Covid e videocolloqui nelle carceri …
[Dalla puntata di lunedì 23 novembre 2020 di Bello Come Una Prigione Che Brucia]
CONTAGI, PAURE E TRUCCHI DEL D.A.P
Covid e galere. Se la popolazione fuori dalle carceri viene privata di molte delle sue libertà con la giustificazione della tutela sanitaria e della riduzione dei contagi, chi è dentro vede la propria salute messa a rischio proprio dalla privazione della libertà. Apriamo la puntata con uno sguardo sulla situazione epidemica all’interno delle strutture detentive: i trucchi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per ridimensionare i contagi e due testimonianze dalla Casa Circondariale di Lecce.
VIDEOCOLLOQUI: BISOGNI AFFETTIVI, DEUMANIZZAZIONE E CONTROLLO
La mediazione tecnologica delle relazioni è uno dei processi che hanno subito una fortissima accelerazione nel corso della pandemia. Insieme a un compagno della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali andiamo a riflettere su cosa implichi la progressiva sostituzione dei colloqui in compresenza corporea con quelli mediati da schermi e pixels.
[Dalle puntate precedenti…]
“LIBERTA’!”
Saluti e rabbia di familiari e solidali fuori dalle mura del carcere di Torino.
PROTESTE A SPINI DI GARDOLO
Insieme a un compagno di Trento diamo uno sguardo sulla situazione nel carcere di Spini di Gardolo alla luce delle recenti proteste.
PROCESSO SUI PESTAGGI NEL CARCERE DI IVREA
Il procuratore capo di Torino ha sottratto il processo sui pestaggi nel carcere di Ivrea alla procura locale che ne aveva proposto l’archiviazione. Un evento significativo che segnala diverse anomalie che da sempre caratterizzano la relazione tra apparato sanzionatorio e forze dell’ordine. Ne parliamo con l’avv. Simona Filippi che ha seguito il processo per l’associazione Antigone.
QUALIFIED IMMUNITY
Le recenti rivolte contro la violenza e il razzismo delle forze dell’ordine statunitensi stanno sollevando l’attenzione verso diversi aspetti dell’apparato repressivo. Oltre alle istanze di defunding, depolicing e messa al bando del riconoscimento facciale, le pressioni sociali e culturali stanno cercando di sradicare una consuetudine giurisprudenziale che da decenni funge da scudo per le brutalità e gli abusi commessi da agenti in servizio: la Qualified Immunity.