Scienza è guerra: voci da Palazzo nuovo, Fisica e Polito occupati
Scritto dainfosu 20 Maggio 2024
A una settimana dall’inizio delle occupazioni, a Torino la mobilitazione non si ferma. Dopo il corteo di sabato che ha visto migliaia di persone scendere in strada, facciamo il punto della situazione dal fronte bellico-scientifico, con l’auspicio che la lotta possa estendersi in città ben al di là delle mura universitarie.
Palazzo Nuovo:
Fisica:
Politecnico:
Segnaliamo in proposito questo contributo scritto da Palestine Action USA, che ci sembra fornire degli spunti di riflessione utili per una escalation della mobilitazione.
Ci uniamo agli appelli per #Escalate4Gaza al di là dell’azione simbolica, perché sappiamo che il potere non si muoverà se non colpiamo nel cuore della classe dominante e non rappresentiamo una minaccia per la riproduzione del capitale. Come hanno scritto i compagni di Within Our Lifetime (WOL), “Basta con gli addestramenti alla de-escalation; dov’è la escalation? Dove sono gli addestramenti all’escalation?”. Passare dalle manifestazioni di massa ai blocchi di massa delle aziende produttrici di armi, dagli accampamenti alle occupazioni di edifici; dall’essere messi in riga dalla polizia a respingerla. Non esitate a rischiare di più.
APRIRE I CANCELLI DELL’UNIVERSITÀ.
A coloro che occupano il campus, il vostro primo compito è quello di aprire il campus alla comunità e di rifiutare la distinzione tra studenti e “agitatori esterni”. I non studenti possiedono un serbatoio di conoscenze ed esperienze per espandere la lotta al di là del campus. Dobbiamo creare la nostra “culla popolare” di resistenza. Le occupazioni più efficaci si sono verificate dove gli studenti hanno forti alleanze con i non studenti e dove collegano la lotta per la liberazione della Palestina con la lotta il fascismo statunitense e contro le Città della Polizia ovunque.