Anarres del 28 aprile. Platform worker. Un Primo Maggio di guerra e di lotta. Disertare la guerra. Gli anarchici di Kharkiv…
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ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.
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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Platform worker. Le nuove frontiere dello sfruttamento
“Prima di internet, non sarebbe stato facile trovare qualcuno e farlo sedere per dieci minuti a lavorare per te, per poi licenziarlo passati quei dieci minuti. Ma con la tecnologia puoi trovarlo, pagarlo una miseria e poi sbarazzartene quando non ti serve più” questa frase (attribuita all’imprenditore americano Lukas Biewald) non è una battuta di spirito ma registra alla perfezione una delle nuove frontiere dello sfruttamento, quella – sfuggente – dei “lavoratori delle piattaforme”.
L’armamentario dello sfruttamento padronale si arricchisce ogni giorno di nuovi strumenti, senza dismettere nessuno di quelli già in uso. Così, accanto a modelli arcaici e “illegali” come il lavoro in condizioni semischiavili nei campi di pomodoro, con “paghe” di pochi euro al giorno e largo utilizzo di manodopera minorile immigrata, convivono forme di sfruttamento legalissime come l’uso di contratti a termine, le false partite IVA, i subappalti al massimo ribasso, i voucher (che ora stanno tornando alla grande). A fianco di queste cresce sempre di più il numero di persone che lavorano per una piattaforma digitale.
Ma chi sono i “platform worker”? Rientrano in questa categoria tutte quelle persone che, nel mondo illusorio della “sharing economy” (che vorrebbe dire “economia della condivisione”, ma è solo sfruttamento nudo e crudo) offrono le proprie prestazioni lavorative utilizzando una piattaforma digitale.
Per capirne di più ne abbiamo parlato con Mauro De Agostini che a questi temi ha dedicato un articolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova.
Primo Maggio. Un primo maggio di guerra e di lotta
Un altro Primo maggio di guerra, morti e distruzioni alle porte di casa, una guerra che ci vede coinvolti, con l’invio di armi pesanti, di munizioni e di quant’altro necessita per arricchire l’industria del massacro e per prolungarne i profitti. Un altro Primo maggio senza che un movimento internazionale di lavoratori e lavoratrici sappia intervenire con forza sabotando le guerre in corso nelle tate parti del mondo dove i conflitti armati continuano a seminare lutti. Bloccare l’invio di armi, fermare le politiche di riarmo, arrestare la corsa a strumenti di morte sempre più devastanti, lottare per la riconversione delle fabbriche del massacro, sono ancora obiettivi importanti sui quali occorre moltiplicare le energie.
Ma è anche un altro Primo maggio in cui si registra la ripresa, sia pure in chiave difensiva, di iniziative significative del mondo del lavoro.
Gli innumerevoli scioperi che hanno attraversato l’Europa in questi ultimi mesi sono un segnale importante.
Le nuove tecnologie digitali dell’automazione, l’emergere dell’intelligenza artificiale rappresentano un banco di prova al quale non si può sfuggire. È ormai chiaro che il cambiamento tecnologico implementato nel corso degli ultimi decenni, invece di apportare miglioramenti alla condizione lavorativa (come la riduzione dell’orario di lavoro) ha portato con sé un impoverimento complessivo del lavoro (aumento della sottoccupazione, della precarietà e della mobilità) che ha avuto dei riflessi evidenti in campo sociale.
Ne abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano
Primo Maggio. Disertiamo la guerra!
Il Primo Maggio siamo in piazza a Torino con uno spezzone antimilitarista. Vi proponiamo il testo condiviso il testo condiviso con il Coordinamento contro la guerra e chi la arma
Ad oltre un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all’aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.
Guerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità reale.
Opporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.
Ucraina. Dal gruppo anarchico di Kharkiv
Vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista a Lib,com del gruppo anarchico “assembly” di Kharkiv. Sulla guerra, gli arruolamenti forzati, lo sfruttamento dei lavoratori, le speculazioni sulla ricostruzione.
Appuntamenti:
Due incontri sul futuro di Torino
Giovedì 25 maggio
ore 20,30
Città delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino
Analisi e prospettive di lotta.
presso la sala del Sereno Regis
in via Garibaldi 13 A
Venerdì 9 giugno
ore 21
alla FAT in corso Palermo 46
Città vetrina? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti
Interverranno Giovanni Semi, sociologo, autore di numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole e Francesco Migliaccio di Monitor
Venerdì 2 giugno
Manifestazione antimilitarista
Piazza Carignano ore 16 (se piove sotto i portici di piazza Carlo Alberto)
Contro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma
Venerdì 16 giugno
ore 21
alla FAT in corso Palermo 46
Abbattere le mura del cielo – Storie di anarchici e anarchiche e occupazioni a Milano tra il 1975 e il 1985.
Ne parliamo con Mauro Deagostini, autore del libro uscito per le edizioni Zero in Condotta
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 21
Contatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/
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