Dopo lo sgombero della palazzina occupata in via Cuneo a Torino, nel pomeriggio di ieri si svolge una rapida assemblea, che decide un corteo per le vie del quartiere.
Il corteo sosta di fronte alla sede del Partito Democratico in via Cervino, da cui si affacciano alcuni anziani che lo frequentano abitualmente. Partono slogan e nuove scritte appaiono sui muri del circolo che più di ogni altro a Torino attira le attenzioni dei writer torinesi.
Gli esponenti del PD reagiscono a sediate e spintoni, i manifestanti gettano all’interno un paio di fumogeni, poi, dopo un breve comizio, si allontanano.
Il corteo si scioglie nei giardini di via Montanaro.
La Questura, probabilmente pressata dal PD, che già nei giorni scorsi aveva chiesto protezione al ministro dell’Interno Alfano, si mette in moto.
Di fronte alla casa occupata di corso Novara, dove si erano raccolti i manifestanti di ritorno dalla manifestazione, si schierano poliziotti in assetto antisommossa con fare minaccioso. Pare si preparino ad uno sgombero, poi desistono e vanno via.
Mentre si allontanano intercettano tre manifestanti ritardatari e un passante. La caccia all’uomo continua finché non riescono a ramazzare per strada altri quattro reduci della giornata di resistenza e lotta.
Tutti e otto vengono portati in Questura, identificati e perquisiti.
Ad uno viene sequestrata una bomboletta, un altro viene accompagnato a casa per una perquisizione, stessa sorte tocca ad altri due, che, nonostante non siano stati fermati, vengono a loro volta perquisiti. La polizia si avvale dell’articolo di legge che consente perquisizioni senza mandato in base al sospetto che le persone indagate abbiano armi o droga.
Il bottino della polizia sono lettere e giornali.
Alle 11 di sera i fermati vengono rilasciati senza accuse. A queste probabilmente lavoreranno gli abili tessitori di trame della Procura torinese.
Ascolta la diretta con Andrea di Macerie: