Cosa ci dice lo sciopero del 29M nello Stato spagnolo e nei Paesi Baschi
Scritto dainfosu 30 Marzo 2012
Soprendenti le cifre dell’adesione all’indomani dello Sciopero Generale che ieri ha paralizzato la Spagna, i Paesi Baschi e la Catalogna. Uno sciopero definito storico, vista la sua importanza nel panaroma della crisi nella penisola iberica, alla luce dei numeri e della conflittualità espressa nelle strade e di fronte ai luoghi di lavoro, dove si sono tenuti picchetti sin dalle prime luci dell’alba.
Impressionanti i dati che provengono da Euskal Herria, 95% di adesioni nella Comunità Autonoma Basca e 90% nella Navarra, ma numeri simili si sono registrati anche in Galizia, Asturie e Catalunya, a dimostrazione della vincente ricetta di una costruzione dal basso di uno sciopero generale, che partisse dai territori, dai consigli di fabbrica, dalle assemblee territoriali. Rispetto ai dati sui settori produttivi lo sciopero è stato diffusissimo nelle industrie, nelle miniere e in gran parte del trasporto pubblico, con una flessione nelle piccole imprese.
Senza precendenti anche la repressione della polizia spagnola, sostenuta dalla stampa conservatrice, che già nelle prime ore del mattino si era scagliata duramente contro i picchetti informativi e le concentrazioni di lavoratori in sciopero. Le intimidazioni sono continuate poi nel pomeriggio, dove erano in programma i cortei dei movimenti e sindacati, dure le cariche a Barcellona, Oviedo, e Vitoria/Gasteiz che hanno trovato tenace resistenza da parte dei manifestanti. Diversi arresti e un ferito grave proprio a Vitoria, nei Paesi Baschi, dove un giovane di diciannove anni resta in stretta osservazione nell’ospedale locale dopo una brutale aggressione della polizia.
Ascolta la diretta con Giovanni Giacopuzzi, redattore di Talking Peace
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