Congo. L’ambasciatore, l’ENI, le milizie e il petrolio
Scritto dainfosu 23 Febbraio 2021
Da ieri il Congo è al centro delle cronache per l’assassinio dell’ambasciatore italiano. In realtà la guerra mondiale africana che spazza il paese dura da decenni ed ha fatto oltre cinque milioni di morti. La posta in palio sono le ricchezze minerarie dell’area: oro, coltan, uranio, petrolio…
Molti quotidiani hanno descritto l’assassionio dell’ambasciatore italiano come un tentativo fallito di sequestro, ma fonti congolesi accreditano invece l’ipotesi di un assassinio mirato. Sullo sfondo i recenti accordi tra l’ENI e il governo di Kinshasa, sicuramente invisi ad una fetta delle milizie che si contendono la ricca regione del Nord Kivu. I feroci guerriglieri locali, spesso predoni senza reali schieramenti politici, operano però al servizio di compagnie russe o kazake, infastidite che l’ENI potesse mangiare nel loro piatto.
Ce ne ha parlato Massimo Alberizzi di Africa ExPress
Ne abbiamo profittato per fare il punto sui massacri, torture e stupri nel Tigray. Dalla regione nord dell’Etiopia arrivano le testimonianze delle terribili violenze inflitte alla popolazione civile dalle truppe governative. Alla mattanza hanno partecipato anche militari eritrei, che ne hanno profittato per rispedire in Eritrea buona parte dei 96.000 esuli, fuggiti dal regime di Asmara.
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