Da metà ‘900 gli animali sono diventati “macchine da produzione” al servizio dell’uomo, la società ha iniziato a considerare giusto, “normale”, naturale, a volte necessario rinchiuderli a milioni in spazi angusti, sporchi e sovraffollati per ricavarne cibo, abbigliamento eccetera. Gli ultimi anni hanno visto un aume
nto di attenzione dei consumatori verso le condizioni di vita degli animali negli allevamenti, e la risposta dei produttori è arrivata tramite etichette che certificano il benessere negli allevamenti, volte solamente a modificare la percezione che il consumatore ha dello sfruttamento animale, non certo per eliminarlo.
Detto ciò l’Emilia-Romagna sarà la prima Regione in Italia a eliminare le gabbie di contenimento negli allevamenti intensivi. Un enorme passo avanti, che non è ancora certo un traguardo, ma senz’altro una notizia positiva.
E stata approvata in questi giorni una mozione di Europa Verde e Partito Democratico, che richiede una svolta etica e “sostenibile” nel settore. La notizia è stata diffusa dalla consigliera regionale Silvia Zamboni (Verdi), prima firmataria della risoluzione che trae ispirazione dall’iniziativa “End the Cage Age”, la quale ha permesso di presentare alla Commissione Europea circa 1,4 milioni di firme di altrettanti cittadini, per dire NO alle gabbie negli allevamenti. A seguito di questa campagna, 101 parlamentari europei hanno inviato una lettera alla Commissione Europea, per chiedere non solo la graduale eliminazione delle gabbie negli allevamenti, ma anche leggi che regolino queste attività a livello europeo.
L’Emilia-Romagna è una delle Regioni in cui si concentra la maggior parte degli allevamenti intensivi del Paese, quindi la transizione interesserà moltissime strutture, la Giunta si impegna a proseguire con le iniziative già messe in atto per il benessere animale e a trasmettere questa risoluzione al Governo italiano.. L’obiettivo sarebbe la fine dell’allevamento in gabbia in tutta Italia per un miglioramento delle condizioni di vita degli animali e un impatto ambientale ridotto. Ma a cosa ci riferiamo nel concreto quando si parla di impatto ambientale degli allevamenti intensivi?
Ne parliamo con Angelo Zinna, scrittore freelance con base ad Amsterdam, e ne alleghiamo l’articolo pubblicato su valigiablu.it.