UNICREDIT-BPM LA FORESTA PIETRIFICATA SI MUOVE

Scritto dasu 2 Dicembre 2024

L’operazione di offerta pubblica di scambio di Unicredit verso BPM sta facendo fibrillare gli ambienti finanziari e anche quelli politici, a dimostrazione che il tempo in cui il sistema bancario italiano era definito la foresta pietrificata, all’inizio degli anni ’90 dall’allora fautore delle liberalizzazioni Amato, è decisamente finito. L’operazione serve alle ambizioni dell’amministratore delegato di Unicredit Orcel, consolida il gruppo nel mercato domestico, ferma una rivale in ascesa, ma non conviene a nessun altro. È, insomma, soprattutto difensiva, e guasta i piani del Tesoro per la creazione di un terzo polo con Mps radicato nel Centro-nord.

Unicredit puntava a Commerzbank ma i tedeschi si sono messi di traverso, poi con la crisi di governo in Germania i tempi si sono allungati e Unicredit, che  ha ricavi per il 45% dal mercato italiano, si è orientata verso BPM, puntando a diventare una banca di peso europeo, andando così ad aumentare la concentrazione bancaria nel mercato italiano dominata da una manciata di soggetti prevalenti.

Le grida della Lega dimostrano come alcuni settori della politica puntassero al controllo del MPS, ma il peso delle fondazioni nell’assetto azionario di certi istituti di credito è diminuita a favore del controllo dei grandi fondi d’investimento globali come Blackrock e Vanguard, che aspirano al controllo di buona parte della quota del risparmio italiano.

Ne parliamo con Renato Strumia della Sallca Cub:

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