Roma, sistema capitale. L’ennesimo caso di malaffare
Scritto dainfosu 22 Giugno 2016
E’ ancora attorno al business dei campi nomadi che ruota la nuova inchiesta della procura di Roma che ha portato ieri all’arresto in carcere di quattro imprenditori di cooperative e ai domiciliari una funzionaria del Dipartimento delle politiche sociali del Campidoglio ed un vigile urbano. Applicata anche una misura interdittiva e indagata un’altra dirigente dell’Area Inclusione sociale dell’Ufficio Rom, Sinti e Caminanti del medesimo dipartimento, già condannata in primo grado e con rito abbreviato a 4 anni di reclusione per i suoi affari con Buzzi. Un giro di mazzette, regali e favori agli impiegati comunali, quello ipotizzato dai pm, che tra il 2013 e il 2014 avrebbe permesso agli imprenditori di ottenere in affidamento diretto una serie di appalti per la bonifica di alcuni campi nomadi come quello di Castel Romano e di via Candoni, e in alcuni casi di non completare neppure i lavori.
Quello che viene presentato dai quotidiani è l’evento eccezionale che si ripete in materia di malaffari che emergono dall’ennesima inchiesta. Come per la denominata inchiesta “Mafia Capitale” quello che emerge è la stessa porcheria fatta di corruzione, mazzette, appalti truccati, etc. La riprova di un sommerso fatto di ordinaria corruzione che si vuole far passare per straordinaria e che di fatto definisce un vero e proprio sistema.
Ne abbiamo parlato con Gianluca dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma