Bello come una prigione che brucia: la puntata del 17 ottobre 2016
Il carcere come strumento di rieducazione? Nella puntata di oggi andiamo ad analizzare il ruolo della scuola all’interno del carcere di Torino. L’apparato carcerario tende a mascherare la propria natura di programma sociale concentrazionario, cercando di ammantarsi di connotazioni progressiste; la retorica dell’istruzione scolastica è assolutamente indispensabile nel sostenere la propaganda e la resilienza della società carceraria.
Un giovane insegnate, precipitato suo malgrado nelle “aule” delle Vallette, ha scelto di raccontare come i percorsi di alfabetizzazione siano tutt’altro che incentivati, come la frequenza ai corsi abbia principalmente una valenza disciplinare per la certificazione di “buona condotta”, come le guardie siano infastidite dalla presenza estranea degli insegnanti nel loro piccolo campo di potere e sadismo. Una nuova prospettiva per osservare quanto, a prescindere dalla rappresentazione che vuole dare di sé, il carcere resti una tecnologia sociale volta a escludere, disumanizzare e sottomettere gli individui che fagocita.