza la spesa dei consumatori, gli investimenti privati e la spesa pubblica per arrivare a una cifra che rappresenta la produzione economica di un paese.Ma il Pil è forse il corretto indice con cui misurare la ricchezza di una nazione? E la crescita economica è una costante del sistema capitalistico e le fasi recessive sono incidenti di percorso?L’esperienza del 2023 è significativa: dopo 20 anni di crescita la Germania è entrata in recessione e tutta la Ue ha subito le conseguenze della guerra in Ucraina incontrando crescenti difficoltà che l’hanno spinta alla revisione del PNRR.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/F_m_19_03_Federico-Giusti-su-politiche-legate-al-PIL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo trattato con una compagna di \"Campagne in lotta\" riguardo al lavoro bracciantile, infatti dopo aver lungamente parlato delle proteste degli scorsi mesi dei produttori agricoli di tutta Europa, abbiamo voluto riportare le criticità delle persone che costituiscono la reale manodopera di questo comparto e che sono stati messi da parte sia dalle politiche europee del nuovo \"Green deal\", sia dalle rivendicazioni portate avanti nelle varie piazze in questo periodo di mobilitazioni. Oltre a questo, abbiamo fatto un aggiornamento sulle condizioni abitative di chi lavora nella piana di Gioia Tauro, in Calabria e rilanciato un appuntamento che si terrà il 20 Aprile a Roma, di seguito la locandina dell'evento.\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/F_m_19_03_Compagna-CIL-su-braccianti-esclusi-dibattito-proteste-agricoltori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Marzo 2024","2024-03-21 12:54:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/432207900_987649749632573_7973961946966992682_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 19/03/2024",1711025414,[445],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[447],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":449},{"matched_tokens":450,"snippet":451,"value":452},[92,93],"gli investimenti privati e la \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> per arrivare a una cifra"," \r\n\r\nIl primo argomento della serata è stato la presentazione del prossimo evento del ciclo di dibattiti e discussioni aperte \"Morsi\", che si terrà proprio nella sede di radio blackout. 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Privatizzazioni, bandi a ribasso, tagli, danneggiano beneficiare, riducono la qualità del lavoro, generano malessere e povertà. Tuteliamo le persone Tuteliamo il lavoro di cura. Nel 2023 verrà rinnovato il CCNL delle cooperative sociali: basta contrattazioni a ribasso, non sulla nostra pelle. \"\r\nCon Leo abbiamo fatto anche un bilancio politico/sindacale della Rete del Lavoro Sociale alla luce del confronto con i sindacati e delle numerose assemblee ed iniziative promosse.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_30_05_Leonardo-rete-lavoro-sociale-su-prossime-iniziative.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento che abbiamo trattato in questa puntata è stato quello dello sciopero generale lanciato dal sindacato USB, per farlo ci siamo avvalsi del collegamento telefonico con Lorenzo Montanari di USB Piemonte che ci ha raccontato come è andata la giornata di mobilitazione nazionale qui a Torino ed ha rilanciato i prossimi appuntamenti. Di seguito il comunicato di convocazione allo sciopero:\r\n\r\n\"In un Paese che conta già oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici poveri e 2 milioni di disoccupati, l’aumento generalizzato dei prezzi ha ridotto del 12% il potere d’acquisto, peggiorando drasticamente le condizioni di vita delle classi popolari e facendo precipitare migliaia di famiglie in condizioni di povertà.\r\n\r\nDi fronte a costi della vita insostenibili ai più, a partire da affitti, mutui, bollette e beni di prima necessità servono investimenti per aumentare i salari, tutelare i redditi e ampliare il welfare anziché ridurlo.\r\n\r\nLa cancellazione del reddito di cittadinanza, le briciole erogate per gli aumenti delle pensioni minime, l’estensione dei contratti a termine e dei voucher, l’eliminazione dei fondi al sostegno alla locazione a fronte di migliaia di sfratti ogni anno e dell’assenza di un piano di rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, sono ulteriori tasselli che confermano la scelta anche di questo governo, come di quelli che si sono alternati negli ultimi trent’anni, di schierarsi a tutela degli interessi di profitto di padroni e palazzinari, aumentando la massa di popolazione sottopagabile, tagliando sul costo del lavoro e distruggendo quel poco che rimane di welfare e diritti.\r\n\r\nDalla finanziaria al decreto Lavoro, passando per la cancellazione della protezione speciale per i migranti, è chiara la volontà del governo Meloni di continuare ad inasprire la guerra ai poveri, ai precari e disoccupati, e al contempo, di alimentare le politiche guerrafondaie dell’Unione Europea e della Nato, tagliando la spesa pubblica per investire in armamenti.\r\n\r\nMentre i fondi del PNRR vengono dirottati per la produzione di munizioni e per finanziare grandi opere inutili e dannose come il Tav in Val Susa, il ponte sullo stretto o continuare la cementificazione in Emilia Romagna con il Passante, la crisi ambientale prodotta da questo modello di sviluppo continua ad abbattersi sui nostri territori, aggravando la crisi sociale.\r\n\r\nSono migliaia le famiglie in Emilia Romagna che si ritrovano senza casa a causa dell'insufficienza di investimenti ed assunzioni per la prevenzione e tutela dei territori. Sono migliaia i lavoratori e lavoratrici, anche precari, che in questa situazione emergenziale non hanno alcuna copertura salariale per le giornate di inattività o che non sanno se e quando inizieranno a lavorare come gli stagionali del turismo: a questi lavoratori è necessario allora garantire subito un reddito di emergenza.\r\n\r\nAnche per questo, contro un governo che odia le classi popolari, contro l'ipotesi sindacale collaborazionista di Cgil Cisl Uil, il 26 maggio invitiamo inquilini, pensionati, lavoratori e lavoratrici precari, atipici, sottopagati a partecipare allo sciopero generale di USB, per rimettere al centro casa, salario e diritti:\r\n\r\n \t300 euro netti subito in busta paga\r\n \tStipendi legati all'inflazione reale\r\n \tSalario minimo 10 € l'ora\r\n \tPrezzi, affitti e tariffe calmierate\r\n \tUn milione di case popolari riutilizzando lo sfitto\r\n \tRilancio del sistema pensionistico e previdenziale\r\n\r\nFederazione del Sociale USB\"\r\n\r\n ","8 Giugno 2023","2023-06-08 18:44:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/csm_sciogen_4b29860cc7-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 30/05/2023",1686249822,[],[],{"post_content":471},{"matched_tokens":472,"snippet":473,"value":474},[92,93],"e della Nato, tagliando la \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> per investire in armamenti.\r\n\r\nMentre"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, della rete del Lavoro Sociale, sul presidio che si terrà il 9/6/2023 dalle 12 alle 18 in corso Francia 16 a Torino davanti alla sede di confcooperative:\r\n\"tutt* possiamo essere la persona in stato di fragilità che riceve assistenza sociale. Privatizzazioni, bandi a ribasso, tagli, danneggiano beneficiare, riducono la qualità del lavoro, generano malessere e povertà. Tuteliamo le persone Tuteliamo il lavoro di cura. Nel 2023 verrà rinnovato il CCNL delle cooperative sociali: basta contrattazioni a ribasso, non sulla nostra pelle. \"\r\nCon Leo abbiamo fatto anche un bilancio politico/sindacale della Rete del Lavoro Sociale alla luce del confronto con i sindacati e delle numerose assemblee ed iniziative promosse.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_30_05_Leonardo-rete-lavoro-sociale-su-prossime-iniziative.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento che abbiamo trattato in questa puntata è stato quello dello sciopero generale lanciato dal sindacato USB, per farlo ci siamo avvalsi del collegamento telefonico con Lorenzo Montanari di USB Piemonte che ci ha raccontato come è andata la giornata di mobilitazione nazionale qui a Torino ed ha rilanciato i prossimi appuntamenti. Di seguito il comunicato di convocazione allo sciopero:\r\n\r\n\"In un Paese che conta già oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici poveri e 2 milioni di disoccupati, l’aumento generalizzato dei prezzi ha ridotto del 12% il potere d’acquisto, peggiorando drasticamente le condizioni di vita delle classi popolari e facendo precipitare migliaia di famiglie in condizioni di povertà.\r\n\r\nDi fronte a costi della vita insostenibili ai più, a partire da affitti, mutui, bollette e beni di prima necessità servono investimenti per aumentare i salari, tutelare i redditi e ampliare il welfare anziché ridurlo.\r\n\r\nLa cancellazione del reddito di cittadinanza, le briciole erogate per gli aumenti delle pensioni minime, l’estensione dei contratti a termine e dei voucher, l’eliminazione dei fondi al sostegno alla locazione a fronte di migliaia di sfratti ogni anno e dell’assenza di un piano di rilancio dell’edilizia residenziale \u003Cmark>pubblica\u003C/mark>, sono ulteriori tasselli che confermano la scelta anche di questo governo, come di quelli che si sono alternati negli ultimi trent’anni, di schierarsi a tutela degli interessi di profitto di padroni e palazzinari, aumentando la massa di popolazione sottopagabile, tagliando sul costo del lavoro e distruggendo quel poco che rimane di welfare e diritti.\r\n\r\nDalla finanziaria al decreto Lavoro, passando per la cancellazione della protezione speciale per i migranti, è chiara la volontà del governo Meloni di continuare ad inasprire la guerra ai poveri, ai precari e disoccupati, e al contempo, di alimentare le politiche guerrafondaie dell’Unione Europea e della Nato, tagliando la \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark> per investire in armamenti.\r\n\r\nMentre i fondi del PNRR vengono dirottati per la produzione di munizioni e per finanziare grandi opere inutili e dannose come il Tav in Val Susa, il ponte sullo stretto o continuare la cementificazione in Emilia Romagna con il Passante, la crisi ambientale prodotta da questo modello di sviluppo continua ad abbattersi sui nostri territori, aggravando la crisi sociale.\r\n\r\nSono migliaia le famiglie in Emilia Romagna che si ritrovano senza casa a causa dell'insufficienza di investimenti ed assunzioni per la prevenzione e tutela dei territori. Sono migliaia i lavoratori e lavoratrici, anche precari, che in questa situazione emergenziale non hanno alcuna copertura salariale per le giornate di inattività o che non sanno se e quando inizieranno a lavorare come gli stagionali del turismo: a questi lavoratori è necessario allora garantire subito un reddito di emergenza.\r\n\r\nAnche per questo, contro un governo che odia le classi popolari, contro l'ipotesi sindacale collaborazionista di Cgil Cisl Uil, il 26 maggio invitiamo inquilini, pensionati, lavoratori e lavoratrici precari, atipici, sottopagati a partecipare allo sciopero generale di USB, per rimettere al centro casa, salario e diritti:\r\n\r\n \t300 euro netti subito in busta paga\r\n \tStipendi legati all'inflazione reale\r\n \tSalario minimo 10 € l'ora\r\n \tPrezzi, affitti e tariffe calmierate\r\n \tUn milione di case popolari riutilizzando lo sfitto\r\n \tRilancio del sistema pensionistico e previdenziale\r\n\r\nFederazione del Sociale USB\"\r\n\r\n ",[476],{"field":144,"matched_tokens":477,"snippet":473,"value":474},[92,93],{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":47,"score":189,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":47},{"document":480,"highlight":492,"highlights":497,"text_match":149,"text_match_info":500},{"comment_count":47,"id":481,"is_sticky":47,"permalink":482,"podcastfilter":483,"post_author":437,"post_content":484,"post_date":485,"post_excerpt":52,"post_id":481,"post_modified":486,"post_thumbnail":487,"post_title":488,"post_type":344,"sort_by_date":489,"tag_links":490,"tags":491},"82014","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-05-2023/",[294]," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, con comitati di base e organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori e lavoratrici del settore. È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Maggio 2023","2023-05-10 19:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/344404315_1390176505158814_5960865848755411475_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/05/2023",1683748643,[],[],{"post_content":493},{"matched_tokens":494,"snippet":495,"value":496},[92,93],"flessibilità, salari bassi, tagli alla \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>pubblica\u003C/mark>, privatizzazioni, lunghe catene di appalti,"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, con comitati di base e organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea \u003Cmark>pubblica\u003C/mark>, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori e lavoratrici del settore. 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Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea \u003Cmark>pubblica\u003C/mark>, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. 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Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[498],{"field":144,"matched_tokens":499,"snippet":495,"value":496},[92,93],{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":47,"score":189,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":344,"first_q":74,"per_page":100,"q":74},["Reactive",504],{},["Set"],["ShallowReactive",507],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fR1hUof9o0QLyqdfN26xmGe7mGgbw_OdS8PLShblyOIg":-1},true,"/search?query=spesa+pubblica"]