Italpizza: le lotte dei lavoratori e le bufale dell’azienda
Scritto dainfosu 25 Gennaio 2019
Proseguono ormai da lunedì i presidi all’Italpizza di Modena.
Anche questa mattina una trentina di manifestanti tra lavoratori e solidali si sono posizionati davanti allo stabilimento chiedendo il rispetto degli accordi siglati lo scorso mese. A differenza delle giornate passate però oggi il clima sembra essere più temperato poiché sembra che finalmente si stiano riaprendo i tavoli di discussione con le aziende dopo i blocchi e gli scontri dell’ultima settimana.
Soltanto ieri infatti era stata bloccata da oltre un centinaio di operai la provinciale, con la polizia a “protezione” dello stabilimento che ha cercato a più riprese di sgomberare i manifestanti, per nulla intimoriti da freddo e neve.
Il tono degli scontri si è acceso nel corso della mattinata, diverse cariche di alleggerimento, con ogni camion che veniva letteralmente scortato da un plotone di poliziotti dei reparti mobili.
I manifestanti riferiscono anche di un ferito e di tre persone fermate e accompagnate in Questura, poi rilasciate con una denuncia per “blocco stradale”, provvedimento probabilmente suggerito dal decreto sicurezza di Salvini.
Anche la giornata di mercoledì era balzata agli onori della cronaca
Nella mattinata “Durante le cariche contro i lavoratori – racconta il sindacato SiCobas fornendo anche un video che riprende l’accaduto – le forze di polizia sono state coadiuvate dal servizio d’ordine di Italpizza, che ha perfino partecipato all’arresto di una lavoratrice e di suo marito, malmenati e portati poi in questura in stato di fermo”.
I due sono poi stati rilasciati e hanno ripreso il picchetto, dopo che gli stessi manifestanti si erano spostati da strada Gherbella fin sotto la Questura.
Nel pomeriggio ha poi avuto luogo una contro-manifestazione, con un centinaio di lavoratori che sono usciti nel cortile per protestare contro i picchetti che stanno causando il fermo della produzione dalle 17 di lunedì, scandendo a loro volta slogan contro i Si Cobas. Un gesto che ha ricevuto il plauso della direzione aziendale e, viceversa, che è stato stigmatizzato dagli autonomi come una “messinscena a beneficio della stampa fosse organizzata dall’azienda insieme alla Uil, sotto la minaccia di essere lasciati a casa”.
Il racconto della lotta dei lavoratori dell’Italpizza dalla voce di una diretta interessata.
Gli accordi sopracitati prevedevano il reintegro di alcuni lavoratori allontanati dall’azienda una volta appreso della loro adesione al sindacato SiCobas, e la promessa di un contratto coerente con le proprie mansioni.
Già a dicembre avevamo raccontato l’inizio di questa lotta, che sembrava aver strappato all’azienda quanto richiesto, e invece il 20 gennaio, data ultima per tener fede agli impegni presi, è arrivato e dei cambiamenti concordati ancora non c’è traccia.
Le lavoratrici e i lavoratori ingiustamente licenziati, in effetti, sono stati richiamati a lavorare il 14 gennaio, dopo un silenzio di quasi un mese da parte dell’azienda, ma “non al nostro posto di lavoro – racconta una delle lavoratrici in presidio – ci hanno messo a pulire, cioè in punizione. Ci hanno messo a pulire, noi tutti quanti a pulire sul tetto che è alto 20 metri senza protezioni senza delle cinture senza niente, senza sicurezza, ci hanno messo a pulire anche un vetro davanti all’Italpizza senza scale senza niente, ci hanno dato solo degli stracci con i manici allungabili. Ci hanno messo a pulire, scusate, della merda, che non è stata mai pulita, è da anni che lavoro qua e non ho mai visto nessuno pulire lì. Ci siamo rifiutati di pulire i cessi e loro hanno detto che manderanno delle lettere di richiamo. Noi gli accordi li abbiamo rispettati. Fino al 20 abbiamo fatto tutto. Noi lo abbiamo rispettato, loro no.”