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Anarresmercoledì 22 ottobre 2025

Anarres del 26 settembre. Ricerca sul clima: un caso di obiezione di coscienza. Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo…

ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming

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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:

Guerra alla ricerca sul clima. Un caso di obiezione di coscienza

In questi giorni alla cascina e parco “Le Vallere”, che ospita una importante stazione di rilevamento idrologico e meteorologico, si tiene un evento europeo su “Water and Ecosystems in the Mediterranean: Climate Challenges and Adaptive Responses”. Ovvero il problema idrico in diversi aspetti: troppa acqua nelle precipitazioni, sparizione dell’acqua sotto forma di ghiacci, siccità. Se ne parla con tecnici e ricercatori che operano sul campo, in glaciologia, meteorologia e allerte meteo, analisi rischi, biodiversità e ovviamente la metrologia a supporto delle misure.
Si tratta di studi cruciali per capire quali misure adattive siano necessarie per fermare ed arginare la catastrofe in corso.
Dalle Vallere ci siamo collegati con Andrea Merlone, Dirigente di Ricerca – Research Manager dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica con cui abbiamo parlato dei tagli che queste ricerche stanno subendo in moltissimi paesi. Le risorse vengono dirottate sulla ricerca bellica, che divenendo prioritaria quasi ovunque, con conseguenze gravissime.
Non solo. È in atto una infiltrazione dei militari nelle misurazioni del clima, dell’aria, dell’acqua perché necessarie al miglior funzionamento delle armi.
Dopo anni a supportare misure sempre più raffinate per comprendere il riscaldamento dei mari parametro fondamentale soprattutto nel Mediterraneo, la conferenza di riferimento di Genova si apre con una sessione plenaria dedicata a “Military Metrology for the sea”. Ovvero gli interessi militari, sdoganati ormai in pubblico in temi di misure, soprattutto per il mappamento dei fondali. Andrea ci ha raccontato del suo rifiuto a presiedere e a partecipare ad un evento di rilievo mondiale sulle misure marine.

Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo
Nel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell’anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.
Il prossimo venerdì presenteremo una raccolta di testi di Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947”
Con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui abbiamo discusso il venerdì successivo con Ragona e con David Bernardini, che all’anarchico tedesco ha dedicato uno studio.

L’anarchia ai tempi della peste
Guerre, massacri, corsa agli armamenti. Le aporie infinite dei movimenti di opposizione schiacciati tra campismo, propaganda e miopia.
Proviamo ad entrare nel vivo, chiacchierandone con Lollo.
La straordinaria giornata di lotta del 22 settembre, che per la prima volta ha visto le piazze riempirsi non solo di studenti e attivisti ma anche di tanti esponenti di quella sinistra moderata e fluida che solo occasionalmente scende in piazza con modalità più radicali. Li avevamo visti a Roma il 20 maggio ma la cornice allora era ancora meramente testimoniale.
La loro ricomparsa in piazze che miravano esplicitamente al blocco dimostra la crescente consapevolezza che solo ponendosi sul terreno dell’azione diretta si può inceppare il meccanismo terrificante che sta tritando le vite di migliaia di uomini, donne, bambine e bambini a Gaza.
A muovere queste piazze è stata soprattutto un’ondata di incontenibile indignazione, la necessità di non essere complici di un genocidio.
Un fatto in se positivo.
Purtroppo sullo sfondo restano e si allungano le tante ombre che hanno segnato questi due anni di feroce guerra a Gaza.
In primis l’appoggio acritico alla resistenza palestinese, guidata da forze islamiste, che hanno disciplinato a forza la gente della striscia, che hanno una polizia morale che controlla l’osservanza della legge islamica, che trattano con feroce ogni forma di opposizione.
Ma non solo. Mentre esplode la giusta indignazione per il genocidio, per la fame, per la distruzione a Gaza, il genocidio in Darfur, la feroce guerra in Sudan resta avvolta nel silenzio. Perché?
In Siria c’è stato un milione di morti e la guerra è tutt’altro che finita, tra stragi di drusi e alaviti e la costante pressione per chiudere i conti con i curdi del confederalismo democratico nel nord del paese. Silenzio. Perchè?
La guerra ai migranti è un genocidio. Si ha genocidio ogni volta che le vite umane sono considerate dannose, in eccesso. Mentre la flottilla prova con grave rischio a raggiungere Gaza, nel Mediterraneo si continua a morire in silenzio. Perché?
Sono domande che ci piacerebbe porre a chi riempie oggi le piazze per fermare un altro genocidio.

Appuntamenti:

Rudolf Rocker
L’anarchia oltre le macerie del secolo
Venerdì 3 ottobre

ore 21
corso Palermo 46
Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947”
Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker”

4 novembre
Smilitarizziamo la città!
Noi disertiamo


Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione.
La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.

Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.

In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.

In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore.

A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.

Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista.
Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere.

Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre.
Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo.
In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati.
Noi siamo al fianco di chi diserta la guerra.
Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo.
Le guerre cominciano da qui.
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!

Contro la guerra e chi la arma!
Via i mercanti d’armi!

Sabato 29 novembre
corteo antimilitarista
ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis


Martedì 2 dicembre
blocchiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70
No all’aerospace and defence meetings!

A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46

(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!

Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30

per info scrivete a fai_torino@autistici.org

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