Rojava. Verso la soluzione finale?
Scritto dainfosu 13 Settembre 2016
La Turchia dell’islamista Erdogan, ha sostenuto – sia pure non ufficialmente – l’ISIS in Siria ed ha poi scatenato una vera guerra civile in ampie zone del Bakur, il Kurdistan turco.
Città bombardate, rase al suolo, centinaia di morti, profughi, senza casa.
Il fallito colpo di stato animato dai seguaci del ex alleato islamista Fethullah Gulen lo scorso luglio ha dato mano libera al governo turco contro ogni forma di opposizione sociale. Sono decine di migliaia le persone imprigionate, licenziate, torturate; sono decine le sedi politiche e i giornali chiusi.
A fine agosto il governo turco, dopo aver ripreso le relazioni con la Russia e il governo siriano, ha deciso di intervenire direttamente in Siria. I suoi tank e aerei si sono scagliati contro le milizie di autodifesa popolare del Rojava.
L’esperienza del Rojava è oggi sotto attacco mortale dell’esercito turco. Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo un incontro con il suo omologo saudita, ha annunciato la soluzione finale per l’autogoverno del Rojava.
L’Unione Europea ha già, di fatto, dato il via libera al massacro dei curdi stanziando, il giorno stesso della dichiarazione di guerra, 348 milioni di euro a favore della Turchia che si aggiungono ai 6 miliardi già decisi per i “profughi”.
La tregua annunciata dai ministri degli esteri russo e statunitense potrebbe avere come prezzo l’annullamento o il sostanziale ridimensionamento dell’esperienza curda, con le truppe del sultano di Istanbul stanziate nel nord ed il resto del paese diviso tra zone sotto il controllo di Assad e zone lasciate a formazioni islamiste vicine ai sauditi.
La posta in gioco in quest’area del pianeta è molto alta. Lo sanno bene gli uomini e le donne in armi che difendono la propria autonomia dalle truppe dell’ISIS, da quelle turche, di Al Nusra e dell’esercito siriano.
Ne abbiamo parlato con Murat, giornalista, blogger, di origine turca.
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