Ciao Giulio

Scritto dasu 5 Febbraio 2016

Negli ultimi due mesi del 2015, in Egitto ci sono state circa 340 sparizioni forzate. In media, tre persone ogni giorno vengono prelevate da membri dei servizi segreti e delle forze dell’ordine egiziane per essere portati in diverse zone del paese dove subiscono torture, stupri e violenze. Il governo, denunciavano a fine anno alcuni attivisti, ha dato carta bianca agli ufficiali per gestire come meglio credono “le minacce alla sicurezza nazionale”, mentre i media locali passano sotto silenzio i rapimenti di Stato. L’Italia ha scambi con l’Egitto per quattro miliardi di euro. Tre giorni fa, la visita del ministro Guidi è servita a preparare l’atteso vertice inter-governativo tra i due paesi programmata tra qualche settimana durante il quale Renzi e il presidente egiziano firmeranno nuovi accordi commerciali per la gioia dei capitani d’industria di entrambe le coste del mediterraneo.

Non c’è nessun mistero intorno alla morte del compagno Giulio Regeni. C’è un paese che a cinque anni dall’insurrezione di piazza Tahrir ha sdoganato le esecuzioni extra-giudiziarie di militanti, giornalisti e dissidenti con il beneplacito di un Occidente pronto a sostenere le rivoluzioni solo quando si concretizzano in rapidi e lucrosi regime change. Un paese con cui l’Italia ha sempre intrattenuto proficui rapporti, da Mubarak ad Al Sisi, dimostrando che l’odore del sangue non sarà mai abbastanza forte da coprire quello dei soldi.


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