Anarres dell’11 marzo. La guerra, la benzina, il pane. Pacifisti con l’elmetto. Stato di emergenza. Cronache dalle lotte…

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Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming

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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:

La guerra, la questione energetica, il costo del pane
L’ulteriore impennata del prezzo della benzina, l’aumento dei generi alimentari di questi mesi è stato attribuito alla guerra, prima annunciata e poi deflagrata il 24 febbraio.
Ma è davvero così?
Il raccolto del grano in Ucraina avviene in estate, quindi solo tra mesi potranno esserci importanti conseguenze per le importazioni della farina di grano tenero da quel paese. Per chi non lo sapesse, nel paese della pasta, il grano viene in buona parte importato.
I rubinetti di Gazprom sono aperti: i pagamenti del gas russo avvengono normalmente. Quindi perché mai stiamo pagando bollette spaventose?
Per capirne di più ne
abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano

La guerra in Ucraina e i pacifisti con l’elmetto
Dal 24 febbraio, quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, l’opposizione alla guerra, invero ancora molto debole, ha portato in piazza anche i noti guerrafondai del PD, che dal governo, si oppongono alla guerra spedendo armi al governo Zelensky. In un tripudio di bandiere nazionali ucraine, monumenti in giallo-azzurro che si mescolano alle bandiere arcobaleno della pace stiamo assistendo ad un pacifismo armato, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle di chi vive in Ucraina e deve affrontare morte, bombe, paura, coscrizione obbligatoria.
Di fronte a questo chiaro schierarsi, parte della galassia post
comunista si schiera a difesa dell’imperialismo della Russia putiniana.
In questo contesto in cui la fa da padrone un’informazione main stream del tutto arruolata, diventa estremamente importante porre al centro le ragioni di chi si oppone alla Nato e alla Russia, a chi si schiera a fianco delle vittime, di chi in Russia lotta contro la guerra a rischio di botte e galera, di pratica la diserzione attiva, di chi lotta contro le fabbriche d’armi e le missioni militari italiane all’estero.
Ne abbiamo chiacchierato con Dario Antonelli del Comitato contro le missioni militari in Africa di Livorno

Stato di emergenza bellico
Il
28 febbraio il governo ha proclamato lo stato di emergenza per “motivi umanitari”. Questa decisione conferisce poteri straordinari al governo, che ha mano libera nella gestione dell’impegno dell’Italia nel conflitto in Ucraina. Già sono scattate misure straordinarie relative all’aumento della spesa militare e l’invio di armi al governo Zelensky.
Non è ancora finito lo stato di emergenza pandemico e già il governo ne proclama uno bellico.
Ma cos’è lo Stato di emergenza?
Lo Stato di emergenza è previsto dalla legge numero 225 del
24 febbraio del 1992. Questa legge è stata pensata per dare maggiori poteri alla protezione civile in caso di calamità, come terremoti, alluvioni, grandi incendi, epidemie. Il suo utilizzo per la guerra in Ucraina è, anche dal punto di vista strettamente giuridico, del tutto abnorme.
Questo esecutivo la sta utilizzando per esautorare parte delle funzioni attribuite al parlamento e rafforzare i poteri dell’esecutivo, senza neppure l’esile filtro del voto delle camere.
Potrebbero parere questioni di scarso interesse dal punto di vista della critica radicale allo Stato e alle dinamiche delle democrazie liberali, ma nei fatti potrebbe essere l’ombrello che consentirà all’esecutivo di limitare la possibilità di contestazione attiva delle scelte guerrafondaie del governo Draghi. Durante lo stato di emergenza pandemico è stata fortemente limitata la libertà di manifestare. Una miriade di divieti è ancora utilizzata per impedire i cortei o per limitarne i percorsi, nonostante tutte le altre attività produttive, ricreative, commerciali e culturali siano state riaperte.
Di fronte ad una guerra, in cui l’informazione è già pienamente schiacciata sulle posizioni governative, la proclamazione dello stato di emergenza, potrebbe preludere a nuove, inedite strette disciplinari.


Cronache di lotta transfemminista queer e antimilitarista a Torino

Appuntamenti:

Giovedì 17 marzo
Assemblea
La NATO si prepara a sbarcare a Torino?
Torino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.
Torino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte.
Bloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro il militarismo e contro la guerra.
Mentre il governo proclama lo stato di emergenza per la guerra imperialista per il controllo dell’Ucraina, fermare la produzione e lo smercio d’armi è l’unico modo per inceppare la macchina che alimenta le guerre.
Per fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dalla nostra città.
L’assemblea Antimilitarista promuove un’assemblea cittadina
che lanci una campagna di informazione e lotta per bloccare l’industria di guerra e la NATO a Torino.
Interventi sulla Città dell’Aerospazio, sul ruolo della NATO in Italia, testimonianz
e delle lotte contro l’ampliamento della base di Camp Derby a Livorno
Alla tettoia dei contadini dalle ore 18.


Sabato 19 marzo
Guerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa
Incontro/convegno antimilitarista a Milano
al Kasciavit, via san Faustino 64

Inizio ore 10,30
Introduzione di un compagno dell’Assemblea Antimilitarista
Interventi di: Stefano Capello “La politica energetica italiana tra la prima e la seconda Repubblica. Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo
ore 14,30
interventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell’Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti

Sabato 19 marzo ore 11
Cacerolazo contro le guerre al Balon

Contatti:

Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni mercoledì dalle 21
Contatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/

Wild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese
corso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem

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