Guatemala: Arévalo, il golpe blando e la resistenza indigena

Scritto dasu 24 Gennaio 2024

Il 14 gennaio 2024 Bernardo Arévalo si è ufficialmente insediato nella casa presidenziale a Città del Guatemala, dopo aver vinto con il 59,5% dei consensi al ballottaggio del 20 agosto 2023 contro Sandra Torres. Si tratta di un risultato di grande importante per il Paese, stretto alleato degli Stati Uniti, che vede così arrestare la sua deriva autoritaria portata avanti negli anni dalle destre al potere. Arévalo infatti appartiene al movimento civico Semilla, con politiche progressiste e contro la corruzione.

La sua ascesa è stata pesantemente ostacolata dai suoi oppositori, con la complicità degli organi di governo, che hanno accusato la lista Semilla di irregolarità, tentando di togliere legittimità politica ad Arévalo, e dunque cercando di bloccare la sua corsa alle presidenziali. Tale processo è stato denominato golpe blando e anche se non ha avuto un effetto nell’immediato, grazie anche all’intervento di Stati Uniti, OEA  e UE,  non è da escludersi che l’opposizione tenterà altre sortite contro il neo presidente nel prossimo futuro. A supporto di Arévalo hanno agito anche le popolazioni indigene guatemalteche, indicendo un Paro Nacional, uno sciopero nazionale, che chiedeva il rispetto delle votazioni. Proprio sul popolo che lo ha supportato durante le elezioni Arévalo dovrà puntare politicamente per continuare ad averne il sostegno.

Ne ha parlato per i nostri microfoni Tullio Togni:

 

 

Rimandiamo anche al suo articolo uscito per Dinamopress:

Guatemala: il nuovo presidente Arévalo sfida il colpo di stato e la deriva autoritaria


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