Fascisti, Coop e Alemanno: è Mafia capitale
L’operazione “mafia capitale” (con i suoi 37 arresti e il centinaio d’indagati) sta mettendo in luce l’esistenza d’un blocco di potere che va da volti storici dell’estrema destra romana, alla giunta Alemanno e alle cooperative in quota Partito Democratico. Un blocco di potere trasversale agli schieramenti politici (le intercettazioni “incastrano” collaboratori di Veltroni, di Alemanno e di Marino) che vede ex-membri dei NAR giocare il ruolo d’anello di congiunzione tra politica e mafia. Un fatto che sorprende poco coloro che vivono i territori di Roma – Fausto e Iaio nel 78 furono assassinati proprio per aver tentato di mettere in evidenza i legami tra criminalità organizzati e fascisti – trattandosi di una città che vive da sempre una gestione clientelare e emergenziale del territorio. Emergenze, come quella dell’accoglienza dei profughi o della gestione dei rifiuti, spesso create ad arte, che garantiscono poi lauti guadagni attraverso l’assegnazione di bandi per cooperative e la spartizione delle società partecipate dal comune.
Siamo rivenuti con una compagna di Roma sulla vicenda e su cosa rivela nella gestione del territorio capitolino