Anarres del 24 novembre. Argentina secondo Milei. Povertà e fame. Femminismo libertario e violenza di genere, No ai mercanti d’armi!…
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ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.
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L’Argentina secondo Milei: fascista, complottista, utraliberista
Javier Milei, raccogliendo intorno a se tutto il blocco di destra, è il nuovo presidente argentino. A 40 anni dal golpe che portò al potere una giunta militare che imprigionò, torturò ed uccise oltre 30mila argentini, lo scettro del comando passa nelle mani di chi ha fatto campagna elettorale imbracciando una motosega: il simbolo concreto della scelta di eliminare ogni spesa sociale a favore di un liberismo sfrenato senza nessun ammortizzatore sociale. In un paese scosso da una forte crisi, le politiche di Milei, sostenute necessariamente da un’estrema violenza poliziesca a militare, rischiano di far acuire la forbice sociale, condannando alla povertà milioni di persone.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche
Qui un articolo di approfondimento
Povertà e fame. La carta dedicata a te del governo Meloni
La povertà in Italia è in costante crescita. Sino al 2020 erano considerati poveri quelli che non raggiungevano il 60% del reddito medio, calcolato intorno ai 34.000 euro annuali. Sei povero se hai 20.000 euro l’anno procapite.
Successivamente la povertà è stata calcolata in base a 11 indicatori molto complessi, ma il risultato non cambia.
I dati Istat, fermi comunque al 2021, ci forniscono un quadro desolante: le persone che si trovano in condizione di povertà assoluta è quasi triplicato, passando da circa un milione e 900mila a cinque milioni e 600mila, compreso un milione e 400mila minori.
Il governo ha dichiarato guerra ai poveri, come dimostrano le misure, tutte nell’ottica del risparmio rispetto alle precedenti, adottate quest’anno. La monetarizzazione dell’assistenza sociale è l’ennesima presa in giro: nei primi otto mesi di quest’anno i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 9,3 per cento.
Se a questo si aggiunge il fatto che l’una tantum 382,50 euro è destinata solo ai nuclei familiari costituiti da un minimo di tre persone, con precedenza ai bambini più piccoli, purché iscritti all’anagrafe e residenti in Italia, emerge sia l’impostazione familista che quella razzista della misura. I poveri senza famiglia e gli immigrati senza residenza ne sono automaticamente esclusi.
Ce ne ha parlato Tiziano Antonelli, autore di un articolo uscito su Umanità Nova.
Il folle, la bestia, l’umano. Femminismo libertario e violenza di genere
I femminismi hanno attraversato, scuotendoli alle radici, i tempi fermi, ripetuti, ossessivi del femminile. Una vera rivoluzione, tanto potente che si è a più riprese tentato di mitigarne la portata, imprigionandola nella sfera del costume, delle relazioni interpersonali, della famiglia. Il femminile ha frantumato lo specchio in cui si rifletteva un ruolo sociale considerato immutabile, perché determinato da una sorta di destino biologico investito da sacralità, senza dimensione culturale. Chi lo rifiutasse era (è) contro natura, contro dio, contro le regole di un gioco fissato per sempre.
Il femminile è quanto di più simile alla natura sia stato prodotto dalla cultura. La differenza segnata dalla biologia viene assunta come dato immutabile, programmato per sempre. Il percorso della libertà femminile spezza le catene simboliche e materiali dell’ordine patriarcale. La libertà sessuale, riproduttiva, di rimodellamento del proprio stesso corpo rimescola le carte e spezza la gerarchia tra i sessi. Le donne libere generano se stesse, si rimettono al mondo, costruiscono un mondo nuovo.
Torino città delle armi? C’è chi dice no, c’è chi si mette di mezzo
La scorsa settimana un grande corteo ha attraversato la città per opporsi alla scelta di puntare sulla riconversione della città dell’auto a città delle armi.
Una scelta della quale dalle pagine di Repubblica e del Corriere si vantano sia gli attori politici che quelli industriali della nostra città e della Regione.
Il 28 novembre si apre all’Oval Torino l’aerospace and defence meetings, mostra mercato dell’industria bellica nel settore aerospaziale. Ci saranno oltre 400 espositori, 280 acquirenti, 1400 partecipanti. Tra i mercanti d’armi ci saranno le maggiori imprese a livello mondiale. Gli organizzatori si attendono vengano sottoscritti almeno 9.000 accordi commerciali.
Un evento a porte chiuse, dove si sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi.
Le maggiori aziende del pianeta venderanno cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza. Quest’anno in Piemonte il fatturato del settore è cresciuto di un miliardo, toccando la ragguardevole cifra di 8 miliardi, mentre gli addetti sono saliti a 35.000. Tutto pur di lavorare? Noi diciamo che lavorare per la guerra è un lavoro sporco, specie se si pensa alle migliaia di persone che potrebbero lavorare nella sanità, nel trasporto pubblico di prossimità, nella scuola e nell’assistenza, dove invece si fanno tagli e si privatizza.
All’Aerospace and defence meetings si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove: le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.
In occasione del mercato delle armi verrà posta la prima pietra della Città dell’aerospazio, nuovo polo bellico nel cuore di Torino.
A dare il “benvenuto” ai mercanti d’armi ci saranno anche gli antimilitaristi.
L’appuntamento è alle 12 all’Oval in via Matté Trucco 70.
Iniziative:
Martedì 28 novembre, giorno di apertura del mercato delle armi
ore 12
Presidio all’Oval in via Matté Trucco 70
No ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!
No all’aerospace and defence meetings!
No all’industria bellica
No alla Città dell’aerospazio!
Venerdì 8 dicembre
marcia No Tav da Susa a Venaus
ore 12 dal piazzale dell’ex Assa
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dalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46
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