Paradossalmente inapplicabile l’antimafia alla Grande Opera Tav
Scritto dainfosu 10 Giugno 2016
Già dal 2012 il problema della attrbuzione degli appalti dei lavori della tratta transfrontaliera, ovvero dell’intera opera ferroviaria di alta velocità tra Lyon e Torino, impatta sulla evidente contraddizione che per un cantiere già pesantemente infiltrato da ditte e personaggi collegati alla mafia non si possa applicare la legge antimafia che la normativa italiana si è dovuta dare, mentre la legislazione francese non ha intravisto l’esigenza di dotarsi di uno strumento di controllo del genere. Questo è un congegno di cui i furbi appaltatori non si sono voluti dotare in sede di ratifica degli accordi sottoscritti a Venezia il 9 marzo 2016, che sarebbe stata la sede opportuna per prevedere questo genere di regolamento, superando l’impasse dato dal fatto che il diritto applicabile agli appalti nel caso della realizzazione della tratta transfrontaliera è solo quello francese.
Al proposito abbiamo interpellato l’avvocato Massimo Bongiovanni, che si è occupato in questi anni della parte giuridica del contrasto alla grande opera inutile e mafiogena: