Ondata di occupazioni nei licei romani
Scritto dainfosu 3 Dicembre 2021
Dall’inizio di novembre i licei di Roma, ma anche di Firenze e Pisa, sono attraversati da una vera e propria ondata di occupazioni. Solo nella capitale si contano infatti tra i 20 e i 30 istituti attualmente occupati o che escono da una recente occupazione. Iniziative che si stanno diffondendo a macchia d’olio e che sono sempre più duramente osteggiate da presidi, docenti e insegnanti. “Ecco riproporsi il rito stanco delle occupazioni scolastiche, che non hanno mai risolto nulla se non far perdere inutilmente giornate di scuola a quella stramaggioranza di studenti a cui non interessa proprio questo tipo di contestazione” avrebbe dichiarato – non inaspettatamente – il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma. Eppure, dopo due anni di pandemia e didattica a distanza, appare tutto tranne che stanca o ritualistica l’urgenza con cui studenti e studentesse stanno imponendo di essere protagonisti – e non meri oggetti – del proprio percorso di formazione. Tant’è che mentre alcuni dei licei in stato di agitazione sono più abituati a queste pratiche, altri non venivano occupati da 5 o 6 anni.
Dai decennali problemi di edilizia scolastica ad una critica radicale agli obiettivi e alle funzioni sociali a cui assolve l’istruzione pubblica, passando per una specifica tematizzazione dei problemi indotti dal contesto pandemico (in primo piano la dimensione della salute mentale), quello che emerge con nitidezza nei racconti e nelle rivendicazione dei collettivi è la consapevolezza che i problemi vissuti quotidianamente sono il risultato di precise scelte politiche. Scelte politiche da cui studenti e studentesse sono sistematicamente estromessi.
Questo e altro è quanto emerso nella diretta telefonica con uno studente occupante del liceo Kant di Roma:
Per chi volesse approfondire, consigliamo anche la lettura del seguente articolo uscito su volerelaluna.