G7. Più guerra e meno libertà

Scritto dasu 20 Giugno 2024

Si è chiuso il meeting del G7 in Puglia presso il resort di lusso di Borgo Ignazia, alla presenza delle élite mondiali: al tavolo i leader di Italia (che l’ha presieduto), Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone, Canada e Gran Bretagna. In pole position la presidente della Commissione Europea Von Der Leyen e il presidente del Consiglio Europeo Michel. A coronare l’insieme delle grandi potenze è arrivato con grande spolvero Jorge Bergoglio. Il capo di città del Vaticano, sbarcato in Puglia ufficialmente per invitare ad un uso non bellico dell’IA, in realtà è venuto ad incassare il fragoroso silenzio su aborto e libertà LGBTQ, che un governo amico a Roma gli ha garantito.
Il vertice infatti ha messo la questione dei diritti, per concentrarsi sulla guerra, regalando all’Ucraina stato 50 miliardi di aiuti militari derivanti dagli asset russi congelati. Oltre a questo, l’impegno a lavorare per un accordo sul cessate il fuoco a Gaza si è tradotto in un mero appello alla “tregua olimpica” in vista dei Giochi di Parigi.
Ma, al di là degli esiti ufficiali del vertice, vale la pena cercare di comprendere il quadro più generale.
In primo luogo, anche se nessuno ne ha parlato, ha brillato per la sua assenza l’Arabia Saudita: Mohamed bin Salman con una scusa ha disertato l’appuntamento, cruciale per gli interessi statunitensi, vista la scadenza dell’accordo che garantiva la commercializzazione del petrolio in dollari. L’Arabia Saudita aveva già fatto filtrare la propria indisponibilità ad un rinnovo.
Seconda questione: la decisione di usare gli interessi sui soldi russi congelati nelle banche occidentali rappresenta un duro colpo all’intangibile sacralità della proprietà privata.
Ne abbiamo parlato con Stefano Capello

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