Abbattere le frontiere oggi come ieri, dalle lotte contro i CPR alla sentenza Brennero
Scritto dainfosu 11 Marzo 2024
Alberto Cirio dice sì a nuovi CPR in Piemonte. Scrive il Presidente della Regione in una nota, “non si può pensare di lasciar vagare liberamente migliaia di irregolari sul territorio nazionale, perché questo vorrebbe dire non tutelare le nostre comunità“. Il placido torpore torinese però, al di là di questi mesti proclami istituzionali, la scorsa settimana è stato scosso la da un gesto di rabbia e umanità davanti alla Questura di via Grattoni, dove Jamal, un compagno senza i giusti documenti per potersi muovere liberamente, stava per essere deportato in una di quelle prigioni chiamate CPR. I suoi compagni, non foss’altro che per un abbraccio, si sono messi di traverso.
Anche in solidarietà a Jamal, oggi rinchiuso nel CPR di Gradisca d’Isonzo, e contro tutti i CPR, ieri si sono tenuti un presidio in via Corelli e un saluto sotto al centro friulano. E’ l’occasione per fare il punto tanto sulla guerra contro chi è senza documenti dentro i confini nazionali e sulle lotte che continuano a bruciare le prigioni da dentro, quanto sulle nuove forme di esternalizzazione delle frontiere segnate dal protocollo Italia-Albania, che sembra fare scuola a livello europeo.
Ascolta la diretta con una compagna da Milano:
Rinviato dal 5 al 7 marzo, l’esito della Cassazione per gli accusati nel processo Brennero, in seguito agli scontri del 7 maggio 2016 durante il corteo “Abbattere le frontiere, al Brennero e ovunque“, ha visto molti compagni prosciolti da ogni accusa. Per la maggior parte ci sarà un nuovo giudizio d’appello per l’applicazione delle misure sostitutive o per la rideterminazione della pena.
Dopo che i pm Sacchetti e Secco, della procura di Bolzano, avevano richiesto 338 anni di prigione per il reato di devastazione e saccheggio, accusa poi caduta in primo grado, gli imputati rischiavano 129 anni di carcere complessivi, con pene dai 5 mesi ai 5 anni e mezzo. Se le condanne fossero state confermate, si sarebbe trattato del corteo più sanzionato di sempre. Di fronte all’enormità delle accuse iniziali, alle successive condanne durissime, si arriva infine ad un esito incredibilmente favorevole per gli imputati. Un caos istituzionale non da poco.
Ne abbiamo parlato con un compagno imputato: