Proteste e rivolta in Romania vs l’austherity

Scritto dasu 19 Gennaio 2012

Abbiamo raggiunto al telefono Pietro Cingolani, antropologo e ricercatore che si occupa di migrazioni, in particolare per ciò che concerne i flussi dalla Romania. Abbiamo analizzato l’esplosione da subito piuttosto violenta delle contestazioni in molte città della Romania. A infiammare la protesta è stato un progetto controverso di riforma sanitaria che ha provocato le dimissioni del sottosegretario alla sanità Raed Arafat, un esponente politico molto popolare nel paese. Nonostante il ritiro di tale piano, la popolazione continua a manifestare contro le autorità. In realtà i malumori espressi dalla popolazione sono indirizzati contro l’intero pacchetto di tagli e privatizzazioni (caldeggiate tra gli altri dalla camera di commercio statunitense che lavora in Romania sotto le spoglie di una ong no profit) con cui il governo di Bloc e il presidente Basescu si sono allineati all’ondata continentale di cosiddetta austerity. In particolare evidenziamo il crollo delle aspettative di mobilità sociale che sono spesso la spinta decisiva all’emigrazione. Fortemente presenti in Spagna e Italia, due Paesi che vivono una crisi profonda, i Romeni, come altri migranti, oggi vivono una profonda frustrazione, schiacciati tra l’estrema insicurezza del ritorno al luogo natale e l’estrema precarietà della sopravvivenza nel paese ospitante. Per quanto riguarda la presenza di numerose imprese italiane sul territorio, portate lì nel quadro della ben nota delocalizzazione avviata negli anni Novanta, è interessante rilevare che assistiamo oggi a processi di de-delocalizzazione, con le imprese che si spingono sempre più a est, alla ricerca di lavoratori ancora più docili, disorganizzati e a basso costo.

Ascolta l’intervista [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/cingolani_romania_17_1_12.mp3] Scarica file


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