Romeo e Catalin. Vendetta di Stato
Scritto dainfosu 17 Novembre 2015
Oggi è prevista la deportazione in Romania di Romeo e Catalin, due giovani occupanti di Avion, l’ex caserma di via Asti occupata per 12 giorni da 26 famiglie rom sgomberate dal social housing di lungo Stura Lazio. Fermati durante lo sgombero, sono stati portati al CIE, nonostante siano cittadini europei. Nel CIE sono rimasti anche dopo la convalida dell’espulsione fatta dal giudice lo scorso sabato.
Dopo la convalida, secondo la normativa, avrebbero dovuto essere subito portati in Romania o liberati. All’avvocato che ne ha chiesto i motivi, il giudice ha risposto che dovevano essere rinchiusi per un tempo “ragionevole”. Peccato che le leggi non contemplino nessuna “ragionavole” carcerazione.
Evidente che la scelta dell’espulsione è squisitamente politica. Chi alza la testa finisce nei guai! Un monito per chi rifiuta la strada e occupa una casa vuota per viverci.
Ne abbiamo parlato con Gianluca Vitale, il loro avvocato, che ci ha aiutato a dipanare il groviglio giuridico su questa vicenda.
Ascolta la diretta:
2015-11-17-vitale-espulsione-rom
Di seguito un resoconto della vicenda e del presidio di sabato.
Romeo e Catalin hanno vegliato per 12 giorni il sonno degli occupanti di Avion, in via Asti, la ex caserma diventata casa per 22 famiglie sfrattate dai social housing e sgomberate dalla baraccopoli di Lungo Stura Lazio. Giovedì scorso, durante lo sgombero di Avion, sono stati arrestati e rinchiusi nel CIE, in attesa della convalida del decreto di espulsione. Per loro la libera circolazione non vale. Sebbene siano cittadini rumeni e quindi europei, hanno subito la stessa sorte degli altri indesiderabili, perché poveri, sfrattati a forza dall’Europa.
Romeo e Catalin sono stati imprigionati perché hanno deciso di non chinare la testa, di non rassegnarsi, di prendersi una casa abbandonata, per viverci una vita degna.
Alla notizia che Romeo e Catalin sarebbero stati espulsi il presidio di parenti e solidali che si era radunato sotto le mura del CIE di corso Brunelleschi ha fatto sentire forte la propria solidarietà. I parenti dei due ragazzi hanno gridato la loro rabbia e il loro amore.
Forti si sono levate le voci dei solidali. Libertà! Libertate! Casa per tutti! Slogan contro le galere, contro i muri che separano gli affetti, ma non spezzano la solidarietà.
Dall’interno i reclusi hanno urlato in risposta. Un pallone si è levato alto sopra le mura.
Sulla via del ritorno la digos ha identificato l’auto dove viaggiavano alcuni parenti e solidali.
In serata si è diffusa la notizia che al CIE era scoppiata la rivolta. Tre sezioni su cinque erano in fiamme. Ancora una volta i prigionieri hanno distrutto la gabbia, che ne teneva in ostaggio le vite.
Vogliamo Romeo e Catalin con noi. Tutti liberi!