CPR di Gradisca: la lotta dei reclusi tra autolesionismo e accenni di rivolta
Scritto dainfosu 16 Settembre 2020
Gradisca. La scorsa domenica una biciclettata solidale ha percorso le vie di Gradisca e Sagrado con cartelli, slogan, e brevi soste per interventi informativi.
Nel CPR isontino, riaperto lo scorso novembre, dopo sei anni di chiusura decretata dalle rivolte che avevano distrutto la struttura, ci sono stati due morti, diversi feriti, numerosi atti di autolesionismo e diversi accenni di rivolta.
Durante il lockdown, nonostante fosse impossibile attuare espulsioni, le porte hanno continuato ad aprirsi per rinchiudervi le vite di persone pescate senza documenti.
Il 17 gennaio muore ammazzato di botte dalla polizia il georgiano Vacktang Enukidze.
Il 14 luglio un overdose di farmaci uccide l’albanese Orgest Turia. I media alimentano la favola dei detenuti-tossici, già usata durante le rivolte carcerarie di marzo per coprire l’assassinio di 14 prigionieri in rivolta.
É ben noto che nelle strutture di detenzione gli psicofarmaci sono usati ampiamente per tenere sotto controllo i detenuti.
In agosto si moltiplicano gli episodi di autolesionismo e momenti di protesta.
Ce ha parlato Raffaele dell’assemblea No frontiere no CPR del Friuli e della Venezia Giulia
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