Giorgio Napolitano una vita da opportunista
Scritto dainfosu 15 Gennaio 2015
A proposito delle dimissioni di Giorgio Napolitano dalla carica di presidente della Repubblica, abbiamo sentito Alfredo Tradardi di ISM-Italia che con ricchezza di aneddoti ha tratteggiato la carriera di un uomo da sempre al servizio dei poteri forti e della garanzia dello status quo, con particolare riferimento al suo recente, aperto parteggiamento per Israele, con tutte le tragiche conseguenze che l’esistenza dello stato ebraico comporta per la pace in Medioriente.
Per tanto servigio ora lo stato italiano gli assegna una pensione di 15000 euro al mese con maggiordomo e autista.
Di seguito alcune tappe della vita da opportunista di Napolitano:
– Nel 1942 all’università è membro dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti).
– A guerra finita, nel 1945, aderisce al PCI. Apparterrà sempre alla corrente di destra (i cosiddetti “miglioristi”).
– Nel 1956 sostiene la repressione dei moti di Ungheria da parte dell’URSS. Nel 1979 invece condanna l’invasione sovietica dell’Afghanistan, avvenuta per sostenere il governo comunista del partito del popolo dalla ribellione di mujaheddin e integralisti islamici (tra i quali è annoverato il giovane Osama Bin Laden).
– Nel 1978 è il primo dirigente del PCI a ottenere il visto per gli Stati Uniti. 10 anni dopo su interessamento di Andreotti sarà il primo politico PCI ad andare in visita ufficiale negli USA.
– Nel 1991, nel pieno dell’aggressione americana all’Iraq, va un viaggio di apertura politica in Israele.
– Il 2 febbraio 1993 in piena Tangentopoli nega ai finanzieri incaricati dal giudice Colombo l’autorizzazione ad accedere a Montecitorio per indagare sui bilanci dei partiti.
– Nel 1998, da primo ex comunista ministro dell’interno, vara con Livia Turco la legge che introduce in Italia i CPT, poi CIE.
– Il 28 aprile 1998 mentre Napolitano è ministro dell’Interno la Cassazione condanna Licio Gelli per depistaggio e strage e il giorno stesso questi fugge indisturbato all’estero.
– Nel 2007 equipara o quasi antisemitismo e antisionismo, affermando che lo stato di Israele ha diritto di vivere in pace e sicurezza in quanto stato ebraico. L’anno successivo presenzia all’inaugurazione della Fiera del Libro di Torino in cui Israele è paese ospite.
– Nel 2011 è tra i principali sostenitori dell’intervento Nato in Libia.
– Nel 2014 dopo mille reticenze depone al Quirinale al processo sulla trattativa stato-mafia del 1992 (quando lui era presidente della camera dei deputati), senza dire nulla di significativo.