Proteste degli autotrasportatori in Sardegna, una occasione mancata

Scritto dasu 23 Marzo 2022

Benzina e gasolio alle stelle, gli autotrasportatori sardi protestano. Durante tutta la scorsa settimana decine e decine di blocchi nei principali snodi portuali e logistici dell’isola, quali Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Arbatax e Sassari per citarne alcuni, hanno messo a dura prova la catena logistica, soprattutto per i prodotti alimentari.

Situazione insostenibile per chi lavora su padroncini, tir e autoarticolati, con prezzi del carburante così alti e guadagni praticamente inesistenti.

La protesta assume tratti molto spontanei ed eterogenei, allargandosi anche ad altre categorie quali i pastori sardi. I blocchi sembrano essere davvero efficaci, creando una isteria di massa con la corsa ai prodotti nei supermercati, rischiando di bloccare molte derrate alimentari, e includendo non solo lavoratori autonomi ma anche lavoratori dipendenti di grandi aziende della logistica. Una protesta che ha preso tratti anche piuttosto conflittuali, con sanzioni alle aziende che non hanno patecipato alla protesta.

L’intervento del governo però, tramite il decreto legato alla guerra in Ucraina, ha tagliato le accise sul carburante di una quantità irrisoria di 25 centesimi, ha spinto gli autotrasportatori a rimuovere i blocchi e a smobilitare. Una briciola in senso letterale dato agli autotrasportatori, che è stata capace però di fare sgonfiare quasi totalmente la protesta.

Di tutto questo, ne parliamo con un compagno sardo:

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Radio Blackout 105.25

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