Il sindaco di San Ferdinando ha annunciato l’istituzione di una zona rossa dopo il contagio di 17 persone all’interno della tendopoli. L’area è stata chiusa militarmente segregando all’interno tutti i braccianti, in tutto circa 300, senza distinzione tra i positivi e i negativi. Oltre a tagliare completamente i contatti con l’esterno, non sono state fornite cure né generi alimentari, ma i braccianti sono stati comunque mandati a lavorare nei campi.
Emerge la prassi consolidata da parte dello Stato nel gestire la pandemia in maniera coercitiva, soprattutto in situazioni critiche del tessuto sociale. Nei campi per braccianti, ogni tampone e ogni volta che aumenta il rischio legato al covid-19 il risultato sono internamenti generalizzati, polizia e nessun aiuto sanitario, il che porta i braccianti stessi a percepire il virus come ennesima repressione razzista delle loro condizioni di vita. Ne abbiamo parlato con un compagno della tendopoli di San Ferdinando e con una compagna di campagne in lotta