Nell’aula bunker delle Vallette si processano i Notav
Scritto dainfosu 23 Gennaio 2013
Lunedì 21 gennaio è ripreso il processo ai No Tav accusati della resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena del 27 giugno e della giornata di lotta del 3 febbraio 2011.
Durante l’udienza, l’ennesima di carattere procedurale, il tribunale, presieduto da Bosio ha deciso l’accorpamento dei due processi contro i No Tav chiesto dalla difesa.
Uno dei compagni sotto processo ha chiesto di fare una dichiarazione spontanea a nome di tutti gli imputati al processo, il presidente ha detto di no, ma Tobia ha letto ugualmente la dichiarazione, nella quale si chiedeva la scarcerazione di Juan.
La prossima udienza, ancora di carattere procedurale, è stata fissata per il 1° febbraio, mentre il dibattimento comincerà il 14.
La novità della procura è la decisione di trasferire il processo nell’aula bunker del carcere delle Vallette.
I motivi addotti sono di carattere tecnico ma la verità è un’altra. La procura torinese, con il pretesto dell’ordine pubblico, sta concentrando a Torino tutti i processi No Tav.
Quello contro i Tav del 27 giugno e 3 luglio 2011 doveva tenersi a Susa, così come il processo per la trivella di Susa. Come a Torino è stato trasferito il processo contro 28 No Tav rinviati a giudizio per aver contrastato il sondaggio di via Amati a Venaria. Questo processo doveva svolgersi a Ciriè.
La decisione presa oggi di trasferire nell’aula bunker del carcere delle Vallette uno di questi tre processi No Tav ha una valenza simbolica molto forte. Inaugurata per i grandi processi contro le formazioni armate, divenuta poi teatro di importanti processi contro mafia e ‘ndrangheta, era rimasta chiusa per anni. La prima volta l’hanno riaperta per due sindaci No Tav accusati e poi assolti dall’accusa di resistenza per i fatti del 2005.
Dal primo febbraio ospiterà i ribelli della Libera Repubblica.
È l’ultimo tassello di una strategia comunicativa in cui i No Tav hanno il ruolo di pericolosi estremisti, una minoranza di violenti da isolare nel deserto militarizzato delle Vallette.
Alcune considerazioni sul processo no Tav le abbiamo fatte con uno degli imputati, Tobia Imperato